Il Teatro delle Condizioni Avverse porta i suoi spettacoli al Festival Teatri Peregrini a Santa Teresa di Gallura in Sardegna

Dal 21 al 23 Giugno 2015 il Teatro delle Condizioni Avverse / Officina Culturale della Bassa Sabina è a Santa Teresa di Gallura ospite del Festival dei Teatri Peregrini. Sarà in scena con lo spettacolo teatrale Sangue dal naso [ scuola Diaz- Genova 2001] di e con Andrea Maurizi.

Sangue dal naso [ scuola diaz- Genova 2001]. La narrazione parte da lunedì 16 luglio 2001 e termina domenica 22 luglio 2001, con particolare attenzione alle giornate di venerdì e sabato, giorni in cui avvenne l’uccisione di Carlo Giuliani e la “perquisizione” alla scuola Diaz …

Lo spettacolo è volutamente incentrato sulle polemiche che accompagnarono il rientro a casa dei manifestanti e sulle dichiarazioni che seguirono subito dopo il G8, perché crediamo che la verità su Genova non debba essere cercata nell’esito (inarrivabile) dei processi ma sia una visione personale, una ricerca individuale. Racconteremo però di come quei rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni, nonostante le accuse di violenza a loro rivolte, stiano continuando tranquillamente a fare carriera, facendone i nomi. Andrea Maurizi veste i panni di numerosi personaggi che sono stati protagonisti di quelle giornate del luglio 2001 a Genova. Il filo conduttore principale è una caricatura del commissario Montalbano, che indaga sulle vicende di Genova con l’ausilio di numerosi peluche.
Il Teatro delle Condizioni Avverse proporrà anche un laboratorio di Teatro di narrazione e teatro civile condotto da Andrea Maurizi e Valentina Piazza.

Esistono alcune storie che possono essere raccontate solo in teatro. I motivi sono molteplici. Alcune storie richiedono necessariamente la presenza fisica di un narratore e di almeno uno spettatore, per potersi riconoscere all’interno di una comunità, per potersi proteggere, curare e a volte guarire dalle ferite del nostro tempo.

Alcune storie sono così proibite che non trovano spazio in altri canali più grandi, come il cinema o la televisione e, se lo trovano, hanno molta meno libertà di parola di quella che può avere un singolo attore. Alcune storie semplicemente ci vengono a cercare, come se potessimo solo noi raccontarle e preservarle. La narrazione è uno dei tanti modi con cui possiamo fare teatro, ma è quello che più si addice al cosiddetto “teatro civile” perché più d’ogni altro metodo o stile permettermi di raccontare fatti complessi o crudeli in modo lineare e semplice, fuggendo dal ridicolo che si può celare dietro una messa in scena naturalistica e consentendo al narratore di districare quei fili labili, pieni zeppi di nomi e persone coinvolte, che quasi sempre si intersecano ai fatti della nostra
contemporaneità.   

Il Teatro delle Condizioni Avverse vi invita a seguire tutti i dettagli e gli aggiornamenti sul sito www.condizioniavverse.org

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