Targa Tenco: “My Wonderland” di Claudio Orfei nella cinquina delle Opere Prime

L’album racconta ogni singola sfaccettatura del mio essere, dalla mia disabilità visiva che da limite si trasforma in uno strumento per esplorare il mondo, alle suggestioni sonore che si intrecciano a tematiche su cui volevo portare l’attenzione come il supporto delle minoranze e le diversità da rileggere come punti di incontro”

“My Wonderland”, l’album d’esordio del cantautore e compositore romano Claudio Orfei, è uno dei cinque dischi d’esordio più belli dell’annata secondo gli oltre 300 giornalisti musicali che ogni anno attribuiscono le Targhe Tenco. Il disco compare, infatti, nella cinquina finalista del prestigioso riconoscimento riservato alla canzone d’autore. 

Si tratta di un concept album, composto da dieci tracce inedite, che racconta di un viaggio intorno al mondo, tra realtà e fantasia.

È una gioia immensa – commenta Claudio Orfei – ricevere la nomina per le targhe Tenco. In My Wonderland sono racchiusi i miei desideri, la mia storia e i miei segreti e sono commosso dal fatto che siano stati accolti così bene. L’album racconta ogni singola sfaccettatura del mio essere, dalla mia disabilità visiva che da limite si trasforma in uno strumento per esplorare il mondo, alle suggestioni sonore che si intrecciano a tematiche su cui volevo portare l’attenzione come il supporto delle minoranze e le diversità da rileggere come punti di incontro. Sono, inoltre,  felice che l’omaggio alla figura della donna, realizzato insieme a tutte le preziose ospiti che si sono unite a me, sia stato apprezzato e che su tali questioni ci sia sempre un faro acceso.

My Wonderland” è un disco autoprodotto, dunque  uesta nomina mi rende ancora più orgoglioso: essere il produttore di me stesso mi ha reso libero, pagando però il prezzo delle attesa e dell’ossessione per ogni singola nota e parola”.

In questo album si intrecciano otto lingue, diverse culture e vari generi musicali: “il jazz diventa un paio d’occhiali da indossare – spiega ancora il cantautore – la world music si trasforma in colori con cui dipingersi il viso, la canzone d’autore è una rosa che il cantautore coltiva con cura, le cui radici si intrecciano con il contrappunto classico degli archi e il teatro diviene una grande stanza dei giochi in cui creare con libertà e fantasia”.

Dieci tracce in tutto per un album di grande impatto ed eterogeneo per scelta; Orfei, in questa opera, scrive e canta in italiano e inglese, si tratta di testi che sono il frutto di un lungo lavoro di adattamento con amici madrelingua, che toccano anche l’arabo, il francese, il portoghese, lo spagnolo, il romanesco e il napoletano.

Attraverso la maschera del Cappellaio Matto e altri riferimenti fiabeschi rivisitati in chiave moderna e adulta, Claudio Orfei inizia a scrivere storie, partendo dalla propria, raccontando delle varie facce dell’amore, di canti di resistenza e libertà, di danze invisibili intorno all’universo e di limiti che diventano opportunità.

Una serie di ospiti, tutta al femminile accompagna il cantautore, che con questo disco vuole anche  omaggiare il lavoro delle artiste stesse e più in generale, la figura della donna, nella musica come nella società. Maria Pia De Vito, Susanna Stivali, Elisabetta Antonini, Raffaela Siniscalchi, Raffaella Misiti, Barbara Eramo e Giulia Annecchino, impreziosiscono questo album, interpretando le voci di amanti, di anime fraterne, di madri e tutti i colori di cui si tinge l’essere umano, in ogni sua sfumatura e genere, per parlare di supporto delle minoranze e delle diversità che diventano punti di incontro tra singoli e tra culture, contro ogni forma di discriminazione.

CHI E’ CLAUDIO ORFEI

Claudio Orfei, classe 1992, è un cantautore e compositore, nato a Vicovaro, nella provincia di Roma.

Nel suo lavoro mescola passione e ricerca, intrecciando generi e lingue, trattando tematiche sociali e personali che derivano dal suo modo di esplorare e rileggere il mondo.

A sei anni compaiono i primi segni di quella che solo dopo circa un decennio scoprirà essere una rara malattia genetica alla retina che lo porterà a essere ipovedente.

In quel periodo, grazie a una maestra delle scuole elementari, si avvicina al teatro e alla musica, iniziando a studiare e appassionarsi a varie discipline, guidato dall’interesse per la voce.

Durante le scuole medie e il liceo studia canto, pianoforte, teoria e armonia.

Negli anni studia con preziose docenti e voci del panorama internazionale, tra cui Raffaella Misiti, Elisabetta Antonini e Raffaela Siniscalchi, ora colleghe, da cui imparare però ancora molto, con cui condivide il suo primo album “My Wonderland”, insieme ad altre ospiti, signore della canzone e del jazz, come Maria Pia De Vito, Susanna Stivali e Barbara Eramo.

Dopo l’esame di maturità la strada da intraprendere era chiara: nel 2012 è ammesso in Conservatorio, dove approfondisce il suo interesse per lo strumento voce, per la scrittura e la composizione.

Nel 2015 vince la borsa di studio del programma Erasmus che lo porta a Manchester per consolidare la lingua inglese e proseguire i suoi studi musicali alla University of Salford.

Nascono proprio tra quelle strade inglesi alcuni dei brani che si appresta a presentare oggi nel suo primo disco.

Dal 2016 inizia la sua attività di docente di canto e altre discipline musicali in diverse accademie di musica della capitale, dando spazio così alla sua passione per l’insegnamento.

Nel 2018 si aggiudica un banco nella sezione Canzone dell’Officina delle Arti Pierpaolo Pasolini, diretta da Tosca.

E’ laureando presso il corso magistrale del DAMS dell’università di Roma Tre in “Didattica e nuove tecnologie”, con una tesi dedicata alla canzone.

Intanto dall’età di 16 anni porta avanti la sua attività live, in diverse formazioni e progetti, sia come interprete che come cantautore.

Tra le varie esperienze artistiche è stato finalista al Premio nazionale delle Arti con sue composizioni, è stato voce principale nello spettacolo teatrale “Odissey” a Manchester e ha partecipato all’Indigeno Fest 2018.

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