Una nobile causa a Belgrado, il film di Emilio Briguglio

Una nobile causa a Belgrado, il film di Emilio Briguglio. Approda al Festival del Cinema Italo Serbo Una nobile causa, il film di Emilio Briguglio dedicato a raccontare con i toni della commedia agrodolce il dramma del gioco d’azzardo. Il lungometraggio vanta un cast sicuramente brillante: Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Antonio Catania, Roberto Citran, Francesca Reggiani, Guglielmo Pinelli, Giulia Greco, Simona Marchini, Massimo Bonetti, Nadia Rinaldi, Massimo Foschi, Carla Stella, Eleonora Fuser, Vasco Mirandola, Nina Senicar.

Un’importante soddisfazione per il cast e per il suo regista soprattutto perché questo film pieno di ironia e di coraggio sarà a Belgrado assieme a film decisamente importanti: dai recentissimi Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, Noi e la Giulia di Edoardo Elo, Il più grande sogno  di Michele Vannucci. A capolavori storici come A pugni chiusi di Pierpaolo de Sanctis.

Prodotto da Rebecca e Tarcisio Basso su un soggetto di Riccardo Fabrizi, Francesco Costa ed Emilio Briguglio, Una nobile causa racconta la vicenda parallela di Gloria, una giocatrice incallita reduce da una folgorante vittoria di un milione di euro alle slot machine, e della sua famiglia, terrorizzata che sperperi il bottino miracolosamente vinto; e del Marchesino Alvise Fantin, a sua volta malato di gioco, piccolo truffatore, condannato a risarcire con il proprio lavoro due delle sue vittime, due pescivendoli, padre e figlia. Dopo essersi perdutamente innamorato della giovane Tania, Alvise pare redimersi, ma non tutto è come sembra.

A raccordo di entrambi la saggia figura del Dottor Aloisi, psicologo specializzato nella cura del gioco di azzardo a cui Gloria e la sua famiglia si affidano per un percorso di terapia.

In un’escalation di colpi di scena, un fattore mette in comune tutti i protagonisti della vicenda e diventa fondamentale strumento di comicità: l’intelligenza perversa ed acuta, la furbizia di chi, in nome di un’ossessione quale quella del gioco, si condanna alla piccola e alla grande truffa per poter alimentare la propria malattia.

 

 

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