Ruggero Fornari, del progetto Phorminx ci racconta il suo album di debutto!

Già anticipato dal singolo “Paradoxical Activity“, è in uscita su tutte le piattafome digitali da venerdì 3 novembre 2023 per Record Y, l’album di debutto omonimo dei Phorminx, la creatura musicale di Ruggero Fornari.

Un album concepito intorno alle molteplici possibilità della manipolazione sonora di uno strumento a corda, nel quale Ruggero ha cercato di conciliare quest’aspetto potenzialmente infinito con l’interazione musicale dal vivo, che è una dimensione altrettanto importante di questa musica.

 

Noi abbiamo la fortuna di incontrare proprio il leader di questo progetto, Ruggero, per farci raccontare che cosa stava accadendo.

Hai voglia di raccontarci tutti i vari elementi che compongono la copertina del tuo disco d’esordio? Come li hai scelti?

La copertina è un’opera di Delia Occhiucci. Nell’originale l’elemento testuale non era “Phorminx”, ma un frammento poetico. Quando l’ho vista ho subito pensato che avrebbe potuto essere un’ottima copertina per l’album. Le immagini sono tutte accomunate dall’idea di gravità e leggerezza: la piuma che fu fatta cadere durante lo sbarco sulla luna, uno dei primi aeroplani, la scarpa disegnata da Michael Jackson, nuvole, formazioni gassose e degli equilibristi. Mi piace pensare agli elementi della musica come a elementi che hanno una loro pesantezza o leggerezza. Nell’album si alternano continuamente momenti di assoluta rarefazione e momenti più densi, e penso che questa ambivalenza sia qualcosa che inconsciamente ha sempre guidato il mio modo di scrivere musica.

Da dove arriva il nome “Phorminx” e perché hai sentito l’esigenza di avviare questo nuovo progetto? Lo senti come un progetto solista?

La phorminx era un’antica certa greca, e scegliendo questo nome ho voluto sottolineare l’importanza dello strumento a corda nella creazione di questa musica, ricollegandomi a una sua forma primordiale e archetipica. Il gruppo è nato dalla mia voglia di esplorare varie sonorità chitarristiche e avevo necessità di formare un trio. È certamente solista, perché scrivo tutta la musica, ma ciò non vuol dire che gli altri non abbiano possibilità di esprimersi: il gruppo è nato anche pensando alle loro personalità musicali.

Come ti sei avvicinato allo studio della chitarra? E come hai incontrato i tuoi compagni Alessandro Clanferoni e Lorenzo Brilli? 

Mia mamma mi ha suggerito di prendere lezioni di chitarra perché a 12 anni ascoltavo in ripetizione “Electric Ladyland” di Jimi Hendrix. A 15 anni ho iniziato a studiare  più seriamente e a 17 avevo già deciso che sarebbe stata la mia vita.

Ho conosciuto Lorenzo Brilli quando avevo quindici anni, frequentavamo la stessa scuola di musica a Perugia. Ho conosciuto Alessandro Cianferoni più recentemente, grazie al suo lavoro con gli Handlogic.

Quale potrebbe essere una cornice live perfetta per il progetto Phorminx?

Qualsiasi palco. Con o senza impianto. A differenza di altri gruppi con cui suono, Phorminx è un progetto molto adattabile, che può suonare anche in acustico.

Avete già avuto modo di esibirvi live con questo disco?

Si, abbiamo fatto un mini tour di quattro date nel 2023. Presto annunceremo quelle del 2024.

E cosa potrebbe esserci nei prossimi mesi per i Phorminx?

Il prossimo step è portare il disco dal vivo. Ancora è presto per parlarne, ma le annunceremo presto.

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