Al via il No.Ma Festival a La Casa del Jazz di Roma

casa del jazz

 

NO.MA Festival è un idea di festival a forte caratura giovanile che deriva dall’esperienza fortunata delle iniziative di musica letteratura e video fatte da Normali Marziani.

La prima serata, domenica 29 gennaio 2012 alle ore 21, sarà dedicata all’ibridazione fra musica e parola: in un’età come quella contemporanea così segnata dalla contaminazione dei generi, può essere interessante dare visibilità ad alcuni progetti di accompagnamento, di fusione, di intensificazione poetica, fra parola e musica.  “Gli Scontati”,  duo voce e pianoforte, composto da Lorenzo Kruger (voce dei Nobraino) e Giacomo Toni  ospiteranno in apertura del loro concerto il
giornalista e critico musicale, nonché anima pulsante del Club Tenco, Enrico de Angelis per un tributo al grande autore Paolo Conte.  Enrico de Angelis leggerà alcuni brani tratti dal suo ultimo lavoro: “Tutto un complesso di cose. Il libro di Paolo Conte” pubblicato da Giunti Editore.
Sarà il teatro canzone di Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci  a concludere il No.Ma Festival.Martedì 31 gennaio 2012, Andrea Labanca,  milanese con origini lucane,  apprezzato dallo stesso Jannacci e da Ivan Della Mea ci presenterà il suo spettacolo “I pesci ci osservano”, un lavoro serio, profondo e spiritoso, opera prima di un autore che dimostra apertamente di avere assimilato ed elaborato al meglio la lezione di maestri come Gaber e Jannacci.  A seguire il giovane ed affermato cantautore romano  Lorenzo Lambiase, proporrà una piccola antologia che riassume il percorso musicale tra psichedelia, elettronica, pop ed influenze post-rock. Questa dimensione sonora si fonde con la profonda ed attenta ricerca nella scrittura dei testi,  plasmando la figura del cantautore alle sonorità più sperimentali e contemporanee.

Calendario e cast artistico

Domenica 29 gennaio 2012
Casa del Jazz –  V.le di Porta Ardeatina, 55  –  00154 Roma  –
Ore 21,15  Gli scontati  special guest: Enrico de Angelis

TUTTO UN COMPLESSO DI COSE. IL LIBRO DI PAOLO CONTE
Giunti Editore – Collana Bizarre

“Un classico, in mezzo a tante, troppe cose scritte su di me” – Paolo Conte

Una biografia completa sarebbe stata faticosa, un saggio musicologico avrebbe corso dei rischi, un libro solo fotografico sarebbe stato poco. Si è scelto così questo zibaldone spumeggiante e sorprendente, questo “spettacolo d’arte varia” con foto, disegni, scherzi, citazioni, ricordi e analisi che somiglia tanto al nostro soggetto: Paolo Conte, jazzista, cantautore, caporchestra, filosofo, enigmista e umorista.
Una presenza originale e intrusiva nella scena musicale del nostro tempo, che da decenni si esprime con dischi e concerti testardamente speciali.
“Un grande autore della letteratura contemporanea”, come propone Giampaolo Dossena nella prefazione, che non dimentica di essere anche “un equilibrista” (parole del diretto interessato) “che in concerto in qualche modo deve arrivare in fondo. E se arriva l’applauso, è proprio l’applauso da circo, da saltimbanco che mi interessa, più della ricerca che qualcuno ha fatto, magari molto bene, sulle mie canzoni”.

All’interno del libro:
–    testi e dipinti di Paolo Conte
–    una lunga intervista realizzata da Monique Malfatto;
–    scritti di Gino Bartali, Roberto Benigni, Riccardo Bertoncelli, Stefano Bollani, Gino & Michele, Annino La Posta, Monique Malfatto, Vincenzo Mollica, Giovanni Raboni, Amilcare Rambaldi, David Riondino, Sergio Secondiano Sacchi, Michele Serra, Vito Riviello e altri.
–    disegni di Altan, Cavezzali, Crepax, Echaurren, Manara, Pazienza, Pratt, Rubino, Staino;
–    foto d’ogni epoca;
discografia illustrata compilata con Michele Neri e Franco Settimo.

