Dall’Edicola di Fiorello al tour italiano, Piji et BateauManouche tra jazz francese e canzone d’autore italiana

Dall’Edicola di Fiorello al tour italiano, Piji et BateauManouche tra jazz francese e canzone d’autore italiana – Mercoledì 9 marzo il nuovo quintetto acustico del pluripremiato cantautore romano Piji, nato lo scorso gennaio come orchestra dell’Edicola di Fiorello, “sbarca” al Vinile di Roma per uno scatenato concerto danzante, dopo aver inaugurato il nuovo tour italiano al Teatro di Acquapendente e al Teatro Civico di Norcia.

E’ il giovane cantautore più premiato d’Italia. Ma, soprattutto, è l’unico cantautore electro-swing italiano.
Dopo aver portato il suo mix di elettronica, canzone e swing anche in televisione su RaiDue con Renzo Arbore, dopo essere stato ospite dei tour di Simona Molinari e aver raccontato questo genere ancora quasi misconosciuto in Italia con un numero impressionante di concerti e importanti partecipazioni radio-televisive, Piji, al secolo Pierluigi Siciliani, torna al jazz acustico. Mercoledì 9 marzo alle ore 21.30 sbarcherà a Roma con la sua nuova formazione “Piji et BateauManouche” nata lo scorso gennaio sotto una buona stella, quella di Fiorello: il quintetto prende vita come orchestra dell’Edicola Fiore, miracoloso format di rassegna stampa umoristica inventato dallo showman catanese in onda via web o via radio, per poi navigare come un vero battello in tour nelle sale da concerto di tutta Italia: tra le ultime date, il Teatro Boni di Acquapendente in collaborazione con Radio2 e il Teatro Civico di Norcia.
Il concerto romano del 9 marzo si terrà al Vinile, bellissimo club di via Libetta 19, e sarà ad ingresso gratuito: per tutta la sera si “navigherà” tra Italia e Francia, tra la Senna e il Tevere, con eleganza, teatralità, poesia, virtuosismo e scatenata festa danzante. E, tra le canzoni satiriche e romantiche di Piji e “assurde” rivisitazioni jazzistiche, anche un omaggio diretto al padre del genere: Django Reinhardt.

 

“Piji et BateauManouche” è un ponte tra jazz e canzone d’autore, tra swing e pop italiano. L’elegantissimo e festoso linguaggio inventato da Django Reinhardt nella Parigi degli anni ’30, viene fatto “reagire” con le canzoni di Piji e con alcuni classici del pop italiano come “Il mare impetuoso al tramonto” di Zucchero, “Scende la pioggia” di Gianni Morandi, “Balliamo sul mondo” di Ligabue, “Giudizi universali” di Samuele Bersani, “Je so’ pazz” di Pino Daniele, ma completamente rivoluzionati, come nel caso di “Xdono” di Tiziano Ferro che sembra somigliare a un brano di Fred Buscaglione con i suoi Asternovas o “L’estate sta finendo” che da ritmato balneare dei Righeira diventa una struggente ballad.

Arrangiamenti spiazzanti, ironie musicali e momenti di grande solismo jazzistico grazie anche agli straordinari componenti di questo battello, tra i più importanti esponenti italiani del genere jazz-manouche: Gian Piero Lo Piccolo e Augusto Creni, già nel “Piji ElectroSwing Project”, l’uno il funambolico e strabiliante clarinettista dal linguaggio d’antan che vanta collaborazioni con Angelo Debarre, Simona Molinari e Demo Morselli Band, l’altro il raffinato chitarrista manouche, attento studioso del linguaggio di Django, che ha studiato con Jim Hall e suonato con Stochelo Rosenberg, Mandino Reinhardt e Lollo Meyer. E poi, freschi di collaborazione con Piji, Moreno Viglione, scoppiettante chitarrista manouche con un importante curriculum nel mondo del pop, da Patty Pravo a Mimmo Locasciulli nonché membro dell’orchestra di Web Notte per Repubblica.it e Renato Gattone solido contrabbassista jazz e swing tra i più attivi in Italia, con collaborazioni del calibro di Enrico Montesano, Renzo Arbore e Fabrizio Bosso, nonché ideatore di molti festival dedicati al gipsy jazz.

 

In continuo bilico tra jazz e canzone d’autore, Piji negli anni è riuscito avere la stima del Club Tenco e del Roma Jazz Festival, ha calcato i palchi di Umbria Jazz, Pescara Jazz, Verona Jazz, Villa Celimontana Jazz Festival, è stato per 2 anni “resident” all’Alexander Jazz Club di Roma, ed è tra i promotori della rinascita swing romana. Ben sedici volte è stato primo classificato nei più importanti premi italiani dedicati alla canzone d’autore, ha raccolto apprezzamenti persino da Vasco Rossi che pubblicò on-line il video della sua rivisitazione electroswing di “C’è chi dice no”.

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