L’immaginario di Vipera si completa con un cortometraggio

In seguito alla pubblicazione del suo EP di debutto dal titolo Tentativo di volo (fuori per l’etichetta Dischi Sotterranei)Vipera condivide un cortometraggio che completa l’immaginario evocato dal disco, un’opera che racchiude oltre ad alcuni brani del disco, una traccia di ‘sperimentazione sonora e poetica’, il Sabotaggio: si tratta di una prova aldilà della musica ma in una relazione quasi amorosa con questa. Il cortometraggio è stato realizzato tra febbraio e maggio.

Il lavoro parte dalla ricerca di un simbolismo antico e antiretorico che ci ha portato molto lontano, fino a coinvolgere teatro, musica, moda, cinema, scultura, poesia, pittura e ingegneria. Nel tentativo di tornare al mito, a un punto di comune vicinanza, in un flusso di sogno, gioco e sgomento dove ciò che c’è di più ̀intimo e personale corrisponde all’ umano e al suo rapporto immediato con l’eternità

Nella musica uno ci si ritrova incastrato, la migliore delle vocazioni ha sempre il suo retrogusto di condanna. Cosı̀nasce questo disco, come un contenuto che per necessitàtrova la sua forma, traendo le sue sonorità ̀ dai mondi distanti ma non incompatibili della forma canzone, della poesia, dell’improvvisazione isterica, della quiete.

Una musica per iniziati, che si ispira- per la sua scrittura – a una riconnessione mitica tra passato e presente, una visione organizzata per dare forma al caos. Il volo del santo di Copertino o di Icaro, non ci importa, il limite è sempre e solo il dramma del soffrire senza godere della quiete, il suo superamento èil comprendere quanto ciò ci riconnetta all’ umano, a un caos che ci accomuna.

BIO:
Vipera è il progetto solista di Caterina Dufì, classe ‘98. Vive a Bologna, dove studia da qualche tempo. Lavora costruendo un immaginario ibrido, spartito tra musica e arte visiva. L’estetica e le intenzioni del progetto riprendono musicalmente il Frusciante di Niandra La Des, le sonorità di Mount Eerie, le suggestioni del misto inglese-italiano care a Flavio Giurato, le visioni aride del litorale adriatico di Umberto Palazzo, l’insaziabile sete di conoscere sé stessi, l’efferata sperimentazione del primo e ultimo Battiato.

L’EP d’ esordio di Vipera rimescola queste suggestioni musicali assieme a testi che più che raccontare evocano, più che portare alla luce vogliono restituire l’esperienza di un mondo filtrato e rarefatto, lontano ma pervasivo. La scelta di fondere inglese e italiano deriva dalla volontà di chiarificare e servire l’intento del progetto: superare l’esaltazione che la forma-canzone (specialmente italiana) ha tributato alla narrazione, al significato, al ‘’retroscena’’ del testo. O al vissuto dell’artista. Non è tempo per questo. I testi e i brani sono una forma di preghiera. Con questa uno cerca di salvarsi da sé stesso o dalla sua storia, come volete voi.

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