Valvasone, i prossimi appuntamenti della stagione concertistica 2014

Valvasone, i prossimi appuntamenti della stagione concertistica 2014 –  41° stagione concertistica, 1° maggio e 18 maggio – 1 giugno 2014,
Duomo del Ss. Corpo di Cristo e Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo

Il 2014 vede per Valvasone e la sua Associazione per i Concerti di Musica Antica raggiungere il bel traguardo dei 40 anni di attività con la presentazione della 41° stagione concertistica. Come ricordato lo scorso anno, è un bel traguardo: non poche associazioni volontarie, non sostenute da alcuno sponsor di rilievo che non siano gli enti pubblici (Provincia e Comune in primis), riescono a portare avanti una serie così lunga di appuntamenti che non sono di immediato richiamo. Forse la giovanissima età dei componenti l’associazione quando hanno deciso di iniziare questa avventura e la consapevolezza, cresciuta nel tempo insieme con le acquisizioni d’archivio, storiche, ecc., di essere i custodi dell’unico organo cinquecentesco veneziano giunto sino a noi pressoche integro, hanno aiutato molto a tener duro e a continuare a proporre – tra molte difficoltà, specialmente finanziarie – una serie di appuntamenti annuali che hanno portato a conoscere questo gioiello in tutta Europa e oltre.

Questa 41esima stagione è stata intitolata Ritorno alle Fiandre perche il programma intende ricordare e celebrare i numerosi musicisti fiamminghi che hanno influenzato (si pensi alla presenza 35ennale di Adrian Willaert alla Cappella di San Marco a Venezia) o contribuito con le loro opere non solo musicali (ricordiamo che proprio a Valvasone lo strumento del Colombi venne restaurato nel 1577 da Ludovico Arnoldo fiammingo dopo aver precedentemente aggiunto un registro di tromboni, il tamburo e il «rossignolo» a quello del duomo di Gemona) alla vita musicale veneziana, italiana ed europea. Un concerto in particolare si soffermerà sul viaggio che Frescobaldi ha effettuatom nelle Fiandre mettendo quindi in contato, una volta di più la musica romana con i musicisti delle Fiandre.

Grazie all’unificazione delle province dei Paesi Bassi, operata dai duchi di Borgogna nel primo Quattrocento, l’economia, la cultura e l’arte ebbero nuovo fervore incontrando una popolazione densa, laboriosa e prospera. Per quanto riguarda la musica, le chiese, le cattedrali (cui afferiva una ricca borghesia) offrivano congruo sostegno finanziario per lo studio di quest’arte ai cantori delle proprie cappelle: giovani fanciulli venivano selezionati e formati come in una sorta di conservatorio, insegnando loro, per alcuni anni, il latino, il canto gregoriano e la composizione. A partire da quest’epoca, l’intensità della vita musicale e l’organizzazione delle scuole corali elevarono i Paesi Bassi a luoghi privilegiati cui reclutare voci e musicisti per le corti e le cappelle di tutta Europa, un fenomeno questo al pari di quello della diffusione dell’Opera tra Sei-Settecento in cui la proposta, di rimunerati ‘agenti’, di musicisti e cantanti italiani costituiva un titolo di credito. Sono pochi i compositori fiamminghi che non conobbero le corti e le cappelle italiane, dove la loro evoluta tecnica contrappuntistica, in origine influenzata da quella inglese (ricordiamo John Dunstable), incontrò l’esperienza palestriniana e quella del madrigale.

Rapidamente ricordiamo i nomi dei musicisti più significativi che in questo periodo portarono in Italia l’esperienza fiamminga: Guillaume Dufay si alterna tra i Malatesta a Rimini (1420), la cappella papale e i Savoia di Torino; è a Firenze per l’inaugurazione della cupola di Santa Maria del Fiore (1436) dove compone il mottetto Nuper rosarum flores. A Milano la cappella del Duomo e la corte degli Sforza ospitarono nella seconda metà del Quattrocento Josquin Desprez, Alexander Agricola, Gaspar van Weerbecke, Loyset Compère ed altri. Alla Corte dei Medici dal 1484 operava Heinrich Isaac, in seguito al servizio dell’imperatore Massimiliano I. Nella Cappella papale Josquin incontra nuovamente Weerbecke; la corte di Mantova verso il 1564 si dota di uno dei più importanti fiamminghi dell’ultima generazione, Jaches de Wert, allievo di Cipriano de Rore e madrigalista innovativo capace di dare vigore espressivo alla poesia del Tasso attraverso ricercate combinazioni armoniche e cromatiche.

