Keira Stol ci presenta il suo primo romanzo

Ciao Keira e benvenuta. Hai appena pubblicato 53 secondi con LifeBooks, parlacene: “53 secondi” è una commedia romantica che racconta la storia di Serena, una ragazza di 28 anni con un carattere molto bizzarro: ha il super potere di attirare i problemi e di ficcarsi in situazioni imbarazzanti ed è cintura nera di figuracce. Ma un grave incidente ha sconvolto il suo passato e da quel giorno ha un’ossessione per tutto ciò che dura esattamente cinquantatré secondi: le hanno sempre stravolto l’esistenza. Durante l’ennesima situazione imbarazzante Serena farà un incontro sorprendente e speciale e la sua vita cambierà di nuovo. Ma non voglio svelare troppi particolari.

Che altro ci puoi dire? Sappiate che la storia di Serena è un concentrato di amore, ironia, romanticismo, passione, mistero, quotidianità e tanto altro! Il genere narrativo è quello del diario e il romanzo è scritto in prima persona in modo che il lettore possa scoprire e vivere le vicende insieme alla protagonista. Consiglio “53 secondi” a chi cerca una lettura frizzante e leggera, piena di divertimento, azione, romanticismo e passione. Ma lo suggerisco anche a chi è in un momento complicato della propria vita perché la storia di Serena dimostrare che, nonostante tutto, la vita è sorprendente e merita di essere vissuta intensamente, con coraggio e soprattutto con un pizzico di ironia, sempre.

Quando ha iniziato a scrivere e da dove arriva la sua passione per la scrittura? Scrivo per divertimento e per necessità, da sempre. La mia prima storia l’ho composta a otto anni. S’intitolava La luce blu e narrava le vicende di una zanzara e di un dispositivo elettrico antizanzare: originale, no? Il secondo era invece un racconto giallo redatto con la macchina da scrivere di mio nonno, che all’epoca teneva una rubrica di pesca su un quotidiano locale. Solo di recente ho ritrovato in un cassetto il foglio dattiloscritto: era tra le carte gelosamente conservate dal mio adorato nonno e rimosse dopo la sua morte.

Ti piace leggere? Sono sempre stata anche un’accanita lettrice di letteratura classica, soprattutto anglosassone, di fantasy e del genere rosa in ogni sua forma. Diciamo che sono cresciuta a pane e libri. Ciò ha stimolato molto la mia fantasia e la mia inclinazione per la scrittura che è sempre stata parte di me. Poi ho sperimentato che potevo combattere periodi complessi della mia vita rifugiandomi nella scrittura, che per me è stata ed è davvero un posto sicuro, consolatorio e liberatorio. Come ha detto qualcuno “i medici curano il corpo, la scrittura cura  l’anima” e penso che sia proprio vero.

C’è un genere di libro che non scriverebbe mai e perché? Mi piace sperimentare, quindi a priori non rifiuto nessun genere letterario, nemmeno l’horror che è agli antipodi della commedia romantica. Anzi, proprio di recente ho scoperto di adorare questo genere grazie a una sublime scrittrice di nome Federica che ha composto un romanzo paranormal horror davvero incantevole.

Quindi? Sono aperta a tutto. Ma, poiché ogni tipologia testuale ha le sue regole, sarebbe necessario studiarne struttura e caratteristiche prima di cimentarsi in questa impresa e sinceramente ora vorrei concentrarmi nel mio per migliorare e perfezionarmi. Ciò che sicuramente non troverete nei miei romanzi sono lunghe digressioni descrittive: preferisco il dinamismo e l’azione. E soprattutto non scriverò mai storie con finali tragici o angoscianti… o forse sì?

Parlando di 53 secondi come le è venuta l’ispirazione per scriverlo? La mia quotidianità, episodi che vivo o di cui vengo a conoscenza, persone che conosco intimamente o che incontro anche una sola volta per caso sono tutte fonti di ispirazione per le mie storie. Anche per “53 secondi” è stato così! Confesso che Serena non è solo la protagonista del mio romanzo, ma è una ragazza reale che conosco bene: e lei è davvero così anche nella vita vera! Molti episodi stravaganti che leggerete le sono accaduti davvero!

A chi ti sei ispirata? Mi sono quindi ispirata principalmente a questa ragazza, di cui non svelerò il nome autentico, poi le ho costruito un passato e un presente più o meno verosimili e infine l’ho immaginata alle prese con una storia d’amore intensa e sorprendente con lui, Nathan, l’uomo dei sogni.

Conosci un tipo stile Nathan? Beh, ammetto che pure Nathan esiste, ma non lo conosco personalmente purtroppo: magari un giorno svelerò anche la sua di identità, chissà. Ah, ci tengo a precisare che la vera Serena non ha la più pallida idea di essere diventata la protagonista di un romanzo… magari si riconoscerà leggendolo! Il Nathan reale, invece, non lo verrà mai a sapere, penso: primo perché l’ho camuffato per benino nell’opera e poi perché lui è proprio di un’altra galassia!

Cos’ha amato maggiormente durante la stesura? Ho amato molto scrivere le scene d’amore: sono le prime che di solito abbozzo in un romanzo e parto da quelle per decidere che taglio dare alla relazione tra i due protagonisti. Ma ciò che più mi ha appassionato e divertito è stata la creazione di Massimo, un personaggio secondario dai modi bizzarri e gentili che non si può non adorare! Penso che lui sia uno dei punti di forza di “53 secondi”.

Se dovessi ascoltare per sempre la stessa canzone, durante la scrittura, cosa sceglieresti? Una delle mie canzoni preferite che non mi stancherei mai di ascoltare è “Shallow” di Lady Gaga: ha una melodia potente e intensa e un testo che sembra una poesia. L’ho scelta come fil rouge di “53 secondi” perché rappresenta il canto di due innamorati che sentono il bisogno di allontanarsi da tutto ciò che è soltanto superficiale per immergersi nella profondità delle cose. È la canzone di Serena e Nathan perché li rappresenta tanto. E’ mix perfetto di melodia, poesia, interpretazione…

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