NOI. Non erano solo canzonette, la mostra visitabile a Pesaro

NOI. Non erano solo canzonette, la mostra visitabile a Pesaro

Mostra “NOI. Non erano solo canzonette”
Palazzo Mosca – Musei Civici / Museo Nazionale Rossini
prorogata fino al 10 gennaio 2021

Visto il grande successo di pubblico registrato fino ad oggi, il Comune di Pesaro – Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo annunciano la proroga della mostra “NOI. Non erano solo canzonette” che si potrà visitare fino al 10 gennaio 2021 a Palazzo Mosca – Musei Civici e al Museo Nazionale Rossini.
Dopo l’estate l‘evento sarà quindi protagonista anche del Natale pesarese e meta turistica durante le festività.

Un progetto espositivo emozionante e di grande qualità, accolto da Pesaro Città Creativa Unesco della Musica, che grazie al connubio di immagini e atmosfere musicali indimenticabili, sta riscuotendo interesse, curiosità e feedback alquanto positivi. Aperta dal 12 luglio ha raggiunto in tre mesi ben 12.151 presenze, tra visitatori provenienti dal territorio e turisti da fuori regione arrivati in città per le vacanze estive. Molto partecipate anche le visite guidate organizzate nelle due sedi in diverse occasioni: dal “San Pietrino Summer Street” in piazza Mosca alle “Soirées musicales” al Museo Nazionale Rossini fino alle settembrine Giornate Europee del Patrimonio 2020. Appuntamenti che sono stati sempre sold out nonostante le dovute limitazioni nel rispetto delle norme sanitarie anti Covid.

Così Daniele Vimini, assessore alla Bellezza: “Grande soddisfazione per l’andamento della mostra, tant’è che abbiamo deciso di prorogarla fino al nuovo anno per abbracciare la Festa della Musica Unesco e l’edizione speciale del Rossini Opera Festival a novembre e a dicembre le feste di Natale. Siamo convinti che potrà essere interessante anche per i turisti autunnali e per quelli che arriveranno a Pesaro per il periodo natalizio. In più mi piace sottolineare che si tratta di una proposta molto apprezzata anche dai genitori e dagli insegnanti venuti a visitare la mostra; quindi ci auguriamo che, pur con le difficoltà della ripresa scolastica, l’esposizione venga scelta come opportunità di formazione, proponendo un percorso che parte dalla musica per raccontare la storia contemporanea: una bella opportunità di riflessione per gli studenti, a maggior ragione in un anno in cui le lezioni sono condizionate dalle complessità dell’emergenza Covid.”

In un momento di incertezza come quello attuale si sente ancor più la necessità di guardare alla storia. La mostra “NOI” accoglie uno spaccato importante, una grande rappresentazione della storia italiana recente dal 1958 al 1982 e lo fa con un evento a 360 gradi che racconta venticinque anni rivoluzionari sotto tutti gli aspetti, sociali, etici, economici. Protagonista la “musica d’autore” strumento di esplorazione e interpretazione di quelle grandi trasformazioni perché ha saputo parlarne il linguaggio, descriverne i fatti, respirarne il clima e restituirne le emozioni.

Patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e dalla Regione Marche, oltre che da FIMI, RAI, SCF e SIAE, la mostra è prodotta da Bibibus Events ed è a cura di Gianpaolo Brusini, Giovanni De Luna, Lucio Salvini, con la partecipazione di Fabri Fibra, Marco Tullio Giordana, Vittorio Nocenzi, Giorgio Olmoti e Omar Pedrini, a garantirne il rigore storico/scientifico, l’alta valenza culturale e la forte impronta didattico/educativa.

Racchiusa fra due abbracci, quello di Domenico Modugno sul palco di Sanremo 1958 e quello di Paolo Rossi nella notte di Madrid che nel 1982 laureò l’Italia campione del mondo, la mostra procede cronologicamente attraverso il contrappunto di 100 opere musicali italiane, selezionate nel repertorio di quel periodo: una chiave di lettura e approfondimento, un “passo a due” fra musica e società, in cui stili di vita, lavoro, moda, fatti di cronaca, si influenzano a vicenda.

Una canzone, non meno di un libro o di un dipinto, sa riflettere il momento storico in cui è stata immaginata, scritta e cantata. Non esistono canzonette, solo canzoni, e sono state trattate per quello che sono: contributi culturali di importanza critica per il passato, il presente e il futuro. Nei grandi avvenimenti come in quelli di minor rilievo, la musica narra, descrive, talvolta preconizza e, infine, fissa nella memoria.

Il percorso espositivo è suddiviso in quattordici aree tematiche in grado di coinvolgere tanto chi quegli anni li ha vissuti in prima persona, quanto le generazioni più giovani, in un comune percorso di immersione nella memoria collettiva italiana. Dalla grande immigrazione verso le città del Nord della fine degli anni Cinquanta, sino al disimpegno che ha configurato gli anni Ottanta.

Si parte da Palazzo Mosca – Musei Civici con le sezioni: “Volare” penso che un sogno così non ritorni mai più, “Il Treno del sole” come è bella la città come è viva la città, “Il Boom” il mutare del profilo delle città e delle campagne, “Carosello” l’avvento del consumismo, “Abbronzatissimi” la conquista del tempo libero e delle vacanze di massa, “L’Esercito del Surf” i giovani quale nuovo soggetto sociale e “Pensiero Stupendo” con il lungo cammino dell’emancipazione femminile.

Il percorso prosegue al Museo Nazionale Rossini con le sezioni: “C’era un ragazzo che come me” le rivendicazioni sociali e i movimenti studenteschi, “Contessa” lotte operaie, “La locomotiva” il terrorismo, “Musica ribelle” le radio libere, “La febbre del sabato sera le discoteche, “Splendido Splendente” il riflusso che darà inizio agli edonistici anni ’80 ed infine “il Mundial” la notte che ci cambiò per sempre.

La fruizione musicale in mostra è a più livelli: dall’audio diffuso nelle varie sale, alle opere ascoltabili singolarmente grazie alle più recenti tecnologie, agli speaker direzionali per i filmati d’epoca. I 100 brani scelti, utilizzando un criterio di massima inclusività, da Peppino di Capri a Francesco Guccini, da Patty Pravo a Fabrizio De André, sono in grado di trasmettere, anche a chi non c’era, il senso profondo di quella musica e di quegli anni.

Il repertorio iconografico, a corredo della mostra, proviene in parte dagli inestimabili archivi Publifoto IntesaSanpaolo e in parte dall’archivio storico de il Resto del Carlino, le cui immagini, destinate ai quotidiani, ai rotocalchi e ai settimanali illustrati dell’epoca, restituiscono lo sguardo del fotoreporter di cronaca e la sua grande abilità di rappresentare in modo acuto, profondo e preciso le molteplici realtà italiane.

Le opere video provengono dagli archivi delle Teche RAI, oltre che dall’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea, un centro di conservazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio audiovisivo prodotto dalle imprese italiane.

L’allestimento della Mostra è a cura della designer Francesca Seminatore, con le installazioni audio-video di Daniele Perrone.

A imperdibile corredo del percorso si affianca per il visitatore il catalogo pubblicato da ELI – La Spiga con foto e un apparato testuale storico-critico dei curatori della mostra, che si pone come un approfondimento affascinante a questa storia unica dell’immaginario degli italiani.

www.mostranoi.it

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