L’Elisir d’Amore in un nuovo allestimento al Teatro Regio di Parma

L’ELISIR D’AMORE

IN UN NUOVO ALLESTIMENTO

AL TEATRO REGIO DI PARMA

L’opera di Gaetano Donizetti debutta nella produzione firmata da Daniele Menghini e realizzata in coproduzione con il Teatro Regio di Torino.

Sesto Quatrini dirige l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

e il Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani.

Protagonisti Nina Minasyan, Francesco Meli, Roberto de Candia,

Lodovico Filippo Ravizza, Yulia Tkachenko.

In scena i Burattini dei Ferrari per la prima volta in un’opera lirica,

insieme a Daniela e Giordano Ferrari.

Teatro Regio di Parma

venerdì 15, domenica 17, venerdì 22, ore 20.00,

domenica 24 marzo 2024, ore 15.30

L’elisir d’amore, melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani, debutta al Teatro Regio di Parma venerdì 15 marzo 2024, ore 20.00 (recite domenica 17, venerdì 22 marzo, ore 20.00, domenica 24 marzo 2024, ore 15.30), nel nuovo allestimento firmato da Daniele Menghini, con le scene di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Gianni Bertoli, realizzato in coproduzione con il Teatro Regio di Torino.

Sesto Quatrini dirige l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e il Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. Protagonisti Nina Minasyan (Adina, per la prima volta a Parma), Francesco Meli (Nemorino), Roberto de Candia (Dulcamara), Lodovico Filippo Ravizza (Belcore, per la prima volta a Parma) e Yulia Tkachenko (Giannetta).

Nell’idea registica di Daniele Menghini, i personaggi dell’opera prendono vita come burattini plasmati dalle mani del protagonista: un “mondo di legno” creato dunque dalla fantasia e dall’arte di Nemorino, l’ingenuo contadino innamorato della capricciosa Adina al punto da affidarsi al balsamico elisire venduto dal sedicente dottor Dulcamara. In scena per la prima volta in un’opera lirica, i Burattini dei Ferrari insieme a Daniela e Giordano Ferrari.

“Perché in un’opera che vuole avere un carattere buffo, giocoso, troviamo un’aria come Una furtiva lagrima? Perché sprofondiamo in quell’abisso a pochi minuti dalla fine? E cosa scopriamo in quel baratro sull’animo del nostro protagonista? Queste domande – scrive Daniele Menghini – mi hanno costretto ad aprire un dialogo profondo con la natura di un personaggio nuovo come Nemorino, uomo fragile che non ha ancora trovato il suo posto nel mondo, un giovane alla ricerca di se stesso. Uomo troppo sensibile che cerca un rifugio dal cinismo della realtà, un nascondiglio lontano dagli occhi disincantati dei suoi simili, lontano dai giudizi della gente. Forse è un artista, forse no. Ma sceglie un teatro come riparo, un palcoscenico come tana. Non sa come si vive là fuori, non sa come si ama. Cosa fare allora? Rimesso in funzione un vecchio banco sega della falegnameria del teatro, comincia a ricostruirsi un mondo possibile in cui vivere, dove poter finalmente amare; un mondo di legno che risponda ai suoi desideri, e prenda le forme della sua fantasia […] Tutti i personaggi sono intagliati dalla mano di Nemorino, plasmati dalla fantasia di un uomo che diventa demiurgo e autore della sua storia. Una sorta di Geppetto contemporaneo che si ritrova a fare i conti con le intemperanze delle sue creature proprio nel momento in cui, grazie alla magia della musica, esse prendono vita”.

“Cercherò di divaricare il più possibile la forbice tra commedia e dramma amoroso – scrive Sesto Quatrini – e di mettere a frutto l’esperienza accumulata nel repertorio del Belcanto italiano, e nello stesso Donizetti, con un approccio direttoriale squisitamente belcantistico: lavorare per sottrazione, alleggerire la partitura da una certa muscolarità dell’orchestrazione, porre molti accordi “strappati” dopo il canto e non “sul canto”, trasformare molti dei ritmi scritti in staccato e portarli “nell’arco” ammorbidendo così alcuni accompagnamenti per conferire una certa fluidità a favore della cantabilità, anche con un abbondante uso del rubato. Più semplicemente mi assumerò la responsabilità di interpretare alcune agogiche e alcuni colori in orchestra funzionalmente al canto e alla messa in scena. Si è scelto di mantenere e di eseguire alcune “puntature” che, anche se non scritte dal compositore, ritengo rappresentino un piacere per chi le ascolta, una sfida per chi le canta e in generale possano essere d’uopo in uno spettacolo dal vivo che voglia essere vivo come viva è l’opera e come, in particolare, vivo è L’elisir d’amore che da quasi duecento anni non smette di innamorarci, di divertirci e di commuoverci”.

