Ligabue, è online il video di “Luci d’America”, il nuovo brano che anticipa il dodicesimo disco d’inediti in uscita a marzo

E’ online il video di “LUCI D’AMERICA”, il nuovo brano di Ligabue, prodotto da Federico Nardelli, che anticipa il dodicesimo disco d’inediti in uscita a marzo (Zoo Aperto/F&P Music Hub/Warner Music) e che sarà presentato live in estate durante il tour negli stadi.

Il video di “LUCI D’AMERICA”  è visibile al link:

Il video, scritto e diretto da Marco Salom, è stato girato in California. Il deserto lunare di Pinnacles, l’area disperata e malfamata di Skid Raw, le luci scintillanti di Hollywood, la ghost town di Trona, l’oceano di Malibu, una suggestiva foresta bruciata: sono solo alcune delle locations attraverso le quali si sviluppa il racconto.

Come America e Africa, citate nel testo del brano, sono due luoghi concettualmente agli antipodi, il video mostra due diversi modi di posare lo sguardo sulle cose.

Una visione ora reale ora filtrata degli interpreti evidenzia contraddizioni e differenze che caratterizzano l’essere umano, l’amore, la natura e nello specifico l’America. Ligabue e i protagonisti del video si proiettano in una California ora bellissima e luccicante, ora desolata e infinita, lasciando in sospeso tra ciò che è reale e ciò che viene percepito.

SCHEDA BRANO

Luciano (gr. Λουκιανός, lat. Lucianus), etimologia del nome: “nato dalla luce”. Da un sospiro o da un temporale.

Il primo bagliore del dodicesimo album in studio di Luciano Ligabue penetra attraverso una canzone che sembra arrivare da terre lontane, porta echi distanti di canti ancestrali africani, si spande lungo l’orizzonte come l’inizio di un nuovo giorno. E comincia con una richiesta ferma che suona come un’invocazione.

Vieni qui e guarda fuori, fammi un po’ vedere come tu la vedi”.

Gli occhi stanchi di guardare il mondo attraverso uno schermo, sfiniti dalle lacrime trattenute a stento, le palpebre appesantite dai cattivi pensieri che scavano rughe sulla fronte e dal sonno che manca sempre a chi crede che i giorni siano corti.

Sta lì, un uomo che sembra aver perso la fiducia un po’ sborona di chi un tempo invitava la sua compagna con un altro incipit memorabile (“Vieni qua che ti faccio vedere dov’è il nostro pezzo di mondo”) e che ha bisogno di uno sguardo in prestito per rivedere la luce e la speranza, oltre il fumo che sovrasta le apparenti macerie di un mondo in cui tutto pare disgregazione, odio, disumanità.

Ed è a una donna, che si rivolge. A una creatura dotata naturalmente di un senso della vita che è capace di vedere oltre la vita stessa. E che sorride, sempre per una ragione.

Non è l’amore, il bisogno primario dell’uomo che canta e che si racconta. Non ora, non qui. È un sentimento fatto di speranza concreta, di lucida follia, di quel modo tutto femminile di cogliere e sentire la realtà, senza l’illusione di rinchiuderla in un oculus, senza l’esigenza di renderla “aumentata” con elementi artificiali, senza nulla da rinchiudere nell’illusione di un virtuale che è migliore dell’originale. La realtà va vista e vissuta per quello che è. Le donne, lo sanno.

La canzone cerca l’illuminazione, si scalda con un raggio di sole che passa attraverso il finestrino e si accende nel chorus in cui risplendono le luci naturali e quelle artificiali di un mondo distante ma reale, di un viaggio verso lo stupore, la rivelazione, il piacere terreno.

In un’epoca in cui per guardare che tempo fa ci chiniamo su un display anziché volgere gli occhi verso l’alto, e uno schermo opaco è il filtro impenetrabile tra libertà di pensiero e verità assoluta, il sole fa ancora il suo dovere, per tutti. Indifferente, o quasi, alla nostra paura e alle nostre speranze.

Tanto vale amarsi, cercarsi, guardare al di là dei limiti in cui abbiamo incorniciato la nostra percezione della realtà. Nutrirsi di pane e fortuna, di vino e coraggio, prima di affrontare l’esperienza unica e irripetibile del viaggio.

