“Postumi da Frammenti” in esposizione al Salone del Libro di Torino. La poesia attraversa un’anima inquieta

Accompagna il lettore in un viaggio poetico nei meandri dell’anima Mariano Miucci tra le pagine della sua silloge “Postumi da Frammenti, da mille e una lira, per notti buie e tempestose”, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. L’opera sarà esposta al Salone Internazionale del Libro di Torino, che si terrà dal 15 al 19 maggio prossimi, al Lingotto Fiere.

«Sono postumi di ubriacature di vita – confessa l’autore, che attualmente vive a Curtarolo, nella frazione di Pieve e lavora a Cittadella (Padova) – di fiducie riposte, di amori vissuti. Sono lividi e cicatrici ben tatuati sotto la pelle, che ho raccolto come pezzi di fili allacciati, sciolti e tagliati, e che ho intrecciato in un quadro descritto, ferendomi tutte le volte». Un percorso-discorso che Miucci ha voluto procedesse dalla fine e che coincide sempre con un nuovo inizio, riscoprendo i tanti cambiamenti avvenuti nella sua vita e ripercorrendo con la memoria scelte e rinunce fatte. Tra amore e perdita. Realtà e illusione, fede e disincanto. «Ci sono vite – scrive, nella Prefazione, Cosimo Damiano Damato, regista e sceneggiatore, attivo soprattutto nel mondo del teatro -, che nascono come schizzi di pioggia su una pozza d’acqua: parole che cadono, tremano, disegnano cerchi che si allargano finché non diventano oceano. E poi scompaiono. Racconti quotidiani, filosofici, magici nel loro realismo. Ombre di parole e storie che danno vertigine, inchiodato l’amore sotto l’ombra di una lampada per farsi dire la verità».

Le poesie di Mariano Miucci, originario di Apricena (Fg), vanno al di là del dolore per cercare uno spiraglio di luce che possa guidare oltre la tempesta, alla ricerca del senso più autentico dell’esistenza. Non vi è nulla di argomentato ma solo la cruda realtà impressa nero su bianco. Un viaggio dal percorso, a volte, tortuoso e dissestato, che la scrittura rende immortale e poetico, trasformando in bellezza anche la più grande sofferenza. L’autore definisce la sua opera «un caleidoscopio attraverso cui ciascun lettore viandante, mediando con sé stesso, può immergersi nei chiaroscuri di sé. Per farlo ho aperto un piccolo varco nel mio arcobaleno inseguito per tutta questa vita fin qui».

Ma se la poesia di Mariano Miucci è ispirata dalla realtà, l’autore ammette di non aver mai pensato di sottoporre un suo manoscritto al lettore. «Non era previsto e mai sognato, sono stati sempre i sogni che sono venuti a trovarmi e mai nel sonno». Un sogno diventato realtà e un rimpianto evitato. L’opera, disponibile anche nella versione e-book, sarà esposta nello stand della sua casa editrice Aletti. «Un privilegio e una responsabilità verso chi è già passato e verso i visitatori inattesi. Un bell’incontro inaspettato. Una stagione da ricordare».

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