Aracoeli, una Chiesa Museo

Aracoeli, una Chiesa Museo – La Chiesa di Santa Maria in Aracoeli sorge sulla cima più alta del Campidoglio, dove si trovava l’arce o arx, l’antica rocca fortificata del Campidoglio e dove ancora più anticamente si trovava il tempio di Giunone Moneta e l’Auguraculum, l’altare costruito da Augusto e dedicato alla Vergine.

Era considerata antica già nel 574 quando i monaci greci vi officiavano; nel X secolo passò ai Benedettini e poi, nel 1250, Innocenzo IV la consegnò ai Francescani, che la ricostruirono, ampliandola, in stile gotico-romanico ed è, per questo, che la chiesa è nota come la ‘Cattedrale francescana’ di Roma. E’ considerata, inoltre, il fulcro della tradizione cattolico-apostolico-romana perché, qui, la Sibilla avrebbe predetto ad Augusto la venuta del Messia con la frase ‘Ecce Ara Primogeniti Dei’, da cui il nome della Chiesa, Aracoeli, l’Altare del Cielo. E’ la più antica traccia romana della venuta del Cristo in terra.

Per raggiungere l’ingresso bisogna percorrere una scalinata, abbastanza ripida, composta da 124 scalini di marmo. Quest’ultima, fu realizzata in occasione dell’anno santo, il 1348, e come ringraziamento dopo una scampata pestilenza.

Questa Chiesa, di straordinaria bellezza, è poi la ‘casa’ della Reliquia del Santo Bambino le cui notizie risalgono alla fine del XV secolo. La statuina fu scolpita da un francescano che, ultimata, una sera chiese aiuto, al Bambino su come dipingerla. L’indomani la trovò dipinta. Si narra, infatti, che questa statuina abbia dei poteri miracolosi e, a lei, si rivolgono centinaia di fedeli chiedendo aiuto per disgrazie o mali. Il santo Bambino fu rubato nel 1993 e, al suo posto, ora si trova una copia.

La chiesa fu, per il medioevo ed oltre, il Senato e Parlamento. Cola di Rienzo vi parlò al popolo; Carlo d’Angiò vi tenne parlamento; i guelfi romani si difesero contro l’imperatore Arrigo VII; Marcantonio Colonna celebrò il trionfo dopo la vittoria di Lepanto.

La facciata di mattoni rimane anche se i mosaici ed affreschi originali sono spariti.

Ha 2 linee spioventi e 3 portali, ad arco acuto i laterali e tondo il centrale, sormontati da bassorilievi degli evangelisti Luca e Giovanni. In alto 3 finestre, le laterali a rosa e quella centrale a ogiva, sormontate da una quarta.

Il rosone, fu tolto con Urbano VII per inserire una finestra con le api, stemma dei Barberini. A sinistra della facciata vi era il primo orologio pubblico di Roma, messo nel 1412, spostato poi al centro e quindi collocato, nel 1806, sulla torre del Palazzo Senatorio, ora è introvabile. A terra, all’ingresso, vi è la lapide dell’umanista Biondo. L’interno è a 3 navate divise da 22 colonne antiche e diverse. Sul pavimento, lastre sepolcrali ed il soffitto è decorato con simboli navali, in ricordo della vittoria di Lepanto. Nella contro-facciata, sostenuta da 2 angeli vi è un’iscrizione di Urbano VII. A destra dell’ingresso, il monumento del cardinale d’Albret e, sul muro, la pietra tombale di Crivelli; a sinistra la tomba dell’astronomo Margani, con statuetta del Redentore, della scuola di Sansovino.

Vi sono, inoltre, affreschi del Pinturicchio, un mosaico della fine del XIII secolo; una Madonna bizantina e molte altre opere di notevole rilievo ed è per questo, che la si può considerare una Chiesa Museo.

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