Se lo sapesse Jung, una lezione originale al Cnos-Fap di Forlì

Il libro del cesenate Ian Giovanni Soscara approda nel centro di formazione salesiana per adolescenti: “Per una volta sarà bello farsi interrogare dai miei allievi…”

Dopo il grande successo della presentazione del 7 gennaio scorso a Cesena (aula magna della biblioteca Malatestiana gremita di lettori) prosegue il tour letterario di “Se lo sapesse Jung” (Il Seme Bianco), secondo libro del sanremese, ma ormai cesenate d’adozione, Ian Giovanni Soscara.

Per questa seconda tappa, l’autore ha scelto una location “familiare”, ovvero il teatro San Luigi della sede forlivese del Cnos-Fap, il centro di formazione salesiana per adolescenti di cui Soscara è docente dell’area umanistica e culturale.

“In quel luogo di condivisione dove si intrecciano, ogni giorno, emozioni e turbamenti – spiega Soscara – ho voluto portare anche questa parte di me perché lì ci sono i miei ragazzi e non potevo non condividere con loro un aspetto così intimo di me”.

Dunque, per una volta nel ruolo inedito dell’allievo interrogato, Soscara dialogherà con i giovani del centro forlivese prendendo spunto da alcuni stralci del suo romanzo per rispondere alle grandi domande della vita tra anima, passioni, amori e razionalità.

L’incontro – in programma il 30 gennaio (ore 10 circa) nella sede di via Episcopio Vecchio – è stato fortemente voluto anche dal direttore Sergio Barberio che, dal 2008, grazie alla sua competenza e alla sua contagiosa passione, ha fatto crescere il centro in maniera vertiginosa, ponendolo come uno degli esempi educativi più virtuosi nel panorama nazionale e come un efficacissimo ‘ponte di connessione’ fra formazione e lavoro: “Ian Soscara è, da sempre, un pilastro di questo centro – spiega Barberio – un docente amatissimo dai suoi ragazzi che seguono con incredibile entusiasmo tutte le sue lezioni. E’ un catalizzatore di relazioni, un formatore di straordinaria sensibilità in grado di educare i ragazzi al pensiero. ‘Dalla buona o cattiva educazione della gioventù – diceva Don Bosco – dipende un buon o triste avvenire della società’. Ebbene, da questo punto di vista, certamente Ian sta dando un contributo prezioso al mondo che verrà”.

Rispetto alla prima presentazione della biblioteca Malatestiana, a Forlì Soscara non avrà al suo fianco i colleghi psicoterapeuti che lo hanno supportato, giorno dopo giorno, anche nella stesura del libro (unica eccezione Denis Ceccarelli, coordinatore didattico del centro, che per una volta seguirà l’evento dal backstage).

“Se lo sapesse Jung” – già centinaia di copie vendute in tutta Italia – è uno dei fenomeni letterari di questo inizio anno: “In questo romanzo sono andato alla ricerca dell’anima – spiega Soscara – di quel soffio di vita che spesso viene ignorato, schiacciato e represso. Il protagonista sembra andare oltre la ligia deontologia, si cala nella sua parte più scura di uomo e terapeuta per ‘cercarsi’ in nome dei sentimenti, alla faccia della ragione. Credendo di conoscere sé stesso e il mondo profondo delle persone precipita in un vortice narrativo dove si specchia nelle storie cliniche che ruotano attorno alla sua vita, a quella della sua famiglia e dei suoi amici. Fino a quando, nella sua esistenza lastricata di regole, irrompe l’uragano Ida che sgretola ogni sicurezza, rafforzando la tesi del viaggio interiore, quello che ognuno di noi compie per andare a prendersi la ‘città rotonda’, quella dove risiede l’anima. Quell’anima – o psiche se preferite – che resta la più fedele bussola della nostra vita, quella che ci guida e ci consente di raggiungere i nostri obiettivi e di avverare i nostri desideri”.

LA TRAMA

Leonardo Zeta sembra un tipo a posto, forse. Divide le persone in 8 categorie animali. È uno psicoterapeuta, è sposato, ha 2 figlie, alcuni amici e un socio, “la biscia”. Le città sono immobilizzate dal “morbo” e la democrazia sembra sul punto di crollare. Prima di tutto quel fragore progettava di cambiare il mondo, aprire un centro di ricerca insieme ai suoi compagni fidati, un nerd incallito, un broker e uno spacciatore di cadaveri. Per indole e dovere ascolta tutti, ma più lo fa, più zittisce la parte più importante di sé: la sua anima. Pare anche che la sua recente crisi coniugale con Bonnie stia lasciando spazio a una nuova affascinante paziente. Un esperimento clinico mai raccontato prima. Pervaso da mille emozioni rischierà di perdere tutto.

IAN GIOVANNI SOSCARA, nato a Sanremo nel 1970. Psicologo clinico, psicoterapeuta, sessuologo. È co-fondatore e condirettore del Polo Clinico Psi.Fa Cesena per coppie e famiglie.

Relatore e ideatore di conferenze-spettacolo a teatro. È inoltre docente per l’area umanistica nel centro di formazione per adolescenti Cnos-Fap Forlì.

Autore, scrittore, sceneggiatore e regista di cortometraggi e documentari.

Articolo precedenteW AM I di e con Nunzia Picciallo in scena il 3 e 4 febbraio allo Spazio Recherche di Roma
Articolo successivoVerde, l’EP d’esordio del power trio femminile romano Wasabi