Tratta dal dramma Le philtre del contemporaneo Eugène Scribe, composta in soltanto quattordici giorni, l’opera fu rappresentata il 12 maggio 1832 a Milano, con un successo che le valse oltre trenta repliche consecutive. L’inventiva melodica, la spiccata caratterizzazione dei personaggi, una leggerezza velata da accenti malinconici rendono quest’opera una tra le più amate nel repertorio ottocentesco, a cavallo tra l’opera buffa italiana, di cui conserva i tratti più brillanti, e un gusto più propriamente romantico.

I BURATTINI DEI FERRARI 

Per questo nuovo allestimento Daniele Menghini ha scelto di avvalersi della collaborazione di Daniela e Giordano Ferrari, eredi della prestigiosa tradizione burattinaia inaugurata alla fine dell’’800 dal capostipite Italo Ferrari. Una storia nata a Casalfoschino e lunga quattro generazioni, che da pochi decenni ha trovato la sua sede a Parma, presso il Castello dei Burattini – Museo Giordano Ferrari: istituito nel 2002 nelle stanze dell’ex-convento di San Paolo, la sua apertura ha segnato un momento importante nella storia dello studio del teatro di figura italiano e internazionale. Saranno proprio Daniela e Giordano Ferrari a essere presenti sul palcoscenico del Teatro Regio per tutta la durata dell’opera insieme a 33 pezzi storici della loro ricchissima collezione, tra i quali troviamo due marionette di fine ’700, oltre allo storico Bargnocla, burattino ideato da Italo Ferrari esattamente 110 anni fa, in scena insieme ai suoi burattinai per la prima volta in un’opera lirica.

PROVA UNDER30 E AL TERMINE AFTERSHOW CON APERITIVO, DJSET ED ELISIR

È riservata al pubblico degli under30 la prova di domenica 10 marzo 2024, ore 20.00 (biglietto 10 euro, in vendita in Biglietteria e online). Al termine aftershow con aperitivo e dj set nelle sale del Ridotto con lo speciale cocktail Elisir d’amore (ingresso all’aftershow 5 euro, biglietti su vivaticket.com).

PROVA APERTA 

È aperta al pubblico la prova di martedì 12 marzo 2024, ore 15.30. (biglietto 10 euro, in vendita in Biglietteria dal 9 marzo).

PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO 

Il compositore, lo stile, la genesi delle opere, i capolavori letterari che ne hanno ispirato la produzione sono alcuni dei temi approfonditi da Giuseppe Martini in Prima che si alzi il sipario, ciclo di incontri di presentazione delle opere in programma al Teatro Regio. È dedicato a L’elisir d’amore l’incontro di sabato 9 marzo 2024, ore 17.00, al Ridotto del Teatro, che vedrà la partecipazione dei cantanti del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” Sona Iskandarli (Adina), Li Zhuolun (Nemorino), Fabiano Zani (Belcore), Kim Seongwon (Dulcamara), accompagnati al pianoforte da Ilario Nicotara che ne interpreteranno i brani più celebri, con il coordinamento musicale di Donatella Saccardi.

REGIOINSIEME: I PERCORSI DI ACCESSIBILITÀ E IL MANIFESTO ETICO

Continua RegioInsieme, il progetto sociale del Teatro Regio di Parma, nato per creare opportunità e rendere accessibili a tutti spettacoli, laboratori ed esperienze formative, per fare ancora una volta del teatro un’occasione di crescita, di benessere e di arricchimento. Le iniziative realizzate in occasione di L’elisir d’amore vedranno il coinvolgimento di Daniele Menghini, Andrea Piazza, Sesto Quatrini, Daniela Ferrari, Roberto de Candia, che hanno prestato la loro adesione al Manifesto Etico, il progetto di impegno sociale del Teatro Regio di Parma nato per creare occasioni di incontro e dialogo tra gli artisti e diverse realtà del territorio.

