Il brano “Old Blue Back” degli Uncle Muff si rivela un viaggio emozionale attraverso un paesaggio sonoro unico. Le pennellate ruvide di blu dipingono un affresco musicale in cui l’anima si perde in un oceano di lontananza dal mondo. Le onde di irrequietezza si fondono con un cielo incerto, creando un quadro vibrante di introspezione e desiderio di vita. Questa canzone diventa così una guida attraverso i territori dell’anima, offrendo un’esperienza musicale coinvolgente che invita all’auto-riflessione.
Come è cominciata la vostra avventura nel mondo della musica?
Come band siamo nati una quindicina di anni fa e, da subito, l’intento è stato quello di produrre musica originale per cui, dopo un rapido rodaggio con qualche cover, ci siamo lanciati a comporre canzoni. Inizialmente avevamo un’impronta abbastanza rock che poi un po’ alla volta si è trasformata in una forma musicale più indefinibile.
C’è stato un momento determinante in cui avete pensato “questa è la nostra strada”?
Non un momento preciso, sono stati vari steps. Il primo direi l’uscita dalla band del primo chitarrista che, pur essendo davvero bravo, dava un carattere un po’ convenzionale alla band soprattutto dal vivo. La successiva introduzione di un tastierista ha aperto il panorama delle possibilità di sperimentare e ci siamo avventurati su strade che non ci saremmo aspettati. All’inizio il piano ci ha conquistati ma abbiamo rapidamente virato su suoni più sintetici che abbondano nel prossimo disco in uscita.
Quali sfide avete affrontato e come siete riusciti a superarle? Cosa avete imparato da queste esperienze?
La sfida più impegnativa credo sia stata la decisione di suonare dal vivo in trio. Fin dagli inizi la formazione era composta da quattro elementi, formazione che, dal vivo, oltre a offrire un’ampia varietà di soluzioni sonore, permette momenti di riposo, e di mimetizzare imprecisioni e momenti di distrazione che possono capitare in un live. In tre non si è molto più scoperti ed esposti e bisogna tenere un livello costante di tensione e attenzione per mantenere vivo l’interesse del pubblico. Ma abbiamo presto scoperto che questa maggior esposizione si è trasformata in un elemento di autenticità che chi ci segue apprezza molto. Quel che vogliamo comunicare arriva, senza fronzoli, direttamente e con più intensità all’ascoltatore.
In che modo avete visto evolversi il vostro stile musicale e artistico nel corso degli anni?
Passato il primo periodo rockettaro, ci siamo lasciati andare a tanti stili e generi musicali, l’evoluzione è stata continua e spontanea. Abbiamo sempre sperimentato suoni, ritmi e arrangiamenti semplicemente seguendo quel che ci piaceva di più. Non ci siamo mai detti adesso facciamo un pezzo così, i pezzi sono sempre nati e sono progrediti con le proprie gambe, ciò che rimane costante è la nostra volontà di produrre musica originale e autentica. Il percorso artistico è una continua sperimentazione, e siamo curiosi di scoprire come il nostro sound continuerà a evolversi nel tempo.
Quali consigli vorreste dare a coloro che stanno iniziando la loro carriera artistica?
Guarda consiglierei di lasciar perdere e dedicarsi al bricolage! Ovviamente scherzo, il mondo musicale è cambiato molto, e altrettanto il modo di fruire la musica. A dei giovani che vogliono dedicarsi alla musica principalmente direi di ascoltare, amare e studiare i giganti della musica: Stones, Beatles, Pink Floyd, Dylan etc, prendere i dischi che hanno fatto la storia e ascoltarli tante volte dall’inizio alla fine senza distrazioni. Non per imitare qualcuno ma perché quello, secondo me, è l’unico modo per amare e capire la musica e quindi imparare a suonarla.
C’è un messaggio o un’emozione che sperate di comunicare attraverso il vostro ultimo singolo?
Il brano si sviluppa come un viaggio emotivo attraverso acque sconosciute, evocando immagini di una anima naufraga in mezzo a un oceano di lontananza dal mondo. Il messaggio non è necessariamente definito, ma si tratta di lasciarsi trasportare dalle sensazioni evocate dalla musica. Se proprio vogliamo leggervi un messaggio potremmo parlare di un invito a riflettere sulle sfumature e le complessità delle emozioni, sulla nostalgia per il passato e sulle varie direzioni che la vita può prendere. In definitiva, il brano potrebbe essere visto come una rappresentazione delle molteplici sfaccettature delle esperienze umane legate alla tristezza, alla nostalgia e al cambiamento, con la speranza di offrire agli ascoltatori uno spunto di riflessione su tali tematiche.
Avete in programma di esplorare nuovi generi musicali nei vostri prossimi progetti?
La musica è un terreno creativo in cui le influenze e le ispirazioni possono cambiare nel corso del tempo. Quindi, anche se non c’è una programmazione specifica al momento, pensiamo che l’evoluzione accadrà spontaneamente. L’importante è che la musica continui a essere un veicolo autentico per esprimere le emozioni e idee.