Prosegue con il ventiseisimo capitolo con Marianne Faithfull

Prosegue con il ventiseisimo capitolo con Marianne Faithfull – La musica, oltre a emozionarci, farci sognare o semplicemente a svagarci e divertirci, ci fa meditare, riflettere, pensare. E, da questo punto di vista, può essere un prezioso sostegno psicologico per superare momenti di disorientamento e sconforto come quelli che stiamo vivendo oggi. 

Venerdì 17, il ventitreesimo capitolo di “A song a day keeps the virus away” con Marianne Faithfull su jamtv.it in partnership con meiweb.itmescalina.itmusicalmind.altervista.orgspettakolo.it, radiocittà.net, cpm.it e le pagine Facebook Cultura Virale e Musica senza aggettivi. Nei giorni scorsi il ventiquattresimo con Mark Knopfler e il venticinquesimo con i Guns’n’Roses. 

LE “LACRIME” DI MARIANNE FAITHFULL

È il 1964 quando Andrew Loog Oldham, il manager dei Rolling Stones, rimane affascinato da una ragazzina bionda che ha conosciuto a una festa. Scopre poi che Marianne Faithfull, questo il nome della ragazzina, è anche una cantante e a quel punto vuole trovare una canzone da farle incidere. La leggenda racconta allora che Oldham abbia costretto Mick Jagger e Keith Richards a scrivere una canzone, rinchiusi nella cucina di casa sua sino a quando non l’avessero completata. Ne esce As Tears Go By, un brano che con la voce di Marianne Faithfull diventa un grandissimo successo internazionale, tanto che i Rolling Stones stessi ne incideranno successivamente una loro versione. 

Ezio Guaitamacchi presenta storie, curiosità e riflessioni legate alle canzoni che hanno fatto epoca, quelle che, pur scritte anni fa, sono ancora di un’attualità disarmante. Un modo diverso di (ri)scoprire brani bellissimi che ci riconciliano con la vita. 

ROMEO AND JULIET – MARK KNOPFLER “RISCRIVE IL FINALE” DI UNA DELLE PIÙ FAMOSE LOVE STORY DI SEMPRE (CAPITOLO XXIV) 

Estate del 1980: la storia d’amore tra Mark Knopfler e Holly Vincent si è ormai conclusa. È durata poco più di un anno, da quando la punk rocker americana è giunta a Londra con la sua nuova band Holly & The Italians per cercare quella fortuna che non gli aveva sorriso dall’altra parte dell’Oceano. Grazie ai buoni uffici di Knopfler, Holly aveva firmato un contratto discografico, era finita sulle prime pagine delle principali riviste musicali del Regno Unito e quindi partita per un tour con i Clash. Ma poi, ottenuto ciò che voleva, aveva mollato il fidanzato/anfitrione. Il quale, mentre un giorno stava giocherellando con la sua National resofonica accordata in sol, aveva iniziato a perfezionare un riff di chitarra attorno al quale si era messo a scrivere un pezzo che raccontava proprio una storia d’amore, come la sua, finita male. Citando, addirittura, una frase di un’intervista di Holly che diceva che “dopo una scenata in pubblico ho deciso di lasciare Mark”.

E così, prendendo spunto da una delle love story più celebri di sempre, quella di Giulietta e Romeo di shakespeariana memoria, Mark ricama una melodia struggente, bellissima, con la quale dà vita a uno dei pezzi più belli del repertorio dei Dire Straits in cui Romeo viene lasciato dalla sua Juliet una volta che lei ha ottenuto fama e denari.

SWEET CHILD O’ MINE – I GUNS N’ ROSES RAGGIUNGONO IL PRIMO POSTO DELLE CLASSIFICHE AMERICANE

CAPITOLO XXV

Autunno del 1986: in uno stabile di North Hollywood, all’incrocio tra Sunset Boulevard e Gardner Street, i membri della rock band Guns N’ Roses stanno suonicchiando. Quella casa, da loro stessi soprannominata Hell House (la casa infernale) è contemporaneamente una sala prove ma anche il luogo in cui i ragazzi danno sfogo ai loro vizi. Ora però stanno scaldando gli strumenti. Slash, in particolare, sta esercitandosi nel cosiddetto “string skipping”, un modo diverso di elaborare i riff di chitarra. Sta infatti suonando in loop un giro sulla sua sei corde accompagnato dalla batteria di Steven Adler. L’altro chitarrista della band, Izzy Stradlin, chiede a Slash di ripetere quel giro per aggiungerci qualche accordo mentre il basso di Duff McKagan completa il tutto. Axl Rose, al piano superiore, ascolta. E pensa di elaborare un testo per trasformare quel giro strumentale in una vera e propria canzone. Prende ispirazione dalla storia d’amore con la sua fidanzata Erin Everly (figlia della leggenda del rock ’n’ roll Don Everly) ma anche, come dichiarerà lo stesso Axl anni dopo, dallo spirito rock romantico dei suoi idoli, Lynyrd Skynyrd. Non a caso il brano si chiamerà “Sweet Child O’ Mine”. Quando verrà registrato, negli studi di Burbank, al pezzo verranno aggiunti un inciso e un finale diverso. La canzone, che impreziosisce l’album di debutto dei Guns N’ Roses, nel settembre del 1988 raggiungerà il numero uno delle classifiche americane.

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