Libri, Un’altra notte ancora’: intervista all’autore Domenico Cornacchia

L’autore Domenico Cornacchia torna con il nuovo libro ‘Un’altra notte”, nato in seguito ad un viaggio in Tanzania. L’esperienza è così indimenticabile da suscitare nell’autore il desiderio di condividere le sue emozioni. La Tanzania viene presentata dalla penna dell’autore, in maniera sapiente: la ricchezza dei colori, la gioia della sua gente che vive con l’essenziale, la forza delle donne, instancabili lavoratrici, le immense distese di mais e riso. Elementi, che accompagnano il lettore in un viaggio emozionante, che parte dalla Tanzania cittadina e che rifugio dopo rifugio, giunge fino alla vetta più alta del Kilimangiaro.

L’autore, in compagnia di un gruppo di amici, e della mano forte degli accompagnatori professionali, compirà infatti un viaggio emozionante dove fatica, freddo, caldo, e dubbi, si mescoleranno insieme in un mix esplosivo dedicato ai suoi lettori. Non mancheranno consigli pratici per un eventuale partenza nel medesimo luogo. Attrezzatura da usare, periodo dell’anno da preferire, l’abbigliamento giusto, i costi cui si va incontro. Questi gli elementi che aggiungono al libro di Cornacchia il lato guida, elemento essenziale per chi oltre ad un viaggio platonico intende giungere in maniera pratica alle bellezze africane. Il testo corredato di meravigliosi scatti, accompagnerà quindi il lettore in un posto lontanissimo, dove le usanze, la lingua Swahili e i profumi del cibo presenteranno un posto lontanissimo capace di rapire il cuore.

Domenico Cornacchia è nato ad Ascoli Piceno nel 1990, vive a Santa Rufina nel comune di Valle Castellana, al confine tra l’Abruzzo e le Marche. L’attitudine alla natura l’ha portato ad effettuare studi agrari sia alle scuole superiori che all’Università, laureandosi alla facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Teramo. Ha trascorso tutta la sua vita a stretto contatto con la natura e con gli animali, di cui ne è stato sempre un amante. La sua più grande passione è viaggiare, per scoprire e scoprirsi. Questa passione l’ha portato a visitare posti meravigliosi in giro per il mondo, a confrontarsi con profumi e situazioni diverse, a vivere esperienze indimenticabili che hanno influenzato anche la sua scrittura.
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Com’è stato raggiungere la vetta del Kilimangiaro?

Poco prima di arrivare in vetta, l’emozione è sopraggiunta naturale e spontanea. Qualche singhiozzo, gli occhi lucidi e qualche ricordo in testa. Ma non potevo permettermi quell’emozione in quanto, anche se non mancava molto, dovevo ancora arrivare in vetta. Appena ho visto la tavola in vetta, ho pensato: Sono davvero qui, non ci credo. Mi sono abbracciato con tutti i miei compagni, ed ho abbracciato stretto quella tavola, come fosse uno dei miei più cari amici. L’avevo sognato, l’avevo voluto, ero lì, ero arrivato. L’ultima notte, da cui prende spunto anche il titolo del libro, è stata indimenticabile e molto faticosa. Una volta arrivato in vetta, per quei pochi minuti di permanenza, è stata un’emozione che non dimenticherò mai; un tappeto di nuvole alla mia sinistra dove spiccava il Monte Meru, la caldera del vulcano a destra, il ghiacciaio perenne davanti, il Monte Mawenzi dietro, una giornata di sole meravigliosa.

Qual è il messaggio che vuole mandare attraverso queste pagine?

La sfida più grande è quella di confrontarsi con noi stessi, con i nostri sogni, con la fatica, con le nostre debolezze. Ho amato questo posto per i colori e per le luci. Ho respirato a polmoni aperti ogni volta ne avevo il bisogno. Ho osservato con stupore tutto ciò che mi circondava. Ho guardato negli occhi chi, come me, era lì per un qualcosa. Sono salito in vetta portando sogni e persone a me care.
Ognuno di noi ha una montagna dentro e fuori da rispettare, ognuno di noi ha i propri limiti ed i propri sogni. Vivete la vita a pieno e godetevi i momenti quando sono intensi, rimarranno per sempre dentro.

Se potesse raccontarsi con un breve verso quale sarebbe?

“Nel sacco a pelo un turbinio di emozioni mi assale ed un pensiero come rugiada mi inumidisce gli occhi: ho aspettato tanto quella notte, prima dell’ultima salita, pieno di paure e preoccupazioni, e adesso eccomi qua, dopo un interminabile soffio di giornata. Perché sono qui, lontano da casa? Cosa mi ha spinto ad intraprendere questa avventura? C’è qualcosa di molto profondo, incastonato dentro ognuno di noi.
Non so cosa mi riserverà il futuro, ma davvero spero un giorno di poterla vivere così, un’altra notte ancora. “

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