Lunedì 11 marzo, alle ore 15.00, in Sala Gandolfi, il secondo incontro di Conversazioni musicali, percorso di introduzione all’ascolto dedicato alle persone con deficit visivo, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti PARMA condotto da Laura Minto, con ascolti al pianoforte a cura di Milo Martani e la partecipazione del baritono Roberto de Candia e del direttore Sesto Quatrini.

Continuano i percorsi di approfondimento e di avvicinamento all’opera con gli Istituti Penitenziari di Parma: dopo aver preso parte al laboratorio corale a cura di Gabriella Corsaro dedicato a L’elisir d’amore, i detenuti degli Istituti Penitenziari di Via Burla, sabato 16 marzo, accompagnati al pianoforte da Milo Martani, prenderanno parte a un momento performativo che vedrà il coinvolgimento del regista Daniele Menghini, insieme all’assistente alla regia Andrea Piazza e ai burattini di Daniela Ferrari.

Seconda tappa del percorso di introduzione all’opera per l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, che nel pomeriggio di domenica 10 marzo incontreranno Daniele Menghini e Sesto Quatrini e insieme a loro scopriranno il dietro le quinte dell’opera nel corso della visita in Teatro.

Alla visita guidatasi uniranno anche i Centri Giovani di Parma, con i quali il Teatro Regio sta sviluppando un percorso artistico in collaborazione con Alessandro Canu e il Collettivo Lynus, che si concluderà a maggio, in occasione della prova riservata agli under30 di Tosca e in occasione della Giornata del Terzo Settore La nostra prima il 18 maggio 2024.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Biglietti da 10 a 110 euro; riduzioni under 30 da 10 a 55 euro.

Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it

ORARI DI APERTURA da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00, il mercoledì e il venerdì dalle 16.00 alle 18.00 e un’ora e mezza prima dello spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora e mezza prima dello spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi. Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. I biglietti per tutti gli spettacoli sono disponibili online su teatroregioparma.it. L’acquisto online non comporta alcuna commissione di servizio.

PARTNER E SPONSOR

La Stagione del Teatro Regio di Parma è realizzata grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, Regione Emilia-Romagna. Major partner Fondazione Cariparma. Main partner Chiesi. Main sponsor Iren, Barilla. Partner Crédit Agricole. Sponsor GloveICT, Drill Pac, CePIM, Grasselli, Parmalat, GHC, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, Metronotte, Parmacotto, Amoretti. Con il contributo di Ascom Confcommercio Parma Fondazione, Ascom Parma Confcommercio, Camera di Commercio Parma, Fondazione Monteparma. Legal counselling Villa&Partners. Con il supporto di “Parma, io ci sto!”. Partner artistici Conservatorio “Arrigo Boito”, Coro del Teatro Regio di Parma. Partner istituzionali La Toscanini, Fondazione Teatro Comunale di Bologna. La Stagione Concertistica è realizzata da Società dei Concerti di Parma, con il sostegno di Chiesi, in collaborazione con Casa della Musica. Wine partner Oinoe. Fair play partner Zebre Rugby Club. Radio Ufficiale Radio Monte Carlo. Sostenitori tecnici De Simoni, Teamwork, Graphital. Il Teatro Regio di Parma aderisce a Fedora, Opera Europa, Operavision, Emilia taste, nature, culture, Italiafestival.

