White Ear e Femmina insieme con “Drowsy Dream”

Il singolo dal 22 luglio su tutte le piattaforme digitali e radio

“Yes, I do, I want everything
And yes, I do, I mean everything”

Dal 22 luglio esce per Last Floor Studio su tutte le piattaforme digitali e radio Drowsy Dream, nuovo singolo del producer pugliese di stanza a Bologna White Ear interpretato insieme alla incalzante voce di Femmina e che anticipa l’album di prossima uscita “Right Here”. Le due voci di White Ear e Giorgia Faraone alias Femmina non si alternano in un botta e risposta ma si pongono le stesse domande, rispondendosi allo stesso modo. La voce di Giorgia in questo brano mostra il suo lato energico ed incisivo, a tratti irriverente, pungente, senza nascondere la sua caratteristica sensualità. La canzone è nata da un riff di chitarra improvvisato per la prima volta in una sessione live. Su questo riff minimale si sviluppa la tessitura elettronica sorretta da un continuo rintocco, come se qualcuno bussasse alla porta per rompere un sogno ad occhi aperti.

“Un sogno ad occhi aperti, soporifero, guidato dall’illusione di poter avere tutto ovunque in qualsiasi momento, di essere in contatto col mondo intero, di mostrare una vita perfetta che piace a mille persone, di rincorrere un mondo di sogni per continuare a tenere gli occhi semichiusi in un perenne stato di sonno/veglia. Le strofe incalzano in una serie di domande la cui risposta è nel refrain ‘Yes, I do, I want everything and yes, I do, I mean everything’” – White Ear.

CREDITS
“Drowsy dream” – White Ear feat. Femmina
Lyrics: Davide Fasulo, Robert Lincoln Hackett
Music: Davide Fasulo
Performed by: White Ear (Davide Fasulo), Giorgia Faraone (Femmina)
Cover: Sara Garagnani
Label: Last Floor Studio / CNI Compagnia Nuove Indye
Mix/Master: Last Floor Studio

White Ear è un live-set di strumenti elettronici ed acustici. Suoni e beat sono generati e manipolati in tempo reale in un flusso di brani che si susseguono come in un dj-set, con lente sovrapposizioni e variazioni di velocità. Le griglie ritmiche e i paesaggi sonori sono spesso suggeriti da campioni tagliati sul momento o frammenti di registrazioni ambientali. Il filo che unisce i diversi momenti della performance è il dialogo tra beat graffianti e giochi di consonanze e dissonanze nati dall’imprevedibilità dei campionamenti. Diversi collaboratori hanno partecipato al disco in uscita “Right here” (Last Floor Studio, CNI Compagnia Nuove Indye) e prendono parte alle esibizioni live. Tra gli ospiti troviamo Vinx Scorza, Giorgia Faraone (alias Femmina), Meike Clarelli e Vincenzo Destradis.

Davide Fasulo, nome all’anagrafe di White Ear, è un polistrumentista e producer brindisino, trasferito a Bologna nel 2001, attualmente impegnato con il quartetto elettro-acustico Dueventi e varie produzioni in contesti diversi come installazioni, performance, sonorizzazione video e incisioni in studio. Dopo gli studi classici, studia jazz con i maestri Nico Menci, Teo Ciavarella e Fabrizio Puglisi. Come compositore di colonne sonore e musicista di scena ha collaborato con diverse realtà teatrali tra cui Oscar De Summa, Teatro dei Gatti, Opificio d’Arte Scenica, Ivano Marescotti, Teatrino Giullare, Teatro Sotterraneo. Tra le attività teatrali più recenti “il Piccolo Principe” (2021, regia Riccardo Frati, produzione ERT) e “Lingua Madre” (2021/22, regia Lola Arias, produzione ERT), in questo momento in tour europeo. Durante la sua carriera ha condiviso il palco con artisti di varia estrazione stilistica, tra cui Vinicio Capossela, Mika, Giorgia, Malika Ayane, Fiorella Mannoia, Pasquale Mirra, Ares Tavolazzi, Massimo Manzi, Piero Odorici, Linley Hamilton, David Lyttle, Daniele Di Gregorio, Mirko Guerrini, Marco Tamburini, Christophe Rocher e tanti altri.
Tra il 2004 e il 2009 conduce un ensemble di 10 elementi, la Pan Gea Orchestra, suonando dal vivo per spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche con brani di propria composizione. Tra gli eventi più rilevanti, “Omaggio a Ravel”, una rivisitazione del celebre Bolero che debutta al teatro Astra di Vicenza nel 2007, e la sonorizzazione dal vivo di un medio-metraggio di Charlie Chaplin al festival Strade del Cinema (Torino, 2009).
Nel 2017 ha composto la sigla e alcuni jingle per la trasmissione “Facciamo che io ero” (Raidue, con Virginia Raffaele) al fianco del maestro Teo Ciavarella.
Da sempre coltiva la passione per la musica elettronica, con un’attenzione particolare verso la manipolazione istantanea dei suoni, l’imprevedibilità di fattori random, la ricerca di quegli errori che giocano in contrasto con la severa regolarità delle macchine.

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