Un accordo stonato è l’esordio di Gianni Bortolaso, edito da Argentodorato Editore.
Abbiamo intervistato l’autore, vicentino DOC, ma spesso in quei di Roma per la promozione del suo libro. Lo abbiamo incontrato sabato 15 ottobre alla festa dei 10 anni di SenzaBarcode.it unitamente ai festeggiamenti per la nascita dell’Agenzia SBS Comunicazione e SBS Edizioni.
Ciao Gianni e benvenuto su Oltre le colonne, sappiamo che il tuo libro è nato praticamente da una scommessa. Ci vuoi raccontare com’è andata?
In realtà ci gioco un po’ su questo fatto e non vorrei mistificare troppo; in linea di massima è andata come l’ho sempre raccontata: una mia amica, l’unica che troverete nei ringraziamenti del libro, mi ha inoltrato il bando del concorso “Il funerale che vorrei” di Argentodorato Editore.
Dopo un po’ di risate e qualche giorno per vedere se potevo avere perlomeno le basi di una storia, mi iscrissi. Devo dire però che se c’è qualcuno che può dire di aver vinto la scommessa, questa è lei. Io rimasi nel dubbio finché non riuscii a spedire, ovvero l’ultimo giorno utile del concorso.
Anche se, a prima vista, può non sembrare, Un accordo stonato, è un libro che punta il dito su un aspetto drammaticamente fragile della rete: il dark web e le sue pericolose, e talvolta affascinanti, possibilità. Cosa volevi mettere in luce?
Originariamente volevo intitolare il libro “ShazzApp, All you can dream”, per sottolineare proprio questo aspetto del dark web e delle possibilità pressoché illimitate che può offrire. Tuttavia non è l’unico argomento presente e forse quel titolo avrebbe reso un po’ freddo e impersonale l’approccio con il testo. Il dark web è la massima espressione del liberismo, come sarebbe il mercato in forma di auto-regolamentazione, ma rimane pur sempre uno strumento e come tale ciò che produce dipende dal modo in cui viene utilizzato. Combatterlo o addirittura pensare di eliminarlo è semplicemente un’utopia, poiché anche se ci si riuscisse, in breve tempo prenderebbe forma sotto altre spoglie.
Ciò su cui si deve lavorare sono le persone, tramite l’educazione, la cultura e l’inclusione, sia territoriale che di classe sociale; il fulcro sono sempre le persone, come lo sono nel libro: personaggi stravaganti, come mi fanno notare in molti, ma non così tanto rispetto a quello che circola realmente per il mondo. Viviamo nel periodo dell’individualismo più spinto, dove l’egocentrismo sembra essere sempre e comunque premiato, ma ciò che vorrei evidenziare è che questo tipo di approccio alla vita finisce inevitabilmente per creare problemi. Nel libro, come nella realtà, molti sono i vincenti che poi cadono vittima di loro stessi, proprio per questa propensione egocentrica che troppo cresciuta, sfugge al loro controllo.
Con questo non sto dicendo che bisogna annichilirsi, come non considero il liberismo un male assoluto: come in tutte le cose la chiave sta nel bilanciamento, il mondo in fondo non è né bianco né nero, è l’insieme di un’infinita sfumatura di grigi.
Gianni Bortolaso, per te immaginare genitori e figli che, insieme, leggono il tuo libro è: una possibilità, un’utopia, una speranza?
Più ci penso e più credo sia sbagliato. Non per ciò che accade, in fondo la letteratura e quello che arriva anche ai più piccoli tramite tv o internet non è priva di atrocità anche peggiori di quelle riportate nella mia storia.
Quello che potrebbe stonare però è la natura dei personaggi. Non amo i personaggi stereotipati – auto-cit: la copia della copia della copia – e anche qui ho cercato di esserlo il meno possibile, il rischio però è che non vengano compresi dai più piccoli, risultando per loro una lettura ostica, dove non trovano riferimenti classici su cui aggrapparsi durante lo svolgimento della storia e sentirsi rassicurati. Dal momento in cui potrebbero comprenderli non credo sarebbero disposti a leggerlo assieme ai loro genitori. Quindi sì, la considero un’utopia.
Casa Sanremo writer 2023! Il tuo libro è stato selezionato per questa importante kermesse e ti stai dando molto da fare per promuovere la tua opera. Innanzi tutto complimenti! Cosa ti aspetti da tutto questo?
Trovo sempre difficile rispondere a questa domanda, solo immaginarmi coinvolto in questa kermesse mi provoca disagio. Sia chiaro, sono galvanizzato per tutto ciò, ma nello stesso tempo intimorito. Non vorrei deludere le persone che assieme a me hanno lavorato per tale risultato, perché dietro a certe cose non c’è mai il lavoro di una sola persona. Affrontarla così forse mi viene più facile: pensare di non essere lì, da solo, questo mi sostiene, spero di esserne all’altezza.
Grazie, Gianni, dove possiamo trovarti sui social?
Alla pagina FB Il ContaStorie provo a dare forma al mio ego non più sopito.
Mentre il libro potete trovarlo al sito di Argentodorato Editore.