Mesoglea si racconta e ci regala qualche “chicca” sul suo ultimo lavoro Vivisection of a heart

Fuori da venerdì 26 novembre un nuovo e meraviglioso capitolo firmato Mesoglea che anticipa l’uscita di un album. Vivisection of a heart è un pezzo che vede la produzione di Claudio Cupelli in arte Kupo e si caratterizza per il suo sapore intenso, viscerale, arricchito di distorsioni e suggestioni elettroniche. Lasciatevi trasportare in un mondo musicale ove si viene cullati fra l’irreale e una tenera disperazione, un mondo di mezzo che il nome Mesoglea annuncia a chi si avvicina a questo piccolo gioiellino artistico fatto di equilibri preziosi e atmosfere impalpabili avvolte da una nebbia silenziosa che trasporta sensazioni e profumi dall’Oriente e dalle profondità di un tono dalla memoria blues. 

Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica” e come è nato il bisogno di dare vita al tuo progetto musicale?

È nato tutto casualmente. Ho scritto la mia prima canzone, Again, nel 2012 ma poi Mesoglea si è concretizzata nella mia mente e nella pratica sul finire del 2016, non c’è stato un momento preciso. Forse sono solo arrivata al punto di avere un ep completo e dire “ok, perché non pubblicarlo?” e così è stato.
I testi che scrivo sono specchio del mio vissuto, ho iniziato a mettere in musica il mio quotidiano per esigenza di dovermi esprimere anche attraverso questo tipo di linguaggio che ho sentito e sento completamente mio. La musica probabilmente era già qualcosa che mi apparteneva, dovevo solo scoprirlo.

Raccontaci “Vivisection of a heart” in qualche riga.

Vivisection Of A Heart è una confessione a cuore aperto di quanto faccia male mettere a nudo le proprie emozioni più profonde, nonostante si possa essere persone estremamente trasparenti, come nel mio caso. Il brano è nato una sera di due anni fa da tre note di piano su cui io poi ho scritto il testo in maniera estremamente impulsiva, è nato nel giro di una manciata d’ore. L’ho mandata a Claudio Cupelli (Kupo), giusto per condividerla, e lui ha iniziato a lavorarci sopra con una produzione che ne veste perfettamente il sentimento. Per me è un piccolo gioiello di verità e introspezione. La collego molto al mio primo ep, Love Again, dove non ci sono stati limiti né di tempo né di emozione.

Qual è l’aspetto della tua musica di cui vai più fiera?

L’unicità.
La mia musica parte dalla mia ricerca personale, dal mio vissuto, dal mio modo di pensare e di vivere. Mi sono sempre differenziata, non ho mai rispettato i canoni, le sovrastrutture, le mode perché “così funziona”. La mia musica funziona ugualmente anche se non è quella che va ora. E questo lo fa perché è sincera, perché mia e non la copia di quella di qualcun altro. Poi certo, ci sono influenze, gusti, affinità con artisti o generi musicali, va da sé, ma già il fatto che non si cataloghi sotto un genere ben preciso significa che è qualcosa di diverso ed è unico. Io punto sempre a questo e cerco di smuovere delle emozioni molto sottili, profonde o scomode tramite quelle che riverso nei miei brani. Non farò magari i grandi numeri, ma almeno sono io e quando sei te stesso sempre ciò che fai non svanisce nel tempo.
“La tua musica è Riconoscibile”, mi hanno detto ad un live che ho fatto qualche sera fa.

Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?

C’è sempre da migliorare qualcosa, soprattutto nei lavori artistici ‘ché favoriscono i cambiamenti; si mutano le prospettive ed ogni volta si può fare qualcosa in più e qualcosa di diverso. Il mio maestro di musica dice che dovrei studiare di più, ha ragione. Sono nata in musica come autodidatta un po’ ribelle e il mio tallone d’Achille (non solo in musica ma anche nella vita) è il non essere costante. Sono Sagittario non a caso!
Scherzi a parte, la costanza penso sia la cosa che debba migliorare di più.
Per il resto, ripeto, tutto si evolve e di migliorie ce ne possono essere molte ogni volta.
Per ora comunque sono soddisfatta della crescita che ho fatto e che sto facendo, non mi fermo qui.

Come speri di continuare la tua esperienza musicale?

Con un po’ più di costanza, per l’appunto. Ad oggi ho in fase di scrittura il mio primo album che vorrei far uscire da qui a un anno. È un lavoro importante in cui ho deciso di continuare a portare avanti la caratteristica per cui è nato il mio progetto, ovvero l’ibrido tra musica acustica ed elettronica, questa volta però lasciando più spazio alla prima, agli strumenti suonati ed ai musicisti che mi accompagnano. Sarà un bel viaggio, è già iniziato e non vedo l’ora di vedere come proseguirà.

Articolo precedenteE’ online il videoclip di “Adriatica”, il nuovo singolo delle Cordepazze
Articolo successivoHologram Boy presenta il suo primo singolo “Sinapsi Attive”