Perché leggere poesia?

“Perché leggere poesia?” è una domanda che mi sono fatto tante volte. Perché leggere poesia, se per tanti la poesia è inutile? Perché leggere poesia, se viene considerata anche un’attività oziosa? Perché leggere poesia,  se viene ritenuta solo teoria e per niente pratica? Perché leggere poesia,  se i libri di poesia sono costosi? Perché leggere poesia, se viene considerata una perdita di tempo? Perché leggere poesia, se bisogna dedicarle impegno e attenzione? Perché leggere poesia, se le poesie, parafrasando Patrizia Cavalli, non cambiano il mondo? Perché leggere poesia? E poi da quali poeti iniziare? Quali poeti leggere? 6 italiani su 10 secondo recenti statistiche non leggono neanche un libro all’anno. Del 40% rimanente solo una sparuta minoranza legge libri di poesia e soprattutto legge i classici. In compenso però la pubblicazione di libri di poesia è sterminata, tant’è che anche gli addetti ai lavori leggono una minima parte di questa produzione. Le ragioni sono molteplici. I poeti esordienti danno la colpa spesso all’illeggibilità dei poeti riconosciuti; questi ultimi danno la colpa al fatto che oggi chiunque può pubblicare poesia sul web o a pagamento, chiamando in causa la cosiddetta “disintermediazione”: insomma non essendoci grande selezione, perché i filtri hanno perso autorevolezza, passa anche per poesia ciò che non è poesia, creando molta confusione. Ma c’è anche chi attribuisce la colpa alla società mediatica e tecnologica oppure al fatto che la poesia viene imposta in maniera noiosa a scuola oppure al fatto che oggi vengono considerati poeti i cantanti. È da decenni che i poeti hanno perso il loro mandato sociale, volenti o nolenti. Nel frattempo anche Chat Gpt riesce a scrivere poesie e su Internet ci sono dei generatori automatici di poesie. Se la creazione di una poesia tramite computer risale al  1961 quando Nanni Balestrini programmò un computer Ibm, oggi anche la poesia di ricerca, che crea poesie con l’ausilio dei nuovi mezzi informatici, è ormai superata, perché l’intelligenza artificiale sta velocemente sostituendo l’uomo. Si pensi solo al fatto che Rie Kudan ha vinto il più importante premio letterario giapponese grazie a Chat Gpt. Insomma tempi duri per gli scrittori e i poeti! Ma allora perché leggere libri di poesia oggi? 

             ○ perché, come dichiara Milo De Angelis, ogni   poesia  letta è “un seme raccolto”.

  • perché la poesia è “pittura parlante” per dirla alla Simonide. 
  • perché la poesia ti può far vedere le cose in un’ottica diversa, nuova.
  • perché la poesia arricchisce il linguaggio
  • perché come cantava Guccini nei poeti si cerca noi stessi (e talvolta ci troviamo in loro). 
  • perché la poesia aiuta a ricercare, se non a trovare un senso alle cose della vita e alla vita stessa. 
  • perché i poeti veri riescono a esprimere cose che noi abbiamo di solito sulla punta della lingua.
  • perché chi legge poesia esercita e migliora il suo senso estetico.
  • perché, nonostante quello che si dica e si voglia far credere, il livello medio dei poeti italiani è buono. 
  • perché per Vecchioni la poesia è una continua traslazione commotiva, cioè consente il passaggio di emozioni dall’autore al lettore senza che ci sia necessariamente un nesso logico. Il verso della Szymborska “senti come mi batte forte il tuo cuore” è un esempio lampante di tutto ciò. Ecco anche perché la poesia resta in parte inspiegabile, eppure trasmette emozioni. 
  • perché la poesia si pone le domande cruciali dell’esistenza.
  • perché il rapporto poetico, come sostiene Franco Buffoni, è sinallagmàtico. C’è uno scambio reciproco. Da una parte c’è lo sforzo di creare del poeta e dall’altra c’è lo sforzo del lettore di comprendere. 
  • perché il linguaggio può incidere sulla realtà,  anche se spesso avviene l’esatto contrario.
  • perché certi versi possono dare momenti di chiarezza esistenziale e fornire piccole verità. 
  • perché la poesia affina e migliora  l’empatia.
  • perché la poesia, sia letta che scritta, è una forma d’intelligenza e aiuta a mantenere in esercizio la mente.
  • perché la poesia è antistress.
  • perché i poeti veri riescono a parlare a tutti.
  • perché leggere un poeta significa immergersi dentro a un mondo nuovo o comunque dentro a una nuova visione del mondo.
  • perché con la poesia riusciamo a emozionarci.
  • perché come scrive Bukowski: “Che differenza c’è tra poesia e prosa? La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po’”. 
  • perché la poesia è l’unica merce inconsumabile, come scriveva Pasolini.
  • perché la poesia suscita riflessioni e pensieri.
  • perché nella poesia si possono trovare risposte alle nostre domande. 
  • perché la poesia ci può distrarre per qualche ora dell’orrore del mondo.
  • perché la poesia è anche una forma di spiritualità. 
  • perché la poesia può essere consolatoria. 
  • perché la poesia può dare speranza.
  • perché la poesia può far sognare.
  • perché la poesia può essere ansiolitica e anche antidepressiva.
  • perché la poesia può creare stupore e meraviglia. 
  • perché, se è vero che per essere poeti bisogna far parlare il fanciullino (ricordate Pascoli?), è altrettanto vero che per leggere poesia bisogna comunque riscoprire il nostro fanciullino.
  • perché leggere poesia aiuta la memoria.
  • perché la poesia è cultura.
  • perché spesso i poeti mettono in relazione le cose più disparate e più lontane tra loro.
  • perché la poesia ha sempre un suo ritmo e in ogni essere umano è insito il piacere derivante dalla musicalità della parola. Ogni verso con la sua musicalità può essere come il battito del cuore della madre nel liquido amniotico. Anche la poesia è quindi una forma di musica. 
  • perché la poesia è mistero. La poesia rinvia sempre ad altro, anche quella più semplice.
  • perché in poesia figure retoriche,  metafore, simboli sono importanti e l’uomo è un animale simbolico, come scriveva Cassirer. 
  • perché il linguaggio della poesia è spesso autentico e la stessa cosa dicasi per le immagini che ne scaturiscono.
  • perché la poesia stimola cerebralmente e aumenta le connessioni neurali.
  • perché la poesia non dà la salvezza ultraterrena, ma può aiutare a vivere meglio, persino a sopravvivere, migliorando il nostro benessere psicologico. 
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