L’Ippogrifo in cielo e l’aratro in terra: l’opera raccontata da Guido Barbieri

L’Ippogrifo in cielo e l’aratro in terra: l’opera raccontata da Guido BarbieriSabato 20 gennaio, alle 10.30, il secondo incontro alla Biblioteca Classense di Ravenna

Continua la straordinaria avventura dell’opera, raccontata da Guido Barbieri: in occasione della Stagione 2017/18 del Teatro Alighieri, il musicologo, divulgatore e voce di Radio 3 accompagna il pubblico alla scoperta della figure del mito e della storia nel teatro musicale, attraverso il ciclo di conversazioni L’ippogrifo in cielo e l’aratro in terra – sempre a ingresso gratuito – ospitato dalla Sala Muratori della Biblioteca Classense. Sabato 20 gennaio, dopo un primo appuntamento dedicato alle origini dell’opera e al XVII secolo, l’eloquenza di Barbieri rievocherà il Settecento di Porpora, Hasse, Gluck, Rameau, Händel, Mozart. Il Settecento, in altre parole, di Didone, Giulio Cesare e Don Giovanni, i primi figure storiche e il terzo personaggio letterario, tutti trasfigurati in miti moderni nella fabbrica dell’opera.

Se Giuseppe Verdi avesse visto volare nei cieli di S. Agata un ippogrifo lo avrebbe invitato a scendere a terra per attaccarlo alle ruote del suo aratro: le parole del critico musicale Bruno Barilli hanno offerto l’immagine chiave del nuovo ciclo di conversazioni che scorre parallelo alla Stagione d’Opera di quest’anno. L’ippogrifo in cielo e l’aratro in terra ripensa il tradizionale appuntamento Prima dell’opera in favore di cinque dialoghi curati da Guido Barbieri – tutti in programma il sabato mattina alle 10.30 presso la Classense – dedicati all’opposizione fra figure del mito e figure della storia nel teatro musicale, in un percorso dalle origini fino al Novecento, fra miti e santi, letteratura e storia.

Seconda tappa il Settecento, secolo che vede il tramonto progressivo dei soggetti di carattere mitologico e l’approdo a temi e personaggi legati alle radici della storia…e non solo. Se l’opera seria di inizio Settecento trasforma i personaggi storici in miti letterari, dando vita ad una mitografia “moderna” che trova nella realtà – per quanto trasfigurata – il proprio fondamento, nella seconda metà del secolo i soggetti si costruiscono intorno a personaggi nati, in molti casi, nelle mente di poeti e scrittori. Il dramma metastasiano compie un passo decisivo nel riferimento a un’epoca ben precisa: i personaggi che si muovono sulla scena (da Catone ad Attilio Regolo, da Siroe a Ezio) provengono dall’universo della realtà storica, anche se l’intento profondamente morale che anima il teatro di Metastasio attribuisce loro un statuto “mitico” che spesso poco o nulla ha a che fare con le vicende dettate dalla storia. Lungo questo crinale sottile si muovono tutti o quasi tutti i compositori che si nutrono avidamente dei perfetti organismi letterari realizzati da Metastasio: Nicola Porpora con la Didone, Johann Adolf Hasse con Artaserse fino ai drammi storici “italiani” di Georg Friedrich Händel. Nel secondo Settecento il caso esemplare è invece quello del mito di Don Giovanni, che subisce una serie impressionanti di trasformazioni: da Tirso de Molina a Molière e Goldoni per approdare poi alla straordinaria fabbrica musicale di Mozart e Da Ponte.

Il prossimo incontro, in programma sabato 10 febbraio, sarà dedicato a Florestano, Guillaume Tell, Boccanegra e Don Carlo, protagonisti dell’opposizione fra teatro delle idee e teatro della storia nell’opera europea dell’Ottocento firmata da Beethoven, von Weber, Berlioz, Rossini, Verdi, Wagner.

Guido Barbieri, critico musicale de La Repubblica, insegna Storia ed estetica della Musica presso il Conservatorio “B. Maderna” di Cesena. Dal 1980 collabora come conduttore, inviato e consulente con Radio 3. Ha fondato la rassegna “Contemporanea” dell’Auditorium di Roma, la Human Rights Orchestra e l’Associazione “She Lives”. È stato direttore artistico della Società dei Concerti “B. Barattelli” di L’Aquila, del Teatro delle Muse di Ancona e della Società dei Concerti “Guido Michelli”, nonché consulente editoriale del Teatro Petruzzelli di Bari. Attualmente è consulente artistico dell’Archivio Nazionale del Diario, di Arte Sella e della American Academy of Rome. È autore di testi musicologici e drammaturgici che l’hanno portato a collaborare con celebri musicisti e uomini di teatro. I suoi testi sono stati rappresentati nelle maggiori istituzioni musicali italiane: tra le altre il Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Nazionale di S. Cecilia, Il Teatro Massimo di Palermo, Ravenna Festival, Roma Europa Festival. Nel 2006 gli è stato assegnato il “Premio Feronia” per la critica musicale.

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