Luigi Puccio, dal passato al futuro con Human 4.0

Human 4.0 la tecnologia per Servizio, da basso verso l’alto (La Rondine) è l’ultimo libro di Luigi Puccio, avvocato, giurista, formatore, consulente legale e digitale e anche ricercatore ed autore. Human 4.0 non è solo un libro che va a raccontare l’uomo e il suo percorso di vita all’interno del pianeta. È infatti anche un racconto storico, che vede l’evoluzione umana, quella tecnologica e quella del pianeta, integrarsi tra loro come tre componenti inscindibili. Per un racconto cronologico che fa capire al lettore come siamo arrivati all’oggi e quali sono le prospettive future. Nel libro, tanti gli strumenti e gli spunti offerti, per capire e comprendere il domani che sarà. Per un’attenta analisi sull’uomo e la sua evoluzione tra passato, presente e futuro.

Un aspetto affascinante di questo libro, è l’aspetto storico che vai ad affrontare…

Senza la storia, non si può raccontare il futuro. In questo libro, racconto le varie fasi dell’umanità e del suo concetto di società. Parto dalla Grecia, che è la culla della civiltà e arrivo all’Impero Romano. Passo dal Tardo Medioevo e giungo ai giorni nostri. Solo così si può capire meglio l’evoluzione umana e provare ad ipotizzare quello che potrà accadere in futuro.

Quindi, lo sì può considerare anche un libro storico per il futuro e per far capire agli ascendenti cosa e come si ragionava oggi?

Volevo dare un senso cronologico alle cose. Sicuramente si parla di tecnologia e di evoluzione, ma è bene conoscere la nostra storia e da dove arriviamo. Ad esempio, sono molto incuriosito dal mio albero genealogico. Partire dai miei genitori, i miei nonni ecc, mi fa capire da dove sono partito e dove posso arrivare. Questa vuole essere una provocazione per il lettore e per fargli capire che: “oggi siamo qui e per un lasso di tempo medio – lungo; quindi, perché non capire o scoprire cosa c’era prima e come siamo arrivati all’oggi?” La storia è ciclica e quindi, quello che è stato in passato può ripresentarsi anche in futuro. Questo può sicuramente essere quindi anche un libro storico/sociologico, perché tra 30/40 anni, le nuove generazioni, studieranno cosa è accaduto in questo momento storico.

Nel libro tratti dell’agenda 2030 e parli di una lettura prospettica delle 5P (Pace, Prosperità, Partnership, Pianeta e le Persone). Nello specifico però, parli di prosperità non solo come aspetto economico, ma anche come aspetto umano: prosperità intesa però come “ricco di vita”…

Dovrebbe essere così! Uno stato prospero nasce se tutte le sue componenti funzionano e se le persone che lo abitano sono soddisfatte. La prosperità deve essere sotto tutti i punti di vista per l’essere umano, non solo economico, ma anche di felicità e di benessere psicofisico. Invece, quello che stiamo vivendo oggi nel mondo occidentale è sicuramente una forma di crisi economica, ma anche una crisi dei valori. In molti sono convinti che lo stato dovrebbe assicurare una base di prosperità, altri invece credono all’unicità e all’individualismo delle persone, con conseguente soddisfacimento esclusivo del fabbisogno personale. Preferisco mantenermi nel mezzo e non avere una risposta assoluta.

La tecnologia e l’avvento dei social hanno però in qualche modo modificato la concezione di prosperità per te?

Sicuramente i social hanno influito sul pensiero comune. Attraverso i social c’è una corsa all’apparire e a mostrare il possesso di roba materiale.  Questo ha ampliato ulteriormente una certa frattura tra classi e persone. Tuttavia, non capisco perché la gente non riesca più a godersi il momento o quantomeno, non si riesca a dare il giusto risalto a quelle situazioni o persone più meritevoli. Servirebbe una forma di rieducazione sui social.

Nel capitolo quinto invece, fai una distinzione ben precisa tra giustizia e pace. Due concetti che forse impropriamente vengono invece confusi troppo spesso…

La giustizia è di questo mondo e cambia secondo le situazioni, le evoluzioni, la cultura, gli stati e gli eventi. La gente pensa che la giustizia sia lenta, ma in realtà il vero problema sono le leggi e la loro messa in pratica. Per quanto riguarda la pace, secondo me, non è di questo mondo. Noi infatti viviamo in una forma di dualità (bello-brutto, nord-sud, destra-sinistra ndr.), ma se io decidessi di eliminare un contendente, mi potrei sicuramente schierare, ma uscirei da questa dualità. La pace si conquista quando viene a mancare una parte e spariscono i conflitti. Ho voluto mettere questi concetti vicini come forma di provocazione, affinché sia un punto di partenza per ulteriori ricerche. Io sono alla continua ricerca di risposte, anche perché di domande ce ne sono ancora tante.

La pace come richiesta essenziale, ma secondo te nel corso della storia c’è mai stato un momento di vera pace?

Se intendiamo la pace in senso personale e individuale sicuramente sì. Se intendiamo la pace in termini di società o di globalità, è più complicato dare una risposta. Sono convinto che la pace sia la massima aspirazione per ogni essere vivente, ma che con l’evoluzione umana e tecnologica, sia sempre più complicata.

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