“U.P”, l’album del Cubo di Rubik per viaggiare attraverso universi paralleli

Venerdì 19 aprile, esce “U.P“, il primo concept album del Cubo di Rubik, in uscita per TSCK Records.

Anticipato dal singolo “MultiverX“, uscito lo scorso 17 marzo, “U.P” è un viaggio musicale attraverso universi paralleli. Universi che esplorano sonorità progressive rock, spingendosi fino al metal. Mondi che ci ricordano colonne sonore e contengono sperimentazione ed elettronica, fatti di contrasti ritmici e sonori.

La compagnia di giochi CDR Corporation sta testando il gioco MultiverX che permette di fare viaggiare le persone attraverso universi paralleli.

Ernő è un uomo ricco, rimasto solo, annoiato e rassegnato; ha perso ogni tipo di interesse verso la vita e decide di fare da cavia per MultiverX.

Attraverso la macchina XC820 viene aperto un cunicolo spazio temporale e il suo corpo vienetrasportato in un’altra dimensione.

Qualcosa però va storto: la compagnia perde subito i contatti con Ernő ed egli rimane intrappolato in un mondo parallelo, dove regna desolazione e distruzione.

Ernő così parte alla scoperta della terra ignota in cui è stato catapultato, così diversa da quello che gli era stato promesso di trovare.

Ritrova nel nuovo mondo ancora la fabbrica della CDR Corporation e riutilizza la macchina XC820 per viaggiare in un altro universo.

Da qui comincia la sua avventura per tentare di tornare da dove è partito, ritrovandosi però ogni volta in un universo parallelo differente.

Un viaggio estenuante che durerà molti anni, fino al momento in cui Ernő si risveglierà nel suo letto, nella sua casa, nella sua terra. Tutto come prima, nemmeno il tempo sembrerà essere passato… realtà o illusione?

“U.P” è stato realizzato grazie anche alla collaborazione dei fan del Cubo di Rubik, attraverso una campagna di crowdfunding ottimamente portata a termine sulla piattaforma Produzioni Dal Basso

L’album è stato mixato allo Studio Tartini5 di Parma da Fausto Tinello, bassista e fondatore dei Wyvern. Tra i tanti artisti con cui ha lavorato troviamo: Listeria, State of Mind, Ancillotti, Wyvern, Kalevala, La Skarnemurta

Il master è stato affidato invece al sound engineer Rich Mouser al The Mouse House Studio di Los Angeles. Nella sua carriera vanta collaborazioni come Neal Morse, Spock’s Beard, Dream Theater e Transatlantic.

Credits

Musica: Nicola Denti, Salvatore Bazzarelli, Leonardo Cavalca, Marilena Montarone. “Ucronìa” è stata scritta da Salvatore Bazzarelli e Nicola Denti
Produttore: Cubo di Rubik, Fausto Tinello
Mix: Fausto Tinello e Salvatore Bazzarelli (per le tracce 2 e 8)
Master: Rich Mouser
Label: TSCK Records
Illustrazione: Lalas Milla
Fotografia: Silvia Saponaro

Biografia: 

Il Cubo di Rubik è una band progressive rock di Parma, composta da Nicola Denti alla chitarra, Salvatore Bazzarelli alle tastiere, Leonardo Cavalca alla batteria e Marilena Montarone al basso.

Tutti musicisti di spessore che vantano collaborazioni con artisti del calibro di Cristiano De Andrè, Maurizio Solieri, Eugenio Finardi, Mogol, Custodie Cautelari, Aida Cooper, Federico Poggipollini, Eric Burdon.

La storia di “U.P”

Capitolo 1: MultiverX

Ernő fissava la macchina XC820 con una mescolanza di ansia e meraviglia. Il metallo freddo e lucido della macchina rifletteva la luce soffusa del laboratorio, creando un’aura quasi sacra intorno alla macchina.

Quella non sarebbe stata una giornata qualunque: la CDR Corporation stava per testare il suo ultimo gioco, MultiverX. Un’esperienza che sfidava i confini della realtà e prometteva di portare i giocatori in un viaggio attraverso universi paralleli.

Tecnico CDR: “Ernő, sei pronto? MultiverX è più di un gioco, è un portale verso infinite possibilità“.
Ernő: “
Ho aspettato tutta la vita per un momento come questo. Non c’è nulla che mi trattenga qui“.

Con un sospiro che sembrava un addio silenzioso al suo mondo, Ernő si accomodò nella capsula. Il tecnico annuì e avviò la sequenza.

Poi, un malfunzionamento… e il silenzio si trasformò in caos. Ernő sentì un’ondata di panico, seguita da una calma surreale mentre il mondo intorno a lui iniziava a sfaldarsi.
La CDR aveva perso i contatti con Ernő.