NOTE DI REGIA

di Daniele Menghini

Chi è Nemorino? Sono voluto partire da questa domanda. Perché in un’opera che vuole avere un carattere buffo, giocoso, troviamo un’aria come Una furtiva lagrima? Perché sprofondiamo in quell’abisso a pochi minuti dalla fine? E cosa scopriamo in quel baratro sull’animo del nostro protagonista? Queste domande mi hanno costretto ad aprire un dialogo profondo con la natura di un personaggio nuovo come Nemorino, uomo sensibilissimo, fragile, vulnerabile che si ritrova per la prima volta a fare i conti con un sentimento vero, travolgente e dilaniante come l’amore ed è chiamato a farne esperienza in un contesto profondamente cinico e disilluso. In effetti il nostro giovane protagonista ci appare sin da subito come l’unico essere umano in un mondo di maschere: tanto sincero, schietto e sensibile lui, quanto eccessivi, caricaturali, e parodistici gli altri. Basta pensare al roboante Belcore, al funambolico Dulcamara, alla stessa Adina, sfrontata e impudente anche di fronte alla delicatezza di un amore fragile e onesto; una parata di personaggi dai tratti farseschi che si staglia parossisticamente sul profilo semplice e genuino del giovane protagonista, esaltando così la sua umanità disarmata. Come raccontare dunque questa dicotomia tra parodia e sincerità? Il nostro Nemorino è un uomo fragile che non ha ancora trovato il suo posto nel mondo, un giovane alla ricerca di se stesso. Uomo troppo sensibile che cerca un rifugio dal cinismo della realtà, un nascondiglio lontano dagli occhi disincantati dei suoi simili, lontano dai giudizi della gente. Forse è un artista, forse no. Ma sceglie un teatro come riparo, un palcoscenico come tana. Non sa come si vive là fuori, non sa come si ama. Cosa fare allora? Rimesso in funzione un vecchio banco sega della falegnameria del teatro, comincia a ricostruirsi un mondo possibile in cui vivere, dove poter finalmente amare; un mondo di legno che risponda ai suoi desideri, e prenda le forme della sua fantasia. Lontano dalla luce del sole. Ed ecco quindi che il cuore impenetrabile della donna che ama diventa il cuore di legno che egli ha scolpito per la sua marionetta più cara e più bella: Adina. Marionette sono anche Belcore e Giannetta: soldataccio vanaglorioso l’uno e civetta ficcanaso l’altra. Burattino e insieme burattinaio è invece Dulcamara, ciarlatano affabulatore e sornione. Tutti sono intagliati dalla mano di Nemorino, plasmati dalla fantasia di un uomo che diventa demiurgo e autore della sua storia. Una sorta di Geppetto contemporaneo che si ritrova a fare i conti con le intemperanze delle sue creature proprio nel momento in cui, grazie alla magia della musica, esse prendono vita. Ed è infatti la musica a infondere quell’alito che anima l’inanimato, che permette agli occhi di legno di aprirsi e ai cuori di trucioli di battere. Un Elisir d’amore che vuole aprire un dialogo autentico tra innovazione e tradizione programmando una vera e propria collisione tra l’universo contemporaneo di un giovane di oggi alle prese con il suo apprendistato alla vita e quel mondo antico del Teatro di figura, polveroso, poetico, nostalgico che, con le sue marionette, con i suoi burattini, pupi e pupazzi, ci ha permesso e ci permette ancora di sognare, progettando l’avvenire. Una storia che ci racconta come l’arte può salvarci. Esattamente come può farlo l’amore. Sempre.

NOTE DI DIREZIONE

di Sesto Quatrini

L’elisir d’amore è senza dubbio uno dei più grandi capolavori della storia del melodramma, e rappresenta forse il primo vero esempio di rinnovamento dell’opera comica italiana. Un rinnovamento che muovendo dagli stilemi archetipici del Belcanto italiano e dalla lezione “buffa” rossiniana giunge ad uno stile nuovo che, pur affondando le sue radici nella scanzonata ed ironica comedie larmoyante francese, pone costantemente l’accento sul patetismo lacrimoso mescolato con la burla senza soluzione di continuità (a dire il vero Rossini aveva al solito precorso i tempi sia con La Cenerentola che con Matilde di Shabran). L’elemento patetico è così importante da poter essere considerato paradossalmente il fulcro dell’intera drammaturgia di questo “melodramma giocoso” ed in seguito, dieci anni più tardi, lo sarà ancora più prepotentemente nel Don Pasquale.

Certamente il personaggio che più incarna il sentimentalismo è Nemorino, sin dalla cavatina Quanto è bella, quanto è cara! passando attraverso i vari episodi dell’opera che sono veri e propri tuffi nelle sue più intime emozioni, arrivando all’aria che più di tutte rappresenta il manifesto della concezione patetica donizettiana: Una furtiva lacrima. Anche alla stessa Adina, personaggio brillantissimo e astuto, è richiesta la “corda” patetica, spesso però a scopo parodistico, priva perciò, tranne nell’epilogo dell’opera, di ricchezza emozionale e di squisita sincerità.

