Pietro Panetta, dopo l’uscita del nuovo singolo Dissonanze Cognitive di racconta

Da venerdì 7 gennaio è disponibile in rotazione radiofonica “DISSONANZE COGNITIVE” (Just in Record), il nuovo singolo di PIETRO PANETTA.

Dissonanze cognitive” è il titolo del nuovo singolo di Pietro Panetta, un brano tra il rock e il grunge che, con un filo di ironia, descrive quello che dall’artista è visto più come un pan-demonio che una pandemia. Nel brano vengono espresse alcune frasi “contradditorie” che si sentono spesso pronunciare quando si parla di questo ormai sdoganato e quantomeno noioso argomento. Le parole in causa sembrerebbero quelle di un “credente” viste dagli occhi di uno “scettico”. Molta attenzione è stata data nel non toccare l’argomento troppo in profondità e non mostrarsi da una o l’altra parte. Infatti, anche nel ritornello, che prevede una serie di “vieni con noi” ripetuti, non risulta ben chiaro da quale delle due “parrocchie” arrivi la richiesta.

Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?

In realtà non ricordo ci sia stato un vero e proprio momento che potrei identificare con l’inizio di questa mia passione. Amo la musica da quando ho ricordo… L’essere cresciuto in una famiglia dove mio padre ed alcuni zii si dilettavano a strimpellare la chitarra o altri strumenti, ha sicuramente aiutato questa mia passione. Ho iniziato a comporre i miei primi brani di musica dance, techno e hardcore ai tempi della prima media con un programmino per computer. Qualche anno dopo ho iniziato a suonare la chitarra. Ma il mio desiderio di fare musica risale a molto prima. Ricordo che ancora prima utilizzavo un vecchio mangianastri a doppia cassetta per fare dei montaggi rudimentali incollando piccoli pezzi di musica di artisti diversi. Quindi REC e STOP e poi dentro un’altra cassetta e nuovamente un altro REC e STOP… E così via… Inutile dire che il risultato fosse qualcosa di inascoltabile ma io mi divertivo un mondo.

Raccontaci “Dissonanze Cognitive” in qualche riga.

Dissonanze Cognitive è un brano controverso ed ironico e per certi versi anche provocatorio. Rappresenta una mia personale riflessione sul periodo storico che stiamo vivendo, dove paura e contraddizioni si susseguono in una miriade di discorsi infiniti. Molti dei valori morali e civili stanno via via scomparendo lasciando spazio ad un uomo incattivito da una società che si punta il dito contro, alla ricerca di un colpevole e in pochi ormai si prendono la responsabilità delle proprie azioni. Un società sempre più frenetica e tecnologica, dove la macchina è diventata quasi un’estensione dell’uomo. Da qui nasce l’idea di proporre un personaggio “fuso con la tecnologia”, come la ragazza nella copertina e nel video.

Qual è l’aspetto della tua musica di cui vai più fiero?

Penso che potrebbe essere il fatto che faccio esattamente il genere di musica che mi piace, senza preoccuparmi di essere in linea con il mercato odierno. Questo rende la mia musica sincera ed autentica, oltre che arricchire lo scenario italiano in quanto non vado ad invadere o saturare altre realtà musicali già consolidate e trovo anche il mio personale posto ed il mio pubblico.

Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?

Tanta voglia di scrivere ma poca di studiare… Dovrei sicuramente dedicare più tempo allo studio, questo mi permetterebbe di crescere e diventare un artista più completo.

Come speri di continuare la tua esperienza musicale?

Non ho particolari aspettative per il futuro. Al momento sto percorrendo questa strada e sto facendo quello che mi piace e che mi fa stare bene. Domani potrebbe cambiare tutto ma l’importante sarà sempre di ricercare e fare ciò che mi piace, qualunque cosa essa sia.

Articolo precedenteL’Annuale Internazionale Apollo dionisiaco invita poeti e artisti alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Articolo successivoI “Calzini” di Paolo Baldoni tra cinema muto e country music