“Siamo rimaste nude nello specchio”, il libro di Emilia Testa per celebrare il Pride Month

Da tempo, il mese di giugno è dedicato alla sensibilizzazione e alla celebrazione dell’uguaglianza. Quale momento migliore, allora, se non questo, per raccontare la nuova pubblicazione della scrittrice napoletana Emilia Testa? Il suo libro, infatti, “Siamo rimaste nude nello specchio”, edito dalla Giovane Holden Edizioni, è un inno alle unicità, all’inclusione, al rispetto ma soprattutto all’indispensabilità della libertà nell’esistenza di ogni essere vivente.

Cenni storici attorno alla ricorrenza del Pride Month

Il Pride Month, il mese dell’orgoglio LGBTQIA+, è una ricorrenza mondiale che si celebra durante l’interno mese di giugno e che intende sottolineare la necessità di riconoscimento dei diritti alla comunità LGBTQI+, commemorando e celebrando al contempo l’orgoglio lesbico, gay, bisessuale, transessuali, queer, intersessuali, asessuali e chiunque non si riconosca nelle definizioni canoniche di genere. Origine di questa ricorrenza va ricercata a partire dai moti di Stonewall, quando nella notte del 27 giugno 1969, la comunità si ribellò alle abitudinarie incursioni della polizia nello Stonewall Ill, uno dei locali LGBT più in voga del Greenwich Village di New York. A quei tempi i disordini proseguirono per qualche giorno e misero i riflettori su una nuova consapevolezza, quella maturata dalla comunità LGBTQIA+: nessuno si sarebbe mai più piegato agli abusi di potere e alle violenze inaudite.

La libertà delle protagoniste di “Siamo rimaste nude nello specchio”

I racconti proposti all’interno dell’antologia pubblicata da Emilia Testa possono essere considerati come molteplici punti di vista attraverso cui gli intenti proposti dall’autrice si vivificano. Appare lampante che – come sottolinea nella postfazione la scrittrice Viola Conti, personalità attenta a tematiche quali emancipazione e diritti – Testa abbia fatto un lavoro che trova la sua originalità a partire dalla centralità dei personaggi femminili. Personaggi accomunati in primis da un amore per le donne, che vivono le proprie esistenze cercando di fare i conti con ciò che la società impone loro, fino a rinnegare la propria intima natura e condannarsi a una vita di rinunce e menzogne.

Donne forti che desiderano l’indipendenza. Che per fuggire dalle condanne a cui si sottopongono, talvolta trovano riparo solo nella propria intimità, laddove sono libere di essere veramente loro stesse.

Emilia Testa consegna al lettore e alla lettrice cinque storie magistrali che hanno tutte lo scopo di raccontare un mondo spesso ignorato. Un mondo di cui tutte e tutti dovremmo sentirci parte, perché finché tutti gli esseri umani non potranno godere degli stessi diritti e delle stesse libertà, questa condizione non può che riguardare anche chi non subisce le discriminazioni in modo consapevole, ma in realtà vi vive immerso, come in un incubo, da cui è sempre difficile risvegliarsi quando, dall’esterno, qualcuno non ti tende una mano e ti aiuta a capire.

Trama del libro

Il fil rouge delle cinque storie che compongono la silloge Siamo rimaste nude nello specchio è ascrivibile a un cammino, diradato e faticoso, nel mondo femminile, nei sentimenti, nella scoperta dell’amore. In ognuna delle cinque protagoniste, il cui nome dà il titolo ai rispettivi racconti, domina la solitudine, a volte evidente, altre volte camuffata in un controcanto cinico fatto di disincanto. L’incontro con un’altra donna diviene speranza di rinascita, sempre. Anche quando l’amore è quella nota disturbante, inattesa, che irride al nostro io indistruttibile e non lascia alternative al vivere.

Come avviene ne “Il caso Valeria M.”, un racconto attraversato da slanci visionari, dove impera il conflitto tra amore e istituzione, tra natura e ragione. Ne “La rabbia di Ester” l’amore si rivela effimero, la Dulcinea tanto sognata non riesce a ricambiare le aspettative della giovane protagonista, Ester, che si perde negli intrecci e nei tormenti della sua mente. In “Marta (o il grande boh)” la ricerca della propria identità sessuale, sempre evocata ma mai realizzata del tutto, ha l’urgenza di un diario che diventa gesto di protesta, verso il mondo, verso se stessi.Spesso l’adolescenza, età in bilico tra il sole e l’uragano, diventa il malessere della felicità, quando ti senti in balia delle decisioni dei grandi. Come avviene ne “Il sogno di Laura”, dove l’avversione verso un ambiente che si percepisce ostile, si stempera grazie a un volto nuovo.

Ma l’amore può essere anche incanto, una visione riconoscibile lungo i chilometri ripetitivi e noiosi di un’anima inquieta. Come accade alla protagonista de “L’incanto di Roberta”: una sconosciuta, un sorriso, la fa incespicare in un sogno.

Titolo dell’opera: Siamo rimaste nude nello specchio
Autrice: Emilia Testa
Editore: Giovane Holden Edizioni
Genere: Antologia di racconti
Pagine: 184
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