Intervista allo scrittore Carlo Ravaioli

Memorie di un ginnasta quasi olimpico, è Carlo Ravaioli a raccontare la sua storia per Argentodorato.

Tante gioie ma anche dolori per un mondo fatto di passioni e, contemporaneamente, di ossessioni. Conosciamo meglio Carlo Ravaioli e il suo libro.

Grazie per questa intervista e benvenuto su Oltre le colonne. Il tuo libro è la tua storia, partendo dal titolo vorrei sapere perché il ginnasta è rimasto “quasi” olimpico?

Perché l’obiettivo di partecipare alle Olimpiadi di Los Angeles, nel 1984, non è stato
raggiunto, per poco aggiungerei, ma quello che mi premeva raccontare è il viaggio di un
gruppo di ragazzi che hanno tentato l’impresa e, fallendo, hanno imparato che la vita è fattadi vittorie ma, soprattutto, di sconfitte.

Racconti di grandi sentimenti di amicizia, tra compagni della stessa squadra, ma
anche tra atleti avversari. La costante è il rispetto. Cosa cambierebbe, secondo te, se lo sport fosse una vera materia di studio a scuola? Non parlo delle 2 ore a settimana di educazione fisica, ma di vero e proprio studio.

Lo sport, specie quello agonistico, può insegnare tanto. Tutti i ragazzi, una ventina, che
hanno vissuto l’esperienza olimpica, hanno trovato una strada nella vita, spesso
affrontandola proprio con quella determinazione imparata sui campi di gara. Però trovo
difficile pensare che questo messaggio possa passare in una società come questa. I ragazzi
di adesso sono molto fragili, troppo, e ti parlo da Insegnante di scuola media.

Tu lo hai scritto, io l’ho letto, quindi ti faccio una domanda un po’ complessa e che necessita, da parte tua, una breve prefazione: nel tuo libro racconti anche di un incubo che raggela il sangue, ma anche di viaggi e felicità. Ciò che è stato lo rifaresti? Anche consapevole dell’incubo di oggi?

Probabilmente ti riferisci al marcio che pervade il mondo dello sport e che fa sì che gli atleti
portati ai massimi livelli, ora più che mai, sono come rockstars e di queste hanno vizi e
depravazioni. Girano troppi “Smeagol”, per parafrasare “Il Signore degli anelli”, nel mondo
dello sport.

Personaggi squallidi che rovinano le vite di giovani atleti per il denaro e la gloria.

Comunque certamente rifarei tutto, senza cambiare nulla. È stato bello vivere le gioie e, in parte, anche i dolori di una vita da atleta agonista nella consapevolezza che non sempre si può finire sul podio.

Chi credi “dovrebbe” leggere il tuo libro?

Tutti naturalmente, in particolare, chi vive il mondo dello sport, chi si occupa dell’educazione dei giovani, chi ama leggere di storie belle, di maestri indimenticabili e di
amicizia eterna.

Grazie a Carlo Ravaioli, come vorresti finire questa chiacchierata?

Con un saluto ai compagni delle avventure di quel tempo certo di aver vissuto un viaggio
incredibile.

Qui una recente intervista a Carlo Ravaioli per WebRadio SenzaBarcode.

Articolo precedenteCorrado Costa. Immaginare Ravenna. Presentazione del libro con Giovanni Fontana
Articolo successivoAgorà – Diario di bordo