Le Grand Tour Vol.1 – La tradizione, l’innovazione e l’amore per il nostro paese

La musica, si sa, può essere una potente e vivida rappresentazione del possibile incontro tra paesi, culture e tradizioni diverse. E quando lo fa, molto spesso, è in grado di creare un ponte fra tutte queste diversità e, se lo fa veramente bene, mettendo comunque in rilievo le unicità che rendono tutti i paesi speciali e particolarmente interessanti. 

Ebbene, le diversità possono essere fra paesi differenti, ma anche fra regioni di un unico stato, come avviene per l’Italia. Una patria vivida, colorata, costellata di tradizioni e di storie che portano ogni singola regione a godere di un proprio patrimonio culturale, variegato e singolare. 

Un lungo preambolo per introdurre un lavoro come Le Grand Tour – Canti e Incanti dalle Alpi al Mediterraneo dell’Ensemble Sangineto, nel dettaglio Caterina Sangineto, Adriano Sangineto e Jacopo Ventura: un titolo assolutamente evocativo che ci immerge subito nel cuore di questo nuovo lavoro che ha lo scopo di guidarci in questa riscoperta musicale del nostro amato paese. 

La lingua, le tradizioni e i suoni distintivi di ogni regione, che conferiscono loro un’identità unica e preziosa, sono rievocati in una reinterpretazione moderna di brani che hanno fatto la storia musicale e che costruiscono la memoria di ciascuna regione. Questa rilettura, tuttavia, non si allontana dai tratti originali di ogni traccia; piuttosto, offre una dimostrazione impeccabile di come la modernità possa convivere in armonia con le tradizioni. Non c’è una lotta continua per la supremazia di un elemento sull’altro, ma piuttosto una fusione equilibrata che rispetta e valorizza entrambi gli aspetti, creando così un tessuto sonoro ricco e avvincente; la musicalità più moderna dona una nuova vita a queste tradizioni senza mai separarsi in modo definitivo dalla melodia originale, al contrario, la esalta con una forza rinnovata e autentica. 

Gli strumenti che vengono utilizzati, sono da una parte tradizionali, dall’altra anche etnici di popoli lontani eppure magicamente messi in sintonia con le sonorità di quelli della tradizione regionale italiana antica. E  con un carattere fortemente latino, e vengono suonati con maestria andando a creare un effetto omogeneo, nonostante la diversità degli elementi utilizzati, che spaziano dal salterio ad arco e flauti, all’arpa celtica e alla chitarra, integrando, come si diceva, strumenti addirittura come il charango. Ogni traccia dell’album è elaborata con attenzione ai minimi dettagli.

Un’armoniosa fusione di emozioni e sentimenti che si intrecciano con maestria alla ricchezza della tradizione e della musica. Un’esperienza tutta da ascoltare per lasciarsi trasportare!

Michela Del Bosco

Articolo precedenteIl carnevale di Nino Migliori, la mostra con le fotografie inedite dell’artista dedicate al Carnevale di Viareggio
Articolo successivoAurevoir Sòfia pubblicano il nuovo singolo “Cadillac II”