Capitolo 2: XC820 

La realtà attorno a Ernő si dissolse, lasciandolo in un luogo che sfidava la comprensione umana e che mostrava una desolazione profonda e misteriosa. L’aria era densa di energia elettrica e il terreno coperto di cristalli che pulsavano di luce ed emanavano un bagliore sinistro. Non era certo quello che si aspettava di trovare quando decise di partecipare a MultiverX.

Ogni passo che compiva risuonava nel silenzio. Ernő si sentiva come un viaggiatore solitario in un mondo dimenticato.
Si chinò per osservare da vicino i cristalli e quando li toccò sentì un fremito attraverso le dita, una sensazione strana a lui sconosciuta lo attraversò.

L’energia elettrica nell’aria sembrava danzare intorno a lui. Ernő si sentiva sopraffatto e allo stesso tempo euforico, come se ogni fibra del suo essere fosse stata risvegliata da questa nuova realtà.

Capitolo 3: Sic Mundus Creatus Est 

Ernő iniziò a esplorare il mondo in cui si era catapultato e dopo ore di cammino e desolazione si trovò davanti alle rovine di una civiltà perduta.

Le strutture che si stagliavano davanti a lui erano più di semplici macerie; erano monumenti alla grandezza e all’ambizione di una civiltà ormai scomparsa. Le pietre erano scolpite con simboli enigmatici, e le loro ombre si allungavano come spettri sulla terra.

Le risposte sembravano sfuggirgli, come sabbia tra le dita.
Ernő decise di continuare la sua esplorazione. Forse, tra queste rovine, avrebbe trovato indizi su ciò che era accaduto.
E poi, come un segreto rivelato, apparve davanti a lui la fabbrica della CDR Corporation. Le sue mura erano scolorite dal tempo, diversa da quella da cui era partito.

Ernő si avvicinò, scrutando le incisioni sulla pietra. E lì, proprio di fronte all’ingresso, vide la scritta: SIC MUNDUS CREATUS EST.
Così è stato creato il mondo”, mormorò. Ma quale mondo? Quale creazione?

Mentre si addentrava ancora, una persona avvolta in un mantello scuro apparve davanti a lui porgendogli un Cubo che sembra assorbire la luce circostante.
La sua voce echeggiò nel silenzio: “Ernő, il cammino che hai intrapreso è solitario, ma non sei solo. Ogni mondo che visiti, ogni verità che scopri, ti avvicina a ciò che cerchi. Questo è solo l’inizio; la tua prova più grande giace oltre.

Ernő prese in mano il Cubo e con gli occhi pieni di domande: “Tu chi sei?
Sono il Custode del Tempo” rispose la figura incappucciata mentre si dissolveva nel nulla assieme al Cubo che Ernő teneva in mano.

Tutto riprese vita nella fabbrica ed Ernő con stupore si trovò davanti la macchina XC820 accesa e capì quello che avrebbe dovuto fare. Si sedette nella capsula e si lasciò trasportare verso altri universi.

Capitolo 4: Universi Paralleli 

L’esistenza di un solo universo non basta a spiegare tutte le caratteristiche di quello in cui viviamo. Siamo solo uno di innumerevoli universi paralleli. La nostra comprensione della realtà non è ancora completa. Ciò che vediamo, ciò che sentiamo… è solo illusione… la nostra rappresentazione di verità.

Ernő viaggiava attraverso universi paralleli, ognuno unico e ricco di storie non raccontate. In alcuni, la vita prosperava in forme inimmaginabili; in altri, il silenzio delle civiltà perdute era assordante. La meraviglia e la curiosità lo spingevano avanti, alla ricerca di risposte che sapeva sterebbero potute non arrivare mai.

In ogni mondo ritrovava la fabbrica CDR e la figura costante del Custode del Tempo che sembrava guidare Ernő, non solo attraverso gli spazi fisici degli universi paralleli, ma anche attraverso un viaggio interiore di scoperta e comprensione.

Ogni incontro con lui lasciava Ernő con più domande che risposte, spingendolo a cercare la verità che si cela dietro il Velo di Maya.

Capitolo 5: Wormhole 

Ernő si trovò davanti al Wormhole, un vortice di luce e oscurità che si apriva nel tessuto dello spazio-tempo. Il suo cuore batteva forte mentre osservava l’abisso che si apriva davanti a lui. Era come se il destino lo stesse sfidando.

Il Wormhole sembrava pulsare, invitante e minaccioso allo stesso tempo. Da quale parte avrebbe dovuto passare? Cosa si nascondeva dall’altra parte? Ernő si sentì come un granello di sabbia nel vento cosmico, una piccola scintilla di vita in un universo infinito.
La sua mente si contorse, cercando di comprendere. Doveva scegliere.

Con un respiro tremante, Ernő si avvicinò al Wormhole. L’energia lo avvolse, e il mondo svanì intorno a lui. Ora era un viaggiatore tra mondi, pronto a scoprire segreti e verità celate.

E mentre il wormhole si apriva davanti a lui, con un passo incerto, Ernő si immerse al suo interno e il suo corpo si dissolse nella luce.