Martedì – 31 gennaio  2012
Casa del Jazz –  V.le di Porta Ardeatina, 55  –  00154 Roma

Ore 21,00  Andrea  Labanca
Ore 22,00   Lorenzo Lambiase

Recentemente Tino Sehgal ha voluto Andrea Labanca per la sua opera, in anteprima mondiale, “THIS IS CRITIQUE” alla Villa Reale di Milano prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi (http://artforum.com/diary/id=21464), affidandogli una performance molto complessa di improvvisazione filosofica.

Performance song

“I Pesci ci Osservano” di Andrea Labanca è stato disco della settimana di Fahrenheit, celebre programma di approfondimento culturale di Radio3 Rai, in occasione della settimana dedicata ai diritti del rifugiato politico con conduttori stranieri.

“I Pesci ci Osservano“ è stato ospitato anche da:
Diavolo Rosso Asti,  Pentesilea Milano, Strike Roma, Leoncavallo; Cox18 Milano; Alice nella Città Cremona; TeatroI; Binario7– Monza; Ca Du Dria – Genova, La Gouttière ; Alimentation Générale Parigi.

“I PESCI CI OSSERVANO”, è  distribuito da Egea  edito da Preludio, composto da nove brani inediti, scritti e cantati da ANDREA LABANCA, che danno vita ad uno spettacolo indefinibile, in precario equilibrio tra la canzone d’autore e il teatro dell’assurdo, con uno scenario musicale totalmente, coraggiosamente ‘altro’ e interamente nelle mani, o meglio, nel canto e nell’interpretazione di Andrea Labanca, marcato da un forte retro-gusto di teatro canzone.
Il racconto è quello di una biografia generazionale, che rimane orfana il 12 Dicembre 1969 in Piazza Fontana e continua non avere delle risposte con una “discreta costanza” dal mondo sia politico che sociale.
Si arriverà alla conclusione che se non si può proprio guidare questi anni di “sputtanamento” forse allora meglio danzarci dentro e perdercisi, come si fa con del liquore o con del LSD, quindi siamo tutti ragazzi che si sentono “Rock” e invece “ sono pop” schiacciati dal conformismo.
La canzone “Il cappotto di Hemingway” è un omaggio alla grande letteratura noir milanese ed ai suoi eroi testimonianza di un gustoso aneddoto della vita del grande cantautore anarchico Ivan Della Mea.

«Ballate, blues, fuochi fatui, zingari del pallone e palombari (palombari no!) tutto in un vortice che cade verso il basso a divorare poveri scrittori in “erba” e ragazze biondissime del mar Nero che sniffano dall’orlo del baratro. Ci sono ‘cougar’ sempre più affamate in giro!

Tranquilli, il facocero non è ancora arrivato. Solo allora si potrà danzare con la bambola afgana.
“Rakia, vodka, coca, ogni biglietto è quello vincente” dice il giostraio “venghino donne!”.
Dalla terrazza del Tackeles si può ancora vedere il mondo e sperare; dalla terrazza del Tackeles si può ancora sognare e guardare la Valle dei Cedri.
Oblomov, ricorda, i pesci ci osservano».
E questa angolatura rende tutto imprevedibile ma molto chiaro, affidandoci una visuale che ci suggerisce il presagio di un sereno disastro.
Tra provocazione culturale e rammarico disfattista, lo spettacolo (come il disco cui si ispira) sviluppa un percorso fatto di citazioni, riferimenti e personaggi, che delineano la costellazione artistica di Andrea Labanca, fatta di buona letteratura ma anche di cinema e di teatro.

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55 Roma
Info: 06/704731
Ingresso  5 euro

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