Il prestigio dei maestri fiamminghi in Italia è testimoniato dalle raccolte di composizioni date alle stampe da Petrucci, tra cui ricordiamo l’Harmonice Musices Odhecaton (1501-03), prima edizione di musiche polifoniche a Venezia.     Carlo V d’Asburgo condusse i musici fiamminghi della Cappella imperiale (tra cui ricordiamo Gombert, Crecquillon e Canis) a compiere diverse esperienze per i vastissimi domini, seguito dal figlio Filippo II re di Spagna e di altri territori dal 1556 al 1598. Nella Capilla flamenca di quest’ultimo si esibiva, tra gli altri, Antonio de Cabezon (1510-1566), organista cieco dalla nascita, ritenuto il più importante strumentista del Cinquecento. Egli è considerato tra i primi compositori che resero la musica per tastiera autonoma da quella vocale, assoggettando la tecnica contrappuntistica dei polifonismi fiamminghi. Nel viaggio del 1548, di passaggio per Milano per recarsi nelle Fiandre, sono certi gli scambi avuti con musicisti italiani, tanto da lasciarci quali documenti le famose gallarda milanesa e la pavana italiana.

Al seguito degli errabondi musici fiamminghi, incontriamo a Venezia anche organisti della taglia di Jacques Buus, noto per i suoi ricercari (1547-49) e, a Napoli, ormai a cavallo tra Cinque e Seicento, Giovanni de Macque, attivo dapprima presso l’accademia di Gesualdo da Venosa e poi organista e cembalista alla corte reale. Era giunto a Napoli nel 1585 dopo aver lavorato a Vienna e a Roma. Le composizioni di de Macque costituiscono i germi per la futura arte del sommo organista vaticano, Gerolamo Frescobaldi. Questo nel luglio del 1607 viaggia alla volta delle Fiandre al seguito del cardinale Guido Bentivoglio, nominato nunzio apostolico di Bruxelles. Il viaggio dura due mesi ed è costellato di significativi incontri: dapprima, a Ferrara, Frescobaldi visita per l’ultima volta il suo caro maestro Luzzasco Luzzaschi, cui farà dono di un libro di «Ricercari senza parole» di Willaert, in seguito, alla corte di Bruxelles, molto probabilmente, viene a conoscere gli organisti Pieter Cornet (1570 c.-1633) e Peter Philips (1560 c.-1628). Quest’ultimo, proveniente dall’Inghilterra, dopo una breve permanenza a Roma, si era reso attivo nella promozione del madrigale italiano nelle Fiandre, tanto da pubblicare diverse raccolte e propri lavori presso il rinomato stampatore Phalese di Anversa presso il quale anche Frescobaldi dà alle stampe il Primo libro di madrigali (1608), consapevole che tale genere avrebbe incontrato il favore del mercato musicale nelle Fiandre.

Il breve soggiorno a Bruxelles, assicurò a Frescobaldi significativi scambi e confronti con lo stile compositivo tastieristico in voga a quell’epoca, stile importato da virginalisti inglesi che si distingueva per lo sbalorditivo sfruttamento tecnico delle risorse della tastiera, per il piacevole susseguirsi di disegni melodici e ritmici, per la continua e fresca variazione. I virginalisti inglesi, migrati nel continente a causa di motivi religiosi, avevano profondamente influenzato l’arte di Jan Pieterszoon Sweelinck (1562-1621), organista all’Oude Kerk di Amsterdam, il quale seppe compendiare la loro arte con lo stile toccatistico ed estemporaneo degli organisti veneziani. Peter Cornet, per ben 33 anni organista alla cappella di corte a Bruxelles, è autore di splendide fantasie in cui il ricercare italiano si fonde con elementi stilistici dei virginalisti. Degno di nota il Salve regina diviso in cinque parti: alcune appaiono come fughe su corale con motivi figurati, altre con la melodia gregoriana sviluppata nelle diverse tessiture. Sweelinck e Cornet offrono uno scorcio completo della musica organistica dei Paesi Bassi a cavallo tra i secoli XVI e XVII.

 

Sono programmati quattro concerti che si svolgeranno giovedì 1° maggio e nelle domeniche del 18 e 25 maggio e del 1° giugno, tutti con inizio alle ore 17,00 e saranno tutti ad ingresso libero. Ci appelliamo comunque alla sensibilità degli ascoltatori a contribuire economicamente – in questo periodo ancora più difficile per chi organizza concerti di questo livello – alla buona riuscita dei concerti.

Inoltre, sempre nei giorni dei concerti sono programmate visite guidate ai beni artistici e culturali di Valvasone tra le ore 15 e le ore 16.50. Ritrovo dei partecipanti alle ore 15 in piazza Duomo. Per prenotazioni: valvasone.ufftur@virgilio.it ; tel. 0434.898898.

Il primo concerto di giovedì 1° maggio vedrà impegnati l’ensemble Odhecaton per la parte vocale e l’organista Luigi Panzeri che tratteranno il tema: I fiamminghi nelle corti e nelle cappelle d’Europa. Sin dal suo esordio nel 1998, l’ensemble Odhecaton ha ottenuto alcuni fra i più prestigiosi premi discografici e il riconoscimento, da parte della critica, di aver inaugurato nel campo dell’esecuzione polifonica un nuovo atteggiamento interpretativo, che fonda sulla declamazione della parola la lettura mobile ed espressiva della polifonia. Un’«entree fracassante» nel mondo della polifonia rinascimentale, secondo le parole della rivista francese «Diapason».

L’ensemble vocale deriva il suo nome da Harmonice Musices Odhecaton, già citato sopra.

