“La minuziosa raccolta”. Carla si racconta nei versi. Diario di un’esistenza

«Questo libro rappresenta un piccolo diario della mia esistenza, un dono che mi faccio e che intendo lasciare come testimonianza a chi mi vuole bene». Presenta così, Carla Casetti, la sua “minuziosa raccolta” di versi, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore.

Già il titolo, “La minuziosa raccolta”, suggerisce la cura con cui è stata realizzata l’opera, che dà il nome anche ad una lirica, la quale rappresenta un periodo di grande dolore e di rabbia che imperversava e che ha trovato sfogo, appunto, nella poesia.

«Estrarre 50 poesie che mi rappresentassero, – spiega l’autrice, nata a Lavis nel 1942, che vive a Terre D’Adige (TN), – dall’infanzia ad oggi, da un mazzo di 600, è stato molto difficile. Un grande aiuto mi è stato dato dall’amica e poeta Nadia Scappini, che ha introdotto anche il libro con una bellissima nota».

E, proprio la Scappini, scrive: «in questo libro la vita pulsa in ogni dove, anzi, l’intera esistenza sembra attraversata da un mistero e perciò mai chiusa alle relazioni, a nuove esperienze, alla curiosità, a momenti di sospeso incanto, nonostante sia stata segnata da dolori smisurati».

Alcune poesie sono arricchite da illustrazioni che rappresentano gli stati d’animo dell’autrice, così come l’immagine di copertina. «Gli acquerelli – racconta Carla Casetti – fanno parte della mia storia, per questo li ho abbinati ai vari capitoli. L’acquerello è d’altronde un simbolo, che materializza un pensiero prima che diventi razionale. Così come le poesie, che nascono da un input spesso improvviso, da una forte emozione, dalle relazioni con gli altri, con la natura». Infatti, l’arte riempie la vita dell’autrice, che ama la ricerca interiore, le relazioni, i viaggi, l’amore, operando con passione nel sociale e nel campo artistico-culturale.

La maggiore fonte di ispirazione dell’intera raccolta di liriche è proprio la vita, ciò che è capitato ma anche ciò che è stato cercato. Tutto questo attraverso un’attenzione contemplativa dei silenzi angoscianti, delle paure, dei piaceri e delle gioie intense; con i sensi risvegliati, l’allerta della vista, del tatto, di suoni e rumori, dell’olfatto, del gusto, dell’udito; con il pensiero, i segni, il niente, il dio sconosciuto, la morte, la meraviglia, la nostalgia, l’amore. Ad ispirare l’autrice, inoltre, diversi scrittori tra cui: García Lorca, Neruda, Jmenez, Hesse, Gibran, Richard Bach, Antoine De Saint Exupéry, Etty Hillesum, Fromm, Hillman, Kundera, Coelho, Fallaci, Duccio Demetrio, Nadia Scappini.

Carla Casetti ha impresso, nero su bianco, pagina dopo pagina, le emozioni più profonde che hanno caratterizzato la sua vita «per dare parola e attenzione alle mie emozioni – afferma -, alle mie solitudini, ai miei vissuti, nei silenzi e nella ricerca interiore, nella gioia e nel dolore, la poesia si è presentata da sola a darmi conforto, ascolto, sfogo e soddisfazione. Ma anche per confrontarmi con le relazioni, con le similitudini, con la vita. Buttare sulla carta i miei vissuti, è stato per me fondamentale come interlocutore silenzioso e accogliente, non giudicante, ma anche assolutamente importante per la mia apertura verso il mondo».

Alessandro Quasimodo, poeta, autore e critico letterario, figlio del celebre Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura, – nella Prefazione a sua firma -, si sofferma sullo stile e gli argomenti trattati nell’opera. «L’autrice, pur dedicandosi alle tematiche di carattere esistenziale, getta lo sguardo su tragedie sociali, come i frequenti naufragi dei migranti e la difficile condizione dei minatori. L’opera della Casetti si basa anche sull’attento studio della forma, nell’abbinamento tra sostantivo e aggettivo, sulla scelta delle figure retoriche e dei vari registri linguistici».

Sin dall’infanzia, la scrittura ha accompagnato l’autrice, che si definisce “un’esploratrice molto creativa”; essa è, per lei, un punto di forza in cui trova sollievo e gratificazione. «Un lettore che mi legge, dovrebbe essere empatico, capace di calarsi nei miei stati d’animo, perché anche lui sicuramente nella vita li ha vissuti, o perché comunque è incuriosito e si pone delle domande. Vorrei anche trasmettere la serenità raggiunta dopo una lunga ricerca di crescita personale, dove, anche nei vissuti più bui, ho visto splendere un raggio di luce».

Federica Grisolia

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