L’epoca della degradazione

Salve, son un pensiero in un ampolla rinchiuso,
da un grigio armadio, il nulla osservo,
rimembrando…
Mi ricordo la fervente mente che mi ha generato…
Un artista, un sognatore….
Un illuso.
Era troppo anche per lui quel mondo assurdo,
quella corruzione di membrane, d’anime e di ossa…
Furono lacrime bollenti, in pomeriggi d’estate.
Era l’epoca della degradazione suprema,
del controllo mediatico delle menti,
della monetizzazione del corpo e dell’anima.
Il supremo inganno dei politici, casta privilegiata, insaziabile,
talmente annoiata, da esser sempre alla ricerca della più bieca perdizione,
modellando esempi che uccidevano il pudore!
Soldi sonanti giravano nei night,
tra spogliarelli e notti proibite,
consumate a lume di polvere bianca…
Mastodontici muscoli da compresse generati,
veline tutte uguali che si muovevano a colpi di ventre,
incassando in una sera, più dell’operaio  che le guardava trasognante, in dieci giorni di lavoro.
Biasimarle non si poteva,
eran coraggiose in fondo…
Rassegnate ad un meccanismo perverso, ripagavano con la stessa moneta.
Erano i tempi dei dibattiti vuoti su delitti casalinghi,
per depistare e distrarre dal miscuglio delle carte di governatori e ministri,
liti furiose tra personaggi usurati… Così si è generato il vuoto…
Così i pensieri vividi, critici e puri furono intrappolati e controllati, resi impotenti…
Le idee buone e creative non dovevano vincere…
Incitamento ai soldi facili e stimolazione della Libido furon le armi di devasto.
Furti ed omicidi,
mischiati a torbidi disastri ambientali,
generati per insaziabile possesso di petrolio e veleni…
Si truccavano appalti nell’edilizia, crollavano case come se fossero di sabbia…
E la terra, arrabbiata, contiunava a generar scosse…
Le banche vendevano soldi a caro prezzo!
Miseria e povertà per chi era onesto,
lamenti e sospiri per chi nelle persone cercava l’amore…
I sognatori credevano ancora di poter cambiare il meccanismo contorto.
Ma se vendi un’idea la perdi…
Se la dici, in un attimo, viene rapita,
arde ancora in me il sogno di costruire il buono.
La paura regnava ad ogni angolo…
I potenti temevano di perdere il loro impero,
il popolo era in scacco di debiti e rate, illusioni di successo pagate a caro prezzo.
Era l’epoca dell’egoismo, della difesa e dell’omertà,
tutti nemici, spaventati dal male e dall’incertezza…
Ognuno distratto secondo la sua natura.
Ora non esiste più nulla…
Solo pensieri eternamente imprigionati.
Anime ruggenti che sognano un tempo in cui il sesso era amore ed il sogno una speranza!

Autore: Marta Ghironi

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