“Un colpevole in giuria” di Ruth Burr Sanborn è arrivato in Italia con Le Assassine

È uscito Un colpevole in giuria di Ruth Burr Sanborn con Edizioni Le Assassine, un mystery scritto nel 1932 che ci ricorda le atmosfere di tribunale alla Perry Mason. Ne parliamo con l’editrice Tiziana Prina.

Tiziana, con la pubblicazione di quest’opera per la collana Vintage portate i lettori e le lettrici nell’America degli anni Trenta. Quale quadro storico ne scaturisce?

Direi che attraverso un romanzo godibilissimo arriviamo a farci un’idea di quel periodo storico, in cui vigeva il proibizionismo. Un altro aspetto interessante è come venivano visti gli immigrati che, in generale, erano originari dell’Europa e, in particolare, del Sud Italia. Infine, caratterizzante è il fatto che tutto si svolge in un tribunale e precisamente nella stanza dei giurati, luogo sigillatissimo, e che il colpevole del secondo delitto è dunque uno di loro.  Alle atmosfere alla Perry Mason, che hai menzionato, si aggiungono così i dialoghi serrati e ben congeniati che fanno emergere le varie personalità e i possibili moventi di ogni membro della giuria: tutti avrebbero infatti eliminato volentieri Mrs Vanguard, tipica rappresentante di una certa America ipocrita e bacchettona.

Ruth Burr Sanborn

Un mystery, quindi, che, oltre a condurre negli anni Trenta del secolo scorso, offre una viva immagine di come venissero percepiti gli immigrati italiani negli Stati Uniti… spiegaci meglio.

Sì, come dicevo prima la raffigurazione degli immigrati italiani è davvero un elemento che caratterizza questo romanzo. L’immagine che se ne trae è quella di contrabbandieri chiassosi e dal sangue caldo. Direi che è un modo per riflettere su un fenomeno che è attualissimo e ci dà un flashback di come in passato venivamo considerati quando si lasciava il nostro Paese per una vita migliore. Ovviamente non tutti i migranti erano criminali, ma non dimentichiamo, tanto per fare un nome, che Al Capone era di origine italiana.

Nella stanza della giuria del tribunale di Sheffield dodici giurati devono decidere sulla colpevolezza o innocenza di Karen Garretti, accusata di aver ucciso il suo amante Sebastian Como, contrabbandiere sciupafemmine e proprietario di una distilleria illegale. Perché potremmo definire l’opera antesignana del celebre Perry Mason?

In realtà il personaggio di Perry Mason, ideato da Erle Stanley Gardner, opera nella Los Angeles degli Anni Trenta e quindi è contemporaneo di Ruth Burr Sanborn, anche se la fortunata serie televisiva è successiva. Comunque l’impressione è che i dialoghi siano della stessa pasta e siano in grado di dar forma a ogni personaggio che popola il racconto. Nella Sanborn abbiamo, inoltre, la presenza di una detective amatoriale, come si trovano spesso nei romanzi dell’epoca, parlo di Angeline Tredennick, che con la sua sagacia e lo spirito di osservazione darà un contributo fondamentale alla risoluzione del caso.

Infine, “In questo romanzo Ruth Burr Sanborn mostra un notevole spirito inventivo e un delizioso senso dello humor, qualità che dovrebbero portarla molto lontano” affermava Isaac Anderson, sul New York Times, il 22 maggio 1932. Raccoglie tuttora pareri favori dalla critica?

Ritengo di sì e per dimostrartelo riporto un commento di un blog molto seguito per chi ama la letteratura gialla, parlo di The Passing Tramp: “Un mystery divertente con un omicidio ben pianificato, una vittima che merita di essere tale e una simpatica investigatrice di mezza età. Un romanzo di sorprendente originalità, o almeno lo era all’epoca in cui è stato scritto… L’omicidio è infatti commesso nella stanza sigillata di un tribunale dove si trova riunita la giuria.

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