In diretta streaming la lectio magistralis di Marco Aime per il decennale di Pistoia – Dialoghi sull’uomo

In diretta streaming la lectio magistralis di Marco Aime per il decennale di Pistoia – Dialoghi sull’uomo – Tre incontri di approfondimento dedicati alle scuole in preparazione alla decima edizione dei Dialoghi sull’uomo.

Il primo appuntamento è con Marco Aime, che introduce il tema del 2019 “Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini”.

Mercoledì 30 gennaio 2019, ore 11, Teatro Manzoni di Pistoia

Il festival di antropologia del contemporaneo Pistoia – Dialoghi sull’uomo si prepara alla sua decima edizione, dal 24 al 26 maggio, con il percorso di approfondimento, che anticipa il festival fin dalla sua nascita, per avvicinare gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e universitari al tema della manifestazione. Ideato dalla direttrice dei Dialoghi Giulia Cogoli e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, il ciclo di lezioni di antropologia in questi anni ha visto la partecipazione di oltre 20.000 ragazzi, non solo di istituti cittadini e della provincia, ma di altre città italiane grazie alla diretta streaming.

Novità per il 2019: a seguito di numerose richieste gli organizzatori hanno deciso di aprire gli incontri anche al pubblico. L’ingresso è libero ma si potrà accedere solo previa prenotazione (scrivendo a f.bechini@comune.pistoia.it).

Mercoledì 30 gennaio alle ore 11 al teatro Manzoni di Pistoia, l’antropologo Marco Aime terrà il primo dei tre appuntamenti di quest’anno, introducendo il tema del festival “Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini”.

Con-vivere, “vivere con”, assieme, nel rispetto dell’altro. Sappiamo ancora farlo? Marco Aime proverà a rispondere a questo interrogativo, riflettendo sulla società in cui viviamo.

Una società sempre più segnata da una accelerazione generale, in cui il presente diventa sempre più ampio a scapito del passato e del futuro, in cui le informazioni si susseguono e ci avvolgono con una rapidità tale da lasciare sempre meno tempo alla sedimentazione delle emozioni e degli elementi su cui si fondano le relazioni.

I rapporti sono sempre più mediati dal digitale e i legami si indeboliscono a causa del venire meno di quelle narrazioni che stanno alla base di ogni comunità, diventa perciò sempre più difficile stabilire un dialogo reciproco, profondo ed egualitario.

Le città sempre più frammentate e la crisi dello stato sociale fanno sentire il cittadino sempre più solo e il fenomeno migratorio ha modificato in modo rapido e radicale il nostro immaginario, creando nuove incertezze.

«Proprio perché viviamo un’epoca di profonde transizioni – spiega Aime – sentiamo sempre di più il bisogno di ritrovare legami forti, che ci facciano sentire parte di una comunità su cui poter contare. Convivere non significa solamente condividere uno stesso spazio e uno stesso tempo, ma riconoscersi gli uni con gli altri come simili, come pari, anche se con delle differenze. Significa condividere dei valori fondanti la comunità. Occorre abbattere le molte barriere di pregiudizio, che ci separano dagli altri e imparare che in fondo ci sono tante differenze tra noi e gli altri quante ce ne sono al nostro interno.»

Per dare vita a una nuova umanità è necessario imparare a confrontarsi e a scambiarsi idee, informazioni ed elaborarle. È un processo lungo, a volte faticoso, ma necessario, che richiede un impegno costante e duraturo, come ogni relazione che sia davvero umana.

Gli altri due incontri in programma saranno con:

il genetista Guido Barbujani con “Tutti parenti tutti differenti. Contro la tentazione del razzismo” (26 febbraio);

lo storico Carlo Greppi con “La frontiera come luogo di incontro” (2 aprile).

Marco Aime insegna Antropologia culturale all’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa Occidentale (Benin, Burkina Faso, Mali). Oltre a numerosi articoli scientifici, ha pubblicato favole per ragazzi, saggi e testi di narrativa, tra cui: Le radici nella sabbia (EDT, 1999 e 2013); La macchia della razza (Elèuthera, 2012); Il primo libro di antropologia (2008), L’altro e l’altrove (con D. Papotti, 2012) per Einaudi; Verdi tribù del Nord (Laterza, 2012); African graffiti (Stampalternativa, 2012); Gli specchi di Gulliver (2006), Timbuctu (2008), Il diverso come icona del male (con Emanuele Severino, 2009), Gli uccelli della solitudine (2010), Cultura (2013), L’isola del non arrivo. Voci da Lampedusa (2018) per Bollati Boringhieri; I piccoli viaggi di Beppe Gulliver (Emi, 2014); All’Avogadro si cominciava a ottobre (Agenzia X, 2014); Etnografia del quotidiano (Elèuthera, 2014). La fatica di diventare grandi. La scomparsa dei riti di passaggio (Einaudi, 2014); Je so’ pazzo. Pop e dialetto nella canzone d’autore italiana da Jannacci a Pino Daniele (con E. Visconti EDT, 2014); Tra i castagni dell’Appennino. Conversazione con Francesco Guccini (2014); Senza sponda (2015) per Utet; Contro il razzismo. Quattro ragionamenti (con G. Barbujani, C. Bartoli, F. Faloppa Einaudi, 2016); Fuori dal tunnel. Viaggio antropologico in valle di Susa (Meltemi, 2016). Ha recentemente tradotto e curato Atlante delle frontiere di Bruno Tertrais e Delphine Papin (ADD editore, 2018).

Tutti gli incontri sono visibili in diretta streaming sul sito www.dialoghisulluomo.it e sulla pagina Facebook del festival. Le classi collegate in streaming potranno inoltre dialogare o porre domande attraverso twitter usando l’hashtag #DialoghiPistoia.

Info: www.dialoghisulluomo.it  

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