Le Rose e il Deserto: radunare cocci, parole e melodie preziose

Elettronica che piano piano prende il posto del suono naturale, acustico, dentro una grandiosa sensibilità verso le piccole cose, quelle che troppo spesso disperdiamo nell’entroterra della vita quotidiana. E sono cocci sparsi, e sono frammenti di verità dentro un suono che sempre si fa bella mostra nella sua estetica ma che molto fa trapelare della fragilità umana. È “Cocci sparsi” il nuovo disco Luca Cassano in arte Le Rose e il Deserto, moniker che a suo modo dipinge anche importanti aspetti sociali… tutto questo è canzone d’autore importante, canzone che sa farsi artigiana nel sentire nonostante l’uso dei computer interviene e non poco. Anzi poco…

Un miscuglio di cose comunque piccine e di dettaglio. Un disco intimo anche per questa ragione… quanto sono importanti i “cocci piccoli”?
Ti direi che tutti i cocci sono importanti, a prescindere dalla loro dimensione, anche perché “grande” e “piccolo” hanno valore solo in relazione a qualcos’altro…E’ grande Plutone? confrontato a un libro di poesie è smisurato, ma, che so, confrontato con il Sole? Credo che l’importanza dei dettagli si misuri sull’intensità delle vibrazioni che riescono a farci muovere dentro…

Un disco che accoglie sia la parte “analogica” che quella digitale. Due facce di una stessa medaglia… tu quale faccia sei e quale senti che meglio ti rappresenta?
Le mie canzoni nascono sul taccuino prima ed immediatamente dopo sulla chitarra acustica, quindi indubbiamente la mia anima è analogica, legnosa, calda. Credo però che le componenti elettroniche all’interno del disco vadano organicamente nella stessa direzione di dare calore, anima, alle canzoni. Non credo ci sia una contrapposizione analogico/caldo contro digitale/freddo dentro “Cocci sparsi”; tutt’altro. Il lavoro che è stato fatto da Martino Cuman (produttore artistico del disco) è stato proprio mirato a trovare la giusta quadratura fra tutte queste componenti. Speriamo di esserci riusciti.

E poi, sempre restando dentro questa allegoria del titolo, perché questi cocci sono sparsi? Che tipo di rottura c’è stata?
Non c’è stata una rottura specifica, un singolo evento. E’ la vita stessa ad operare questo effetto di erosione: perdiamo e prendiamo in continuazione pezzi proprio per colpa della (o grazie alla) vita. “Cocci sparsi” parla di incontri, di perdite, di lutti, di ricordi; insomma, parla di vita, della mia vita…

Parli di viaggio domestico… dal piccolo, dal personale… il tempo assurdo della pandemia in qualche modo ne è stato complice?
No, per due motivi. In primo luogo, quasi tutte le canzoni che stanno dentro il disco sono state scritte prima del 2020. Poi, molto più importante, credo che le canzoni debbano in qualche modo essere sganciate dall’attualità per poter sopravvivere al presente, per poter vivere una vita lunga e sana.

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