Il Mart di Rovereto inaugura il ciclo di incontri dedicato alla Transavanguardia

Il Mart di Rovereto, con una mostra e un convegno di studi, apre il ciclo di riflessioni sulla Transavanguardia, l’ultimo movimento artistico italiano internazionale, teorizzato nel 1979 da Achille Bonito Oliva. Da oggi 11 novembre e fino all’8 gennaio 2012, una mostra intitolata “Transavanguardia”, riunisce 25 opere di Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino, tutte provenienti dal recente lascito del collezionista milanese Alessandro Grassi.

 
Il convegno di studi al Mart si propone come punto d’avvio di una serie riflessioni critiche a livello nazionale sulla Transvanguardia. La giornata è stata aperta da un saluto di Achille Bonito Oliva e da Gabriella Belli, a cui è seguito un intervento del filosofo Franco Rella, che ha tratteggiato l’orizzonte culturale entro cui è maturata la vicenda della Transavanguardia. Ricostruendo una linea dell’evoluzione del pensiero occidentale (Hegel, Bataille, Kogéve, Deleuze, Lyotard, Foucault) che ha generato il pensiero postmoderno, Rella ha proposto un interessante parallelo tra Michel Foucalt e la Transavanguardia: “Foucault ha constatato la catastrofe della fine della storia e ha proposto una sorta di immanenza storica in un eterno presente nomadico. La Transavanguardia italiana nasce in questo contesto.”
 

La fortuna critica della Transavanguardia è stata al centro degli interventi di Elisabetta Barisoni e Giorgio Verzotti. La prima ha documentato come sia stato importante e precoce l’interesse del mondo dell’arte di area tedesca.
 

Verzotti ha ricordato la forte diffidenza riscontrata invece, sia a livello di critica che di mercato, negli ambienti milanesi. “E’ stato un caso di cattivo funzionamento del sistema dell’arte italiano – ha spiegato Verzotti – Eravamo riusciti ad imporci all’attenzione internazionale, ma al momento della verità ci siamo presentati divisi.”
 

Gli interventi finali di Andrea Bruciati e Martina Cavallarin hanno allargato la riflessione critica al presente e al recente passato. Bruciati ha rilevato come nella pratica artistica di una generazione di ventenni e trentenni italiani stia ritornando un apprezzamento per la manualità dell’esecuzione che si può porre a confronto con la lezione della Transavanguardia. Cavallarin ha invece ripreso la riflessione critica di Bonito Oliva del 1978, riflettendo su alcuni degli assunti più impegnativi di quel ragionamento – come l’idea di “progettare il passato”. Secondo Cavallarin un aspetto della vicenda della Transavanguardia che va indagato ulteriormente è quello della sua vicinanza ad alcuni aspetti dell’arte concettuale e in particolare all’opera di Vincenzo Agnetti.

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