carcerAzioni. Prigionie dei nostri tempi. Mostre incontri e proiezioni

Il progetto carcerAzioni indaga il concetto di libertà attraverso mostre, incontri, letture, proiezioni, laboratori e performance ospitati in alcuni spazi per la cultura e musei della città di Roma.  “carcerAzioni” come metafora della vita nel passato e nel presente: dalla prigionia nelle carceri alla scelta di isolarsi dal mondo, dall’impedimento fisico al disagio esistenziale.

 

 

FEBBRAIO 2014

 

SALA SANTA RITA

 

11 febbraio 2014, ore 18.30  

Incontro “Memorie, Roma: luoghi, corpi, storie”  

Intervengono: Jacopo Benci, artista visivo, Martina Donati e Antonio Parisella, Presidente del Museo storico della Liberazione; modera Roberta Perfetti

Nell’ambito della mostra “Passaggi nella città prigioniera

 

CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA

 

RASSEGNA DI DOCUMENTARI SULLA VITA NELLE CARCERI ITALIANE:

 

5 febbraio 2014, ore 20.30

Introduzione a cura dei registi

“L’ora d’amore” di Andrea Appetito e Christian Carmosino, Italia 2009, durata 52’

Tre interlocutori, tre diverse ed intense storie d’amore ostacolate dalla reclusione carceraria. Accanto ai detenuti gravitano amanti, figli, amori perduti che, attraverso le parole e gli sguardi dei primi, vengono presentati allo spettatore come un’essenza indispensabile nella vita dei protagonisti.

 

6 febbraio 2014, ore 20.30 

Introduzione a cura del regista

“Milleeunanotte” di Marco Santarelli, Italia 2012, durata 82’

Le api e i detenuti. Insetti e uomini, vite ed esistenze solo all’apparenza incomparabili, due mondi così lontani ma così vicini. Entrambi possono stare all’aperto, ma per poche ore e secondo orari stabiliti e regole ben precise. Entrambi vivono in luoghi molto affollati e spesso rumorosi e se spesso non siamo a conoscenza di quello che succede in un carcere, paradossalmente ne sappiamo di più della vita in un alveare ogni qualvolta un apicoltore alza ed abbassa i telai mobili per raccogliere il miele.

 

7 febbraio 2014, ore 20.30 

Introduzione a cura di Federico Petrangeli sulle normative di legge che riguardano le detenute e i loro figli

“Fondamenta delle convertite” di Penelope Bortoluzzi, Italia 2008, durata 117’

Un anno nel carcere femminile di Venezia: la vita quotidiana nei corridoi e negli spazi comuni di questo ex-monastero affacciato sulla laguna.

Le celle sono aperte durante il giorno e chiuse solo la notte. Un piano, il “nido”, è destinato alle carcerate con figli, che possono vivere con le madri fino ai tre anni.

“Mille giorni di Vito” di Elisabetta Pandimiglio, Italia 2009, durata 10’

Esiste chi è condannato a vivere dietro le sbarre senza aver commesso reati: i figli piccoli delle detenute. Vito è uno di loro. Compiuti tre anni, come prescrive la legge italiana, è tornato libero portandosi dietro il peso della sua infanzia così particolare.

 

 

INCONTRI E LETTURE

 

13 febbraio 2014, ore 17.30

Incontro: “Due esperienze parallele di intervento nel carcere: Rebibbia e Regina Coeli”

con Francesca Cerocchi e Sara Modigliani. Entrambe raccontano il rapporto che hanno avuto, attraverso due diverse modalità di relazione, con i detenuti e gli obiettivi del loro intervento/ricerca nella realtà carceraria e il risultato della loro esperienza.

A cura del Circolo Gianni Bosio

27 febbraio 2014, ore 18.00

Incontro “Sanità e relazioni familiari: i diritti negati ai detenuti”

con Federico Pentrangeli e Valentina Calderone

In collaborazione con l’associazione “A buon diritto” e l’associazione “A Roma insieme-Leda Colombini”

 

28 febbraio 2014, dalle ore 16  alle ore 20.00

Lettura collettiva di “Quando hanno aperto la cella – storie di corpi offesi” di Luigi Manconi  e Valentina Calderone

In Italia in carcere si muore. Alcuni sono suicidi, altri no. E si può morire nel reparto detentivo di un ospedale, come Stefano Cucchi; per strada, come Federico Aldrovandi; legati mani e piedi a un letto di contenzione, come Franco Mastrogiovanni. Si può morire anche durante un arresto, una manifestazione di piazza, un trattamento sanitario obbligatorio. «Quando hanno aperto la cella» porta alla luce le storie di persone che sono entrate in prigione, in caserma o in un reparto psichiatrico e ne sono uscite senza vita.

 

 

CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA

Via San Francesco di Sales, 5

 

SALA SANTA RITA

Via Montanara, 8 (adiacente a Piazza Campitelli)

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