E’ uscito il nuovo album omonimo del cantautore e musicista riminese Luca Fol per TSCK Group.
Anticipato dal singolo “Diktat”, il disco aggiunge un nuovo pezzetto al percorso intrapreso con la pubblicazione di “Io sono meno inglese di thè”, il precedente album che ha segnato il passaggio alla scrittura in italiano di Luca Fol con una identità a metà tra electropop e cantautorato e un sound fatto di sintetizzatori pungenti, chitarre frizzanti e animo synth pop.
L’album attraversa diversi scenari del cantautorato pop trovando un punto di incontro tra una concezione della musica più divertente e brillante, con jingle synth pop e groove frenetici, e un’attitudine più riflessiva su temi come la spiritualità, la solitudine e la sofferenza.
Dieci canzoni che spaziano tra brani più spensierati ed ironici, con una piccola punta di cinismo (“Estinguiamoci”, “Concetti”, “Diktat”) accanto ad altri più orchestrali, sinfonici e armoniosi (“Pratica Spirituale”, “L’errore”, “Dissolubile”).
Se in alcuni momenti le sonorità tendono ad un elettropop tinto di techno e funky, in altri viene fuori un’anima più struggente, profonda, eterea. Una doppia visione ripresa anche nel gioco di luci della copertina dell’album, con una parte del volto di Luca quasi abbagliata da un fascio di luce, e l’altra invece cupa, scura, in ombra.
A fare da collante, il tema della ricerca di un equilibrio nella propria interiorità, una costante in ogni traccia, affrontata, anche qui, passando per due strade: quella più leggera e sarcastica con l’invito ad accettare l’imprevedibilità, ad andare verso ciò che ci attrae e inizialmente intimorisce, e quella più profonda che punta a cercare il distacco dalla frenesia quotidiana, con il silenzio che viene a dare conforto perché darsi tempo è necessario, pazientare è fondamentale.
L’album è stato prodotto da me e Antonio Patanè, che mi segue meticolosamente da diversi anni. Sebbene il fil-rouge che accomuna la scrittura di ogni brano è il pop d’autore elettronico e rock, abbiamo deciso di non porci limiti e seguire anche visioni più sinfoniche ed orchestrali su pezzi che, secondo noi, avevano bisogno di una dose di pathos aggiuntiva. La scrittura dell’album è stata spontanea, con il mio spirito che è sempre a metà tra ironia ed intimità nel raccontare temi a me cari e ricorrenti come la spiritualità, l’empatia tra le persone, l’ipocrisia di una realtà ricca di paradossi e scetticismo. L’invito, che rivolgo prima di tutto a me stesso, è a mettere da parte l’egocentrismo, la frenesia, l’arroganza, per un approccio alla vita più sereno, di sostanza, più attento alle relazioni sane e al benessere interiore. – Luca Fol
Credits
Testi e musica di Luca Fol
Prodotto da Antonio Patanè e Luca Fol
Registrato da Antonio Patanè presso Farmhouse Recording Studio di Andrea Felli, Rimini
Mixato da Antonio Patanè
Masterizzato da Andrea De Bernardi presso Eleven Mastering e Filippo Strang presso VDSS Studio in “Concetti”
La band che ha suonato è composta da Giulio Serafini alla batteria, Lorenzo Degli Esposti al basso, Francesco Paci e Simone Oliva alle chitarre.
Art Director Sonia Formica
Foto artwork di Natalia Nieves
Progetto grafico di Roberto Gentili