Intervista a Ennio Trinelli in occasione dei suoi Weekend Letterari

Nelle giornate del 23, 24 e 25 giugno, il Comune di Monsummano Terme (PT) ospita per la prima volta la manifestazione itinerante WEEKENDLETTERARI FEST, una tre giorni letteraria che prevede una lunga serie di incontri con scrittori, autori, drammaturghi, registi all’interno di un appuntamento dedicato per questa edizione alla “Parola come Giustizia”.

Le giornate prevedono Talk Show, presentazione di libri, visioni di cortometraggi su smartphone (una delle peculiarità di #WLF2023) e incontri con registi.

Il tema: l’inclusione e l’obbiettivo di vedere nell’altro qualcuno con cui dialogare senza mettersi in cattedra. Abbiamo intervistato il suo organizzatore Ennio Trinelli. 

1) Lei ha fondato una casa editrice indipendente che cura quotidiani d’informazione on-line, produzioni culturali e di attualità politica anche sul web come “La vasca dei pesci TV” e in passato ha organizzato eventi a tematica LGBTI+ come “La Manica Tagliata”, in cui portava in giro per l’Italia spettacoli teatrali, anteprime cinematografiche e libri: che differenza c’è tra lo stare sul web in remoto e fare la medesima attività dal vivo? Credo sia necessario riportare al centro della scena “parole di giustizia” che contribuiscano a ristabilire verità in un momento storico dove la cosa più difficile da credere e da trovare è la verità che non riusciamo a vedere nemmeno quando sta sotto i nostri occhi: tutta la mia attività artistica e culturale, e ora da editore indipendente, è mirata a quell’obbiettivo. Oggi come ieri. Non vuol dire pretendere di avere la verità in bocca, vuol dire che se una cosa è giusta lo è anche quando la dice un nostro “avversario”. Con questo tipo di obbiettivo si annulla qualsiasi differenza rispetto al “mezzo”, che diventa meno importante del “fine”.

1 bis) Lei quali delle due modalità preferisce? Mi sono scelto il mestiere sbagliato, ma sono una persona molto “privata”. Tra mostrarmi dal vivo e lavorare da remoto preferisco di gran lunga la seconda opzione, ma quando si sceglie non si può prescindere dal fare anche ciò che “non ci piace”. Ho la fortuna di potere scegliere per me senza che nessuno mi imponga nulla.

2) Il nuovo governo nei suoi proclami ha affermato che vuole rimettere la cultura al centro del dibattito del paese. Cosa si può fare per la cultura in Italia e che non si fa? Il nuovo governo fa il suo mestiere. Sbaglia se pensa che nelle sue priorità ci sia quella di raccontare che il ministro della Cultura ha quindicimila libri in casa. Non frega un cazzo a nessuno. Chi non fa il suo mestiere sono coloro che non vanno a votare salvo poi lamentarsi del governo che c’è. La politica si occupa comunque di noi, e meno male, ma la partecipazione significa liberamente esprimere come la si pensa. Poi si vince o si perde, ma chi governa dovrà fare i conti con tutto un popolo e non può godere del diritto di essere votato da poco più della metà di una nazione arrogandosi la pretesa di parlare per tutti.

Lo fa solo quando il cittadino glielo consente non andando a votare. Ma ognuno sceglie per sé.

3) Quest’anno proporrà i suoi Weekendletterari Fest per la prima volta a Monsummano Terme (PT), ce ne può parlare? Dopo due edizioni sperimentali in provincia di Reggio Emilia e a Todi (PG) tenutesi tra il 2016 e il 2017, e dopo le edizioni online un po’ raffazzonate per forza di Covid, la manifestazione sta finalmente prendendo la forma che avevo in mente dall’inizio: partendo dalla parola che è la prima causa di molte manifestazioni artistiche, utilizzarla per descrivere, per raccontare, per guardare, per ascoltare, per vedere, per ritornare – insieme: pubblico e ospiti – alla “parola come giustizia” che è il centro della manifestazione per il 2023. Sono grato al Comune di Monsummano Terme che ha abbracciato l’iniziativa.

4) Come spera che evolvano negli anni i suoi Weekend Letterari? Spero diverranno la manifestazione itinerante che sogno, da tenersi in diverse città italiane e da ripetersi ogni anno, la cui qualità sia direttamente proporzionale alla sua coerenza. E’ una manifestazione con un format innovativo che ritengo possa suscitare grande interesse. E’ l’occasione di incontro tra diverse discipline che racchiude anche molte delle esperienze che produciamo, per promuovere cultura, con Gaiaitaliapuntocom Edizioni come il nostro festival di cinema dedicato al cortometraggio Gaiaitaliapuntocom Film Fest.

5) In Italia spesso gli artisti così come le persone comuni non riescono a essere coesi e a fare gruppo, lei che ha vissuto in molti paesi come la vede? Questa è una cosa tipicamente italiana o anche altrove è così? Ciò che ho notato, ovunque, è che chi si occupa di arte o cultura tende a volere imbrigliare due elementi così vasti e incontrollabili all’interno dei confini angusti e angoscianti del proprio ego. L’arte e la cultura non se lo meritano. Gli artisti e le donne e uomini di cultura se lo meritano ancor meno. Ma spesso non lo sanno. O non vogliono saperlo.

6) Quali sono i suoi progetti futuri? Vivere e lavorare il più a lungo possibile.

7) Cosa si auspica per il futuro del nostro paese? Saggezza e umanità. E libertà per tutte e tutti. Anche per chi non sa goderne.

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