Nelle immagini della canzone tornano prepotenti, e nient’affatto casuali, due elementi: il vino e l’America di “Lambrusco e Popcorn”, simbolo di un pezzo di mondo da riconquistare.

Ma l’America non è più quella di una volta: è terra apparentemente arida in cui la speranza è tatuata sul volto di una ragazza che ha ancora voglia di ballare. E il rosso denso e vivo del presente è un vino fermo, decantato negli anni, maturato con pazienza anche grazie al buio dei tempi cupi e pronto a brillare al sole e rendere brilli sotto la luna, capaci di meravigliarsi ancora e di scoprire che di certi miracoli uno può accorgersi soltanto da sveglio. Con gli occhi bene aperti.

Corrado Minervini

Sinossi

Il video racconta, attraverso una personale reinterpretazione della realtà virtuale, le contraddizioni e le differenze che caratterizzano l’essere umano, l’amore, la natura e più che mai l’America.

Il testo del brano cita l’America e l’Africa, due luoghi geograficamente e concettualmente agli antipodi, così come, il punto di vista personale sulle cose, cambia diametralmente la percezione delle stesse.

Ligabue e i nostri protagonisti, si proiettano in una California bellissima, desolata, luccicante e infinita. Vedono luoghi diversi da quelli in cui si trovano e vivono anche proiezioni di loro stessi diverse dalla realtà.

Il deserto lunare di Pinnacles , l’area disperata e malfamata di Skid Raw, le luci scintillanti di Hollywood , la ghost town di Trona, l’oceano di Malibu, una suggestiva foresta bruciata: sono solo alcune delle locations attraverso le quali si sviluppa il racconto.

Nel cast anche l’artista australiana Maya McClean, ballerina che dal 2006, con la sorella gemella, ha affiancato e coreografato le performance di Prince.

 Marco Salom

Regista e produttore, ha collaborato con i più importanti artisti del panorama italiano, tra gli altri

Jovanotti, Elisa, Negramaro, Tiziano Ferro, Skin. La collaborazione con Luciano Ligabue ha generato diversi riconoscimenti, Il Premio Videoclip Italiano (miglior video) con “Ci sei sempre stata” ed il premio Mediastar per “Il mio pensiero”. Ha diretto il docufilm “Ligabue Campovolo il film 3D”, distribuito nel 2011 da Medusa in 385 sale cinematografiche e, ancora ad oggi, il più alto incasso al box office in Italia per un film musicale.

LIGABUE LUCI D’AMERICA

CREW LIST

WRITTEN AND DIRECTED BY

MARCO SALOM

DIRECTOR OF PHOTOGRAPHY

ANDREW RUSSO

EDITOR

MATTEO CATALDO

COLORIST

CLAUDIO BELTRAMI

VFX

EDI EFFETTI DIGITALI ITALIANI

ROSARIO BARBERA

ALESSANDRA SPADARO

STEFANO LEONI

FRANCESCO GRISI

WADROBE

CHIARA COXY RODONI

MAKEUP DEPT HEAD

DESIREE FALCON

MAKEUP ASSISTANT

LATOYA DESHAUN

L.A. PRODUCTION

EXECUTIVE PRODUCER

MARCO SALOM

PRODUCERS

VERONICA RADAELLI

LORENZO MAZZE’

COORDINATOR

RAIN ZHENG

DIRECTOR ASSISTANT

ROBERTO SIBONI

PRODUCTION COMPANY

CROSSMEDIAFILMS

1st AC

MATTEW BOREK

2nd AC DIT

STEVEN LIPSON

DRONE OPERATORS

DREW COBB

SAM NAPOD

GAFFER

ED JOYCE

DRIVERS

TODD WILLIAMS

DAVID BORKHEAD

BTS

RANDY KOSZELA

POLICE OFFICERS

WILLIAM JUSTICE

ANGEL CERVANTES

LIGABUE LUCI D’AMERICA

CAST

SKID ROW GIRL

MAYA McCLEAN

GHOST TOWN GIRL

LEOTA RHODES

CAR GIRL

NATALIA BERGER

CAR GUY

LUKA TARTAGLIA

BURNED FOREST GIRL

DRE DAVIS

BURNED FOREST GUY

JACKSON TILLER

LITTLE GIRLS

MYLA RUSSO

EMERY RUSSO

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