Stefania Ficacci illustra il Progetto dei 90 anni di Tor Pingattara

Stefania Ficacci illustra il Progetto dei 90 anni di Tor Pingattara – Stefania Ficacci è la coordinatrice della Scuola Popolare di Tor Pignattara e una dei promotori di questo ambizioso e intrigante progetto e, in una breve intervista spiega in che cosa consiste e perché è nato il Progetto dei 90 anni di Tor Pignattara.

 

 

90 volte Tor Pignattara si presenta come un progetto eterogeno con diverse tipologie di eventi per celebrare la ricorrenza dei 90 anni del quartiere romano, quali sono le principali e come si può partecipare?

 

 

Tor Pignattara è un quartiere storico della città, ovvero ne è parte integrante da più di 90 anni, ma è nel 1927 che un atto amministrativo ne segna di fatto il riconoscimento nei confini del comune chiuso di Roma. Da vecchia stazione di posta e sanitaria di fine Ottocento, Tor Pignattara diventava a tutti gli effetti un area della città, per nulla marginale, anche e soprattutto per la storia del Novecento della Capitale. Per questo abbiamo pensato di lanciare un progetto open source, al quale invitare i cittadini che vivono e lavorano a Tor Pignattara di farsi partecipi di questa ricorrenza attraverso iniziative culturali e sociali nelle quali far emergere il tessuto connettivo e caratterizzante il quartiere: il senso di comunità, i valori democratici e inclusivi, le energie creative delle centinaia di realtà associative presenti.

 

 

In che cosa e perché il quartiere di Tor Pignattara è considerato un esempio di ‘quartiere multietnico’? Quali le realtà positive e come agiscono?

 

 

Mi permetta di ragionare solo un momento da studiosa. Tor Pignattara è uno degli oggetti di studio più appassionanti che un ricercatore di “carne umana”, come definiva Marc Bloch gli storici (ma possiamo dire di tutti coloro che si occupano di scienze umane), possa incontrare sulla propria strada professionale. Se non la conosci devi andarla a cercare. E’ un quartiere limpido, che mostra le sue contraddizioni, i suoi difetti, i suoi pregi senza nascondere mai nulla. Se percorri via di Tor Pignattara da piazza della Marranella a Via degli Angeli incontri categorie umane e sociali di ogni tipo, come se attraversassi un museo di vite che nessuno si è mai preso la briga di mettere in ordine. A volte può persino imbarazzare chi lo vive o chi vi entra per la prima volta, ma Tor Pignattara è così. Incuriosisce chi passa, indigna e strugge d’amore chi ci vive, ammalia chi vuole raccontarla. Tor Pignattara è un quartiere che devi vivere per capire che cosa ami e cosa detesti delle sue strade, dei suoi negozi, dei suoi abitanti. E, mi lasci dire, Tor Pignattara è un quartiere che si declina al femminile – anche il toponimo richiama il genere femminile dopotutto – perché sono soprattutto le donne che organizzano la vita culturale sociale del quartiere.

 

 

Tra gli appuntamenti più interessanti del progetto, le passeggiate storico-archeologiche, come si strutturano e che luoghi toccano?

 

 

I primi eventi sono il prodotto di progetti iniziati già nel corso del 2016. Si comincia il 12 gennaio con la posa delle Pietre d’inciampo per 6 dei tanti partigiani caduti nelle retate delle SS tedesche e trucidati il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine. E’ un evento che si profila di grande partecipazione, sia per le scuole coinvolte, sia per le molte associazioni che saranno presenti alla cerimonia di installazione dell’opera artistica di Gunter Denming. Il 29 gennaio invece invitiamo tutti a partecipare alla Domenica dell’Ecomuseo Casilino, che, con l’occasione, realizzerà un itinerario che ripercorrerà la storia e la memoria dei nove mesi di occupazione nazifascista di Roma e racconterà le vicende vissute dalla comunità di Tor Pignattara. Sarà una scoperta dei luoghi che hanno visto tanto dolore e tanta gioia. Per partecipare servirà iscriversi sul sito dell’Ecomuseo Casilino http://www.ecomuseocasilino.it/2016/12/30/le-domeniche-dellecomuseo-lungo-il-percorso-delle-pietre-dinciampo/

 

 

Oltre alle pietre d’inciampo dedicate ad alcuni partigiani del quartiere anche un fumetto su uno di loro, ci racconta questo aspetto ‘resistente’ del quartiere?

 

Per quanto riguarda Giordano Sangalli il progetto didattico-artistico nasce grazie all’incontro fra la Scuola Popolare di Tor Pignattara e il fumettista Alessio Spataro. Desideravamo dare un volto ad un giovane del quartiere ucciso dall’esercito nazifascista sul Monte Tancia, sulle montagne di Leonessa, nell’aprile del 1944. Un nome che è rimasto nella comunità grazie prima d un campo sportivo e poi al parco dell’Acquedotto Alessandrino, a lui intitolato. Proprio il parco è ormai da anni un esempio virtuoso di resistenza civile del quartiere al degrado e alla cattiva amministrazione. Giordano non ha un volto, per questo abbiamo chiesto ad Alessio Spataro di aiutarci ad individuare un giovane fumettista che potesse darglielo, raccontandone la storia. Vi aspettiamo il 7 aprile alla mostra ed alla presentazione del libro, per scoprirlo insieme.

 

Il vostro lavoro si inserisce all’interno di un progetto istituzionale o, partendo dall’associazionismo e dal volontariato, cerca di attrarre a se le forze istituzionali?

 

Mi lasci rispondere confidando un desiderio: vorrei che questo anniversario sia uno strumento per inaugurare un nuovo senso di marcia nel dialogo fra cittadini e amministrazione municipale sul tema della cultura e del sociale e che si ponga finalmente in valore il patrimonio culturale di questo territorio. Nel 2016 abbiamo vissuto un cambiamento politico e di gestione nel nostro municipio come in Campidoglio, quindi siamo di fronte a possibilità che vanno colte attraverso un dialogo costante fra cittadinanza e amministrazione. Ci auguriamo di vedersi rafforzare questo dialogo nel corso del 2017 e che l’anniversario possa essere soprattutto un momento di riflessione e di progettazione futura.

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