Il vocabolario interiore di Adolf Wolfli. In scena il 1° Aprile al teatro Furio Camillo di Roma ore 21

33OC Teatro 

presenta

“Il vocabolario delle forme interiori”

di e con: Pino Grossi

aiuto regia: Bernardetta Lucchetti

video di scena: Sofia Grossi

Con “Il vocabolario delle forme interiori” Pino Grossi conclude una sua ideale trilogia elvetica iniziata più di venti anni fa. I primi due spettacoli incentrati sulle figure di Philippe Jaccottet (poeta) e Alberto Giacometti (scultore) ponevano l’accento su due artisti che avevano scelto l’arte come importanza e valore dell’interiorità, l’arte come espressione e cura di sé.

Un’arte “salvifica” che non si pone come punto di arrivo il raggiungimento del successo, ma piuttosto è “mezzo” (fine) per avvicinarsi sempre più alla verità. Questo processo del “fare arte” diventa così strumento di difesa dalla violenza della realtà e, allo stesso tempo, strumento che amplifica la conoscenza della vita.

Pino Grossi
Foto Fabrizio Palcinelli

“Il vocabolario delle forme interiori”

ribalta questo processo, alla violenza della realtà non possiamo opporre nessuna difesa. Lo spettacolo è ispirato alla figura di Adolf Wölfli, “un pazzo” diventato artista suo malgrado, che iniziò a disegnare, scrivere e a comporre musica dopo la sua reclusione nell’ospedale psichiatrico di Waldau. Wolfli in tutto il suo periodo di internamento, produrrà circa trentamila pagine di storie, colori, sogni e deliri lasciando parecchie centinaia di dipinti, una pila di scritti più alta di lui e un gran numero di spartiti magnificamente decorati.

Come scrive Michele Mari «Immaginiamo un uomo non americano che trentadue anni prima di Andy Warhol metta in un quadro l’immagine fedele di una lattina di zuppa Campbell’s: già lo sbalordimento ci pervade. E invece la prodigiosa chimera non solo è esistita, ma era del tutto illetterata, non si mosse mai dal circondario di Berna, non frequentò altri che contadini e manovali, non ebbe maestri di musica o di disegno…».

Nello spettacolo, rincorreremo questo uomo che ha contratto “l’amaro accidente, innalzato alla sua condizione di reietto”, mentre all’interno della sua “solitaria cella della casa dei matti a Waldau”, racconta, vive, scrive, dipinge, suona, calcola. Wolfli è allo stesso tempo guerriero invincibile, bambino indifeso, creatore di catastrofi. Salvatore. Una biografia reale/immaginaria, in cui nulla è dovuto, nessuna meraviglia.

sabato 1° Aprile ore 21

Teatro Furio Camillo

Via Camilla, 44 Roma

posto unico 10 euro

info e prenotazioni: tel.0697616026 –  mail:info@teatrofuriocamillo.com

Articolo precedenteNarrazione tra voce e note: Mario Persico e la sua produzione operistica
Articolo successivoAllo Spirit De Milan: lo spettacolo “La Balena Bianca”, il Wunder Markt e tanto altro ancora!