Flavio Zen e la sua Kotodama

Fuori dal 19 novembre “Kotodama”, il nuovo singolo di Flavio Zen. L’artista è tornato con un brano che parla di come, a volte, bisogna lasciarsi alle spalle vecchie abitudini in modo da cambiare mindset per passare all’azione. Non importa cosa o come, spesso è importante fare, restare in movimento e aggiustare il tiro man mano che si procede.

Flavio Zen – Kotodama

Kotodama, il tuo nuovo singolo, è accompagnato da un videoclip. Chi ha scritto la sceneggiatura e perché è molto incentrata sul live?

La sceneggiatura del video è scritta a quattro mani sotto il vigile occhio di Toma Azzarone, regista con cui collaboro da più di un anno e con il quale ho realizzato anche il video di “Om mani padme hum”. L’idea di incentrare tutto sul live deriva da vari aspetti. Prima di tutto il voler dare un diverso significato alle parole del testo, principalmente del ritornello, dove parlo di come sia difficile emergere in questa marea di musica emergente e che l’unico modo per farlo davvero sia quello di affidarsi al potere delle parole, il Kotodama appunto, lo spirito della parola.

Cosa vuoi trasmettere al pubblico con la tua Kotodama?

I rapper in generale parlano poco di tematiche introspettive e di rapporti sociali, per cui lo faccio io. Con questo brano vorrei invogliare la gente a prendersi i propri spazi di solitudine e riflettere su ciò che si vuole davvero, spingere loro a chiedersi se davvero sono circondati di persone che credono in loro e capire quando è il momento di isolarsi, prendere la rincorsa e fare il salto.

Hai già un bel seguito, come sei riuscito a creati una fan base così solida? Quale consiglio daresti a chi si approccia per la prima volta in questo settore?

Lo dicono tutti in tutti i contesti, lo so, ma essere autentici e sinceri è l’unico modo per guadagnarsi la stima delle persone. Fingere di essere qualcun altro può farti avere un picco iniziale ma ben presto tutto emerge e tutti vedono chi sei. La gente mi vuole bene perchè non ostento il mio talento poiché io non lo vedo semplicemente come un dono divino o robe del genere, cerco di mostrare a chiunque che le cose che ognuno di noi sa fare sono frutto di scelte, di duro lavoro.

La pandemia ha cambiato il tuo modo di scrivere e creare musica?

Non molto, anche se la reclusione della fase iniziale della pandemia mi ha dato molto più tempo da dedicare al mio lavoro e sicuramente ho avuto modo di perfezionare il tiro della direzione che stavo prendendo.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Ho sempre tante idee che mi frullano ma spesso si scontrano con le circostanze per cui, come dicevo poco fa, aggiusto man mano la traiettoria facendomi guidare dall’istinto. Ho altri singoli prnti e altri in lavorazione, forse li raggrupperò in un album, vedremo.

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