Il suo repertorio d’elezione è rappresentato dalla produzione musicale di compositori italiani, francesi, fiamminghi e spagnoli attivi tra Quattro e Seicento. Odhecaton, sotto la direzione di Paolo Da Col, riunisce alcune delle migliori voci maschili italiane specializzate nell’esecuzione della musica rinascimentale e preclassica. L’ensemble ha registrato in CD sette programmi, dedicati rispettivamente a musiche di Gombert, Isaac, Josquin, Penalosa, Compère, dei maestri della Picardie e alla riscoperta del repertorio dei compositori spagnoli e portoghesi attivi durante il Seicento nelle isole Canarie. Con questi programmi Odhecaton è ospite nelle principali rassegne di tutta Europa e ha ottenuto i maggiori riconoscimenti discografici: Diapason d’or de l’annee, 5 Diapason, Choc (Diapason e Le Monde de la Musique), Disco del mese (Amadeus e CD Classics), Cd of the Year (Goldberg).

Luigi Panzeri, organista titolare dell’organo Antegnati della chiesa di San Nicola di Almenno San Salvatore (BG), è ospite regolare delle rassegne valvasonesi essendo il migliore conoscitore dell’organo antico. Come si può capire, un appuntamento assolutamente irrinunciabile!

Dopo la pausa relativa all’11 maggio, la rassegna prosegue con il secondo concerto esclusivamente strumentale come i due seguenti.

Il 18 maggio avremo ospite l’organista e clavicembalista Pieter van Dijk che illustrerà la musica di Sweelinck, i virginalisti e l’influenza sugli organisti tedeschi.

Pieter van Dijk è professore di organo al Conservatorio di Amsterdam e alla Hamburg Hochschule fur Musik und Theater. E organista del famoso organo Van Hagerbeer / Schnitger – della St. Laurenskerk ad Alkmaar. Ha studiato organo presso il Conservatorio di Arnhem. Ha continuato i suoi studi con Gustav Leonhardt, Marie-Claire Alain e Jan Raas ed è stato vincitore dei concorsi organistici internazionali di Deventer nel 1979 e nel 1986 a Innsbruck. E direttore artistico del Festival Organistico Olandese che organizza ogni due anni a Alkmaar. Ha effettuato diverse registrazioni su strumenti storici in Germania, Spagna, Paesi Bassi e Italia. Si esibisce in tutta Europa, Giappone e Stati Uniti ed è spesso invitato come membro di giuria in concorsi organistici internazionali.

Il terzo appuntamento è per il 25 maggio con Maurizio Croci, pure organista e clavicembalista che alcuni anni fa ha inciso per la Tactus un disco intitolato proprio Girolamo Frescobaldi: il viaggio nelle Fiandre che sarà anche il titolo del 3° concerto. Verranno presentate musiche di Girolamo Frescobaldi, di P. Philips e di P. Cornet.

Diplomatosi in organo e composizione organistica ed in clavicembalo presso i conservatori di Milano e Trento, Maurizio Croci si è perfezionato in seguito alla Schola Cantorum Basiliensis con Jean-Claude Zehnder e Andrea Marcon e laureato con Luigi Ferdinando Tagliavini. Ha vinto il Concorso internazionale organistico di Innsbruck e svolge un’intensa attività concertistica in tutta Europa, Russia e Giappone. In occasione del 250° anniversario della morte ha eseguito a Berna, dove è organista titolare della Basilica della SS. Trinità, l’opera integrale per organo di J. S. Bach. Dal 2005 è professore di organo presso la Haute Ecole de Musique (HEMU) di Losanna-Friburgo e di clavicembalo presso il dipartimento di musica antica della Civica Scuola di Musica di Milano.

L’ultimo concerto, domenica 1° giugno vedrà il gradito ritorno, dopo diversi anni, di Andres Cea Galan, pure organista e clavicembalista, che presenterà soprattutto le musiche di Antonio de Cabezon e Peeter Cornet. Andres Cea Galan dopo aver concluso gli studi ai Conservatori di Siviglia, Barcellona e Saragozza, ha proseguito gli studi presso il Conservatorio di Lille e infine presso la Schola Cantorum Basiliensis con Jean-Claude Zehnder. Si interessa soprattutto al repertorio musicale legato agli antichi strumenti quali organi, clavicembali e clavicordi. Tiene conferenze, corsi d’interpretazione e concerti in molti festival, accademie e conservatori europei, e in diversi altri Paesi. E professore presso il conservatorio superiore di musica de Siviglia e alla Accademia Internazionale d’Organo a Cuenca (Spagna).

Anche quest’anno, come già nei 14 anni precedenti, ci sarà una coda di carattere formativo nella terza settimana di luglio: dal 13 al 20 si svolgerà il XV Corso internazionale d’interpretazione organistica: 1510-1650. Il concerto finale dei partecipanti al corso è fissato per domenica 20 luglio, sempre con inizio alle ore 17 e ancora presso la chiesa parrocchiale. Il docente – come altre volte – sarà il m° Christopher Stembridge.

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