Risveglio. Allegoria di figure e musica in occasione dell’inaugurazione delle Gallerie d’Italia Piazza Scala, Milano

Risveglio. Allegoria di figure e musica in occasione dell’inaugurazione delle Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano

 

Videoproiezione sui palazzi di Piazza Scala ispirata all’opera di Giulio Artistide Sartorio, a cura di Studio Azzurro. Milano, giovedì 3 novembre 2011, dalle ore 20.30

 

 

La proiezione dell’opera Risveglio, che Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo hanno inteso inserire a pieno titolo nel programma di inaugurazione delle Gallerie di Piazza Scala, porta sulle facciate di Piazza Scala un’interpretazione originale dell’opera esposta all’interno delle Gallerie milanesi. Il dipinto si manifesta così alla città restituendo alla pubblica fruizione il suo valore di bellezza.

 

 

I personaggi del dipinto si liberano fluttuando tra le strutture architettoniche neoclassiche della piazza e invitando all’ingresso del museo.

 

La videoproiezione

 

 

I corpi eterei e smaterializzati delle figure del Simbolismo e del Liberty sono valorizzati dalle tecniche del mapping: i segni luminosi che danno vita alle architetture e inquadrano lo spettacolo in quattro momenti distinti. Il primo è quello del Sogno, nel quale tutti i palazzi sono coperti da un manto di seta celeste che cela la presenza di figure femminili. Sospese in una dimensione onirica, e giocando con il velo, esse scoprono le architetture sottostanti, le avvolgono. L’atmosfera delicata del sonno lascia spazio al secondo momento, quello del Risveglio, in cui nuove figure in controluce emergono da dietro le facciate. Lentamente, come risvegliandosi da un lungo sonno, i personaggi esplorano con i propri corpi lo spazio che li circonda. Durante la terza fase, i protagonisti reagiscono in un’opera di costruzione: erigere le colonne e il frontone delle architetture che li ospitano in un crescendo musicale.

Infine la facciata di Palazzo Beltrami rivela il dittico di Sartorio nella sua totalità, evocando le emozioni che ci attendono all’interno delle Gallerie.

 

 

Le musiche, tratte da Ravel e Debussy, accompagnano le suggestioni visive, offrendo un’esperienza contemporanea in armonia con il contesto culturale a cui l’opera di Sartorio appartiene.

 

 

Cenni sull’opera

 

Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – 1932)

Risveglio, 1908-1923

Tempera cerosa su tela, 178,4 x 396 cm

Collezione Fondazione Cariplo

Sono due le tele di Aristide Sartorio presenti alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano: Risveglio e Sagra, riferibili agli anni 1908-1923. Insieme con almeno altri dodici pannelli di minori dimensioni, attualmente dispersi, facevano parte dell’apparato decorativo della palazzina edificata nel 1923 in via Giovannino de’ Grassi a Milano per l’imprenditore metallurgico Giovanni Locatelli.

 

 

Le due tele, firmate e datate 1923, sembrano essere state riadattate da un lavoro precedente. L’autore trasformò il dittico nella celebrazione della partecipazione italiana alla Prima Guerra Mondiale apponendo in Risveglio la data dell’entrata in guerra contro l’Austria, 24 maggio 1915, e in Sagra quella della vittoria, 4 novembre 1918, accanto ai nomi delle principali battaglie.

 

 

A una prima analisi visiva le due tele appaiono realizzate di getto con una stesura rapida a grandi pennellate. Pur recuperando alcune figure e soggetti dalla decorazione per l’Esposizione Nazionale di Milano del 1906, i due teleri rivelano sensibili analogie con la serie eseguita tra il 1909 e il 1912 per l’aula del Parlamento, nella quale si svolge il racconto della storia d’Italia. Vi ritornano la stessa scelta coloristica, caratterizzata da tinte fredde e da improvvise accensioni cromatiche e l’impianto compositivo, ricavato, come noto, dalla suggestione dei marmi del Partenone e dei Trionfi di Hampton Court di Andrea Mantegna. Modelli che l’artista ebbe modo di studiare durante il soggiorno a Londra del 1908, fondamentale momento di aggiornamento del suo linguaggio simbolista sulla pittura preraffaellita.

 

 

Anche la tecnica pittorica a cera fredda su tela – una miscela di cera, acqua ragia e mastice, unita ai colori – è la stessa della decorazione romana, che fu preferita all’affresco per la rapidità di esecuzione e per l’effetto finale di particolare trasparenza.

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