Con Punto, il suo primo album, Malavoglia mette nero su bianco anni di sogni, cadute e ripartenze. Nove brani diversi, ognuno con un’identità sonora propria, legati da un filo comune: la verità di chi ha scelto la musica come compagna di vita.
Dalla prima esibizione a 8 anni al “no” ricevuto ad Amici, fino alla costruzione di un’identità artistica autentica, Malavoglia racconta sé stesso con coraggio e libertà. Punto è un inizio, ma anche una dichiarazione d’intenti: fare musica solo se si ha davvero qualcosa da dire.
Come è iniziata la tua avventura nel mondo della musica?
Ciao a tutti voi di Oltre Le Colonne, è un piacere essere qui a raccontarmi per voi.
La mia avventura nel mondo della musica inizia da lontano, esattamente quando avevo 8 anni. Mio zio mi portò a cantare Lucio Battisti sul palco durante uno dei concerti con la sua band, da lì ho iniziato a capire che con la musica stavo bene e che era un’ottima compagna e amica. Ho iniziato un viaggio che ancora non si è fermato; se devo fare il paragone con una delle mie altre grandi passioni, il calcio, posso dire che ho iniziato come amatore fino a puntare ai PRO. Vedremo se sarò abbastanza bravo e tenace da raggiungere la serie A, io ce la metto tutta.
C’è stato un momento decisivo in cui hai detto “questa è la mia strada”?
Paradossalmente ho capito che la musica fosse la mia strada quando ricevetti uno dei No più significativi del mio percorso. Ero ad Amici 11 e per colpa del NO di Rudy Zerbi non entrai nella scuola. Avevo 25 anni, ero artisticamente acerbo e quel no me lo fece capire.
Ma allo stesso tempo capii che nonostante il mio non essere pronto, se ero arrivato fino all’ultimo casting per entrare nel talent più ambito d’Italia con i miei pochi mezzi a disposizione, allora voleva dire che la mia musica arrivava.
Da lì è iniziato tutto.
E qualche anno dopo, su quel no, ci scrissi una canzone: SEI BRAVO MA…
E lasciai perdere la strada dei Talent, o meglio smisi di vederli come lidi felici. Iniziai la gavetta, tutto in salita e con grande fatica.
Però fu proprio lì che iniziai a capire dove il mio viaggio volesse portarmi.
Come hai superato le sfide che hai incontrato e cosa hai imparato da esse?
Le ho superate perché ho sempre pensato che se non affrontarle affatto sarebbe stato peggio che ricevere una porta in faccia.
Ho stretto i denti e ho capito che le crescite personali vengono insieme a quelle artistiche. Dovevo vivermi tutto sulla pelle, compreso i sacrifici, le cadute…e nel mezzo qualche soddisfazione.
Ho imparato molto da questo mio viaggio perché mi ha permesso di conoscere a fondo me stesso, superare i limiti che mi ero imposto e trovare molto coraggio.
Come hai visto evolvere il tuo stile musicale e artistico nel corso degli anni?
Devo dire che è cambiato molto, non ti so dire se si è evoluto ma sicuramente è cambiato rispetto a quando ho iniziato. Diciamo che quello che scrivo ora è pienamente MaLaVoglia, sono io, racconta me o qualcosa di me. Prima mi perdevo più nel mondo che mi stava attorno senza vedermi bene. Ogni tanto quando rileggo qualcosa di scritto di qualche anno fa, sorrido.
Sono cambiato molto, sì.
Quali consigli daresti a chi sta iniziando la sua carriera artistica?
Penso di essere la persona sbagliata alla quale chiedere consigli perché io non li ho mai ascoltati e ho fatto sempre di testa mia. C’è anche da dire che rispetto a quando ho iniziato io a fare musica il sistema musicale è cambiato molto, seguendo anche un cambiamento determinato da un cambio generazionale che ha inevitabilmente coinvolto anche il modo di fare musica.
Non saprei cosa dire a chi inizia ora, davvero.
Forse “buona fortuna” e di fare musica se si ha davvero qualcosa da dire e che viene da dentro.
C’è un messaggio o un’emozione che speri di trasmettere attraverso questo album?
Più che messaggi mi piace pensare alla mia musica come un vettore di pensieri, stati d’animo, emozioni, appunto. Quindi spero che qualcuno si riesca ad emozionare ascoltando HAMILTON o FREDDIE o qualsiasi altro brano dei 9 contenuti nell’album.
Hai intenzione di esplorare nuovi generi musicali nei tuoi prossimi progetti?
Sicuramente ho intenzione di realizzare e incidere tante delle nuove canzoni che ho scritto e che ancora aspettano di essere registrate; al genere di un brano non ci penso mai perché preferisco che sia il brano a scegliere il suo mondo musicale.
Non ho un genere musicale di riferimento e per ora preferisco perché mi rende libero di esprimermi senza vincoli. Se noti tutti i 9 brani contenuti in PUNTO raccontano una storia diversa e hanno un loro mondo musicale a sé. Sicuramente sarà così anche per i nuovi.
Di diverso ci saranno le tempistiche di realizzazione di questo secondo album.
Ho tanto da dire e tante cose da condividere che vorrei uscissero presto.
Grazie per l’ascolto.