Prosa un po’ poesia

Chissà perché, una volta morto, nessuno si vede in giro
per raccontare… come và? Della sua vita nell’aldilà.
Pietro, il portiere dell’hotel Paradiso con il suo sorriso
e un sarcastico depliant, in cielo ti da l’Antologia poetica.
Un rvm pratico di riprese sonore per capire chi in terra
t’ha veramente voluto bene dal buongiorno della vita!
Alla bacheca in paradiso è trascritto in geroglifico poetico
ogni anno si stila la lista di coloro che non hanno sfilato
la fede avuta dal Signore con il sacramento d’abitudine
per fare figli in famiglia e altri fuori, per un fioretto o
una preghiera di stato vaticano sempre, rompevano come me.
Tutti, dove il pregare s’incarna e si frega le mani a ogni
resurrezione d’altri per un miracolo, un bingo! D’abitudine
ed io, per contenere la disgrazia aberrante nella mia poesia,
dove c’è la gentil età che confondevo l’amare con l’armare l’intelletto.
Timido poeta le desideravo corte, le mie poesie! Con due frasi
dritte slanciate ben descritte bellissime piacevoli con il sorriso
e la parola profumata rosa con il petalo in bocca nel contorno siamese
il viso sfumato d’amor vissuto che al mattino nel raccontar s’apprezza.
All’alba con due occhi di sabbia marina blu salsedine mossi le palpebre
all’onda del mare, snelle al sole per la vita aitanti belle come non mai.
Forse! Io lo credevo da progetto divino… È un Sogno? Giampiero sogna!
Campa questa vita, se voli con la mente Stella! Se son rondini vivrai la tua
primavera bensì resto pavone gallinaccio per il brodo natalizio, alfin
passero solitario mi davano del pazzo tutti al sentir predicar in via profeta
lo scemo del duemila euro al mese.
Non sapendo che, ero io il folle che non si arrendeva mai e poi piangeva
le sue gesta con la sua immagine proposta davanti allo specchio della verità.

 

di Giampiero Iezzi

Articolo precedentePoesie in raccolta
Articolo successivoLezioni di giardinaggio planetario, il racconto teatrale attraverso la metafora del giardinaggio a la Cada dei Teatri di Roma