Ad ogni modo tutti i personaggi e il coro, l’orchestra stessa, intrisa di deliziosi soli ed equilibrismi tecnici di puro virtuosismo, partecipano comunque ad un dramma buffo, immersi pienamente in un’opera dove la comicità rappresenta il minimo comun denominatore della narrazione e dove il ritmo e la pulsazione stessa dell’intera partitura devono necessariamente essere serrati, finanche parossistici, affinché il sentimentalismo e gli squarci patetici di cui sopra possano emergere in tutta la loro straordinaria potenza teatrale e musicale.

Va da sé che la mia lettura di questo titolo non possa prescindere da tutti questi elementi. Cercherò di divaricare il più possibile la forbice tra commedia e dramma amoroso e di mettere a frutto l’esperienza accumulata nel repertorio del Belcanto italiano, e nello stesso Donizetti, con un approccio direttoriale squisitamente belcantistico: lavorare per sottrazione, alleggerire la partitura da una certa muscolarità dell’orchestrazione, porre molti accordi “strappati” dopo il canto e non “sul canto”, trasformare molti dei ritmi scritti in staccato e portarli “nell’arco” ammorbidendo così alcuni accompagnamenti per conferire una certa fluidità a favore della cantabilità, anche con un abbondante uso del rubato. Più semplicemente mi assumerò la responsabilità di interpretare alcune agogiche e alcuni colori in orchestra funzionalmente al canto e alla messa in scena.

Si è scelto di mantenere e di eseguire alcune “puntature” che, anche se non scritte dal compositore, ritengo rappresentino un piacere per chi le ascolta, una sfida per chi le canta e in generale possano essere d’uopo in uno spettacolo dal vivo che voglia essere vivo come viva è l’opera e come, in particolare, vivo è L’elisir d’amore che da quasi duecento anni non smette di innamorarci, di divertirci e di commuoverci.

Parma, 2 marzo 2024

Teatro Regio di Parma strada Garibaldi, 16/A, 43121 Parma – Italia

Tel. +39 0521 203969
www.teatroregioparma.it

Teatro Regio di Parma

venerdì 15 marzo 2024, ore 20.00
domenica 17 marzo 2024, ore 20.00
venerdì 22 marzo 2024, ore 20.00
domenica 24 marzo 2024, ore 15.30

Durata 2 ore e 30 minuti, compreso un intervallo

L’ELISIR D’AMORE

Melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani.

Musica GAETANO DONIZETTI

Adina                           NINA MINASYAN

Nemorino                        FRANCESCO MELI

Belcore                           LODOVICO FILIPPO RAVIZZA

Il dottore Dulcamara          ROBERTO DE CANDIA

Giannetta                       YULIA TKACHENKO

Maestro concertatore e direttore

SESTO QUATRINI

Regia

DANIELE MENGHINI

Scene

DAVIDE SIGNORINI

Costumi

NIKA CAMPISI

Luci

GIANNI BERTOLI

Burattini

I BURATTINI DEI FERRARI

ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro del coro MARTINO FAGGIANI

Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma

In coproduzione con il Teatro Regio di Torino

Spettacolo con sopratitoli

STAGIONE LIRICA 2024

Teatro Regio di Parma

venerdì 12 gennaio 2024, ore 20.00

martedì 16 gennaio 2024, ore 20.00

giovedì 18 gennaio 2024, ore 20.00

sabato 20 gennaio 2024, ore 17.00

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Musica Gioachino Rossini

venerdì 15 marzo 2024, ore 20.00

domenica 17 marzo 2024, ore 20.00

venerdì 22 marzo 2024, ore 20.00

domenica 24 marzo 2024, ore 15.30

L’ELISIR D’AMORE

Musica Gaetano Donizetti

venerdì 17 maggio 2024, ore 20.00

domenica 19 maggio 2024, ore 15.30

giovedì 23 maggio 2024, ore 20.00

sabato 25 maggio 2024, ore 20.00

TOSCA

Musica Giacomo Puccini

16 maggio 2024, ore 20.00

REGIO195

Concerto sinfonico corale

In occasione del 195° anniversario dell’inaugurazione del Teatro Regio

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