L’Ippogrifo in cielo e l’aratro in terra: l’opera raccontata da Guido Barbieri

L’Ippogrifo in cielo e l’aratro in terra: l’opera raccontata da Guido Barbieri – Sabato 10 febbraio, alle 10.30, il terzo incontro alla Biblioteca Classense di Ravenna

Giro di boa per il ciclo di conversazioni L’ippogrifo in cielo e l’aratro in terra: ancora una volta sarà Guido Barbieri – musicologo, divulgatore e voce di Radio 3 – a guidare il terzo dei cinque incontri in programma, tutti a ingresso gratuito presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, in occasione della Stagione 2017/18 del Teatro Alighieri. Dopo aver solcato Seicento e Settecento alla scoperta delle figure del mito e della storia nel teatro musicale, l’appuntamento di sabato 10 febbraio approda al XIX secolo in compagnia di Florestano, Guillaume Tell, Boccanegra e Don Carlo per esplorare l’opposizione fra teatro delle idee e teatro della storia nell’opera di Beethoven, von Weber, Berlioz, Rossini, Verdi, Wagner.

Il terzo appuntamento sarà dedicato alla grande svolta che segna la storia del dramma musicale all’aurora del secolo romantico. Fino al Settecento l’opera è infatti un sistema chiuso che trova le ragioni della propria esistenza al proprio interno, nelle relazioni drammaturgiche e musicali che si stabiliscono tra i personaggi: mai e poi mai questi acquistano una dimensione simbolica o interpretano valori etico-morali estranei al loro statuto teatrale. Nell’Ottocento il teatro scopre di essere – o di poter essere – un formidabile veicolo di pensiero. Il Fidelio di Beethoven, o meglio il personaggio di Florestano, diventa ad esempio il simbolo del conflitto tra tirannia e libertà, mentre il Guillaume Tell (non a caso l’unica opera di Rossini che sfugge all’opposizione tra idioma comico e idioma tragico e imbocca la strada sperimentale del grand-opéra) mette in scena l’epopea di un eroe storico che lotta per la liberazione del proprio popolo. E se il classico confronto tra il dramma musicale di Wagner e il teatro politico di Verdi non fa che riproporre in chiave “moderna” l’antinomia tra Mito e Storia, il melodramma del primo Ottocento si immerge nei conflitti, nelle contraddizioni del tempo presente, anche quando in apparenza sembra solo raccontare un passato mitizzato ed ideale. Che si trasformi in teatro delle idee oppure in teatro della storia, è segno inequivocabile di uno statuto inevitabilmente e necessariamente “politico”.

Il quarto incontro di sabato 17 febbraio alla Sala Muratori sarà invece dedicato all’epoca di Puccini (ma non solo: anche di Debussy, Ravel, Schönberg, Britten), per esplorare il mito dell’Altrove all’alba del Novecento attraverso le figure di Mélisande, Pierrot, Minnie e Turandot. Sul palcoscenico del Teatro Alighieri, la Stagione d’Opera proseguirà proprio con Puccini e La fanciulla del West (16 e 18 febbraio), per chiudersi con il Simon Boccanegra – fra i protagonisti dell’incontro del 10 febbraio – il 2 e 4 marzo.

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