MONIA si racconta

Raccontaci brevemente quando e come hai iniziato a fare musica

Ho iniziato all’età di sette anni, ho un musicista in famiglia, mio padre è professore d’orchestra di tromba. Da lì è partito tutto, un percorso fantastico di cui sono grata. Ho vissuto cose stupende, conosciuto persone bellissime e condivido momenti irripetibili, sono orgogliosa, ho fatto tanti sacrifici per la musica e sono stati ripagati.

Ora sono pronta a prendermi quello che desidero di più, il mio sogno di sempre.

Quali sono i temi di “Dakar”?

Emozione, introspezione, consapevolezza.

È un pezzo di vita comune, un desiderio mancato per colpa nostra, una festa come tante ma diversa da tutte.

In realtà mi piace non ci sia solamente questa chiave di lettura, si può alludere benissimo al racconto di una storia finita male, o non iniziata per nulla, mentre io ho usato la figura della coppia per rappresentare anche un auto dialogo fra le due parti di me. L’attico perché dall’alto abbiamo una visuale più ampia, Dakar perché è calda.

Nelle prossime settimane hai in programma dei live?

Ora sto continuando la scrittura e mi sto concentrando più sulla vita da studio, sicuramente ho tanta voglia di portare live i miei lavori e lo farò presto.

Quali sono i prossimi passi del tuo percorso musicale?

Come dicevo prima ho in programma sicuramente di scrivere e pubblicare altra musica, concentrarmi sul mio obiettivo e non fermarmi.

Vi invito a seguirmi sui miei canali social, interagire con me e dirmi la vostra opinione sui miei lavori, per me è importante come per tutti gli artisti, ma soprattutto amo interagire con la ‘mia gente’. 

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