Capitolo 6: Neue Welt 

Ernő si ritrovò in un luogo che non assomigliava a nessun altro che avesse mai visto. Era come se il tessuto della realtà stessa si fosse distorto, aprendo una breccia verso un mondo completamente nuovo: il Neue Welt.

Il tempo sembrava fluire diversamente, come se le regole che governavano il passato e il futuro fossero state riscritte. Ma c’era qualcosa di più profondo nel Neue Welt, qualcosa che Ernő non riusciva ancora a comprendere.

A capo del Neue Welt c’era l’Architetto, una figura enigmatica la cui presenza sembrava permeare ogni angolo di quella realtà alternativa. “Stiamo creando un nuovo mondo, senza tempo e senza Dio. Qui, noi siamo i creatori, gli architetti del destino”, proclamò con una voce che risuonava come un’eco attraverso le dimensioni.

Ernő sentì un brivido percorrergli la schiena. “Come può esistere un mondo senza tempo? E chi siete voi per prendere il posto di Dio?” chiese. La sua voce era un misto di timore e stupore.

L’Architetto sorrise, un gesto che sembrava contenere secoli di segreti. “In questo spazio, il tempo non è una catena che ci lega, ma un mare che possiamo attraversare. E non prendiamo il posto di Dio; semplicemente, riconosciamo che ogni essere ha il potere di plasmare la propria realtà”.

Le parole dell’Architetto erano cariche di significato e promessa. Forse qui si nascondeva la chiave per risolvere l’enigma di Sic Mundus Creatus Est, o forse era la risposta a tutte le domande di Ernő.

All’improvviso, si trovò di fronte a uno specchio, e l’immagine riflessa mostrava il Custode del Tempo. Una strana consapevolezza lo fece trasalire: chi era davvero? Era sempre stato lui il Custode del Tempo?

Siamo parti del tutto, ogni cosa è collegata all’altra”, rifletté l’Architetto, osservando Ernő attraverso lo specchio. “Bisogna dimenticare i concetti di spazio e tempo e provare a comprendere ciò che si nasconde dietro il Velo di Maya”.

Ernő si trovava coinvolto in un intricato labirinto di tempo e significato. Il tutto, l’universo o gli universi, era stato creato in modo intricato e interconnesso e, forse, Ernő era destinato a rincorrere i segreti nascosti di questa realtà enigmatica: un viaggiatore alla ricerca della verità oltre il Velo.

Capitolo 7: Velo di Maya 

Ernő cercava di vedere oltre l’illusione della realtà, il Velo di Maya. Ogni passo che faceva sembrava portarlo più vicino alla verità, ma anche più lontano dalla realtà che conosceva. Poi, all’improvviso, tutto divenne buio.

Si risvegliò nel suo letto, confuso. La stanza era tranquilla, familiare, ma qualcosa era fuori posto. Sul comodino, sotto la luce fioca, il biglietto ancora intonso per partecipare a MultiverX. Poi… giaceva il Cubo. Esattamente come quello che il Custode del Tempo gli aveva dato.

Era stato tutto un sogno, un’illusione? O forse, in qualche modo, una parte di quella realtà aveva trovato la strada per manifestarsi nel suo mondo?

Ernő si sentiva smarrito, incapace di distinguere la realtà dal sogno, ma il Cubo era lì, tangibile: un enigma che sfidava la sua comprensione del possibile.

Capitolo 8: Ucronia (Spin-off)

Nel 1970 un evento inaspettato sconvolge il corso della storia: il Cubo, un oggetto di dimensioni e poteri inimmaginabili si schianta su Parigi. La città viene annientata in un istante, lasciando dietro di sé solo un’eco silenziosa di ciò che era. Il Cubo, con le sue pareti lisce e impenetrabili, diventa un enigma che sfida ogni tentativo di comprensione.

La sua energia, oscura e negativa, si diffonde come un’ombra malevola, intaccando la mente delle persone. Chi si avvicina troppo al Cubo è sopraffatto da una inspiegabile follia. Le strade di Parigi, ora vuote, risuonano dei passi di coloro che vagano senza meta, intrappolati in un labirinto di delirio e disperazione.

Zoltàn si ritrova a fronteggiare non solo il mistero del Cubo ma anche la battaglia contro la propria mente.

Finalmente riesce ad accedere al Cubo risolvendo un enigma che rivela un’entrata segreta celata nella sua superficie liscia e impenetrabile e viene catapultato in una realtà parallela dove Parigi non è mai stata distrutta. Qui, si trova di fronte ad una versione di sé stesso che ha preso decisioni diverse, vivendo una vita che avrebbe potuto essere la sua.

Mentre cerca di navigare in questa nuova realtà, Zoltàn deve affrontare la verità sul suo destino e sul ruolo che è destinato a giocare nell’equilibrio cosmico dei mondi.

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