Il progetto Humble online sugli store digitali con il nuovo singolo “London”

Fortemente influenzato dalla wave neo-soul che ha investito l’Inghilterra durante gli ultimi anni, “London” è il nuovo singolo del duo Humble: omaggio ai suoni lo-fi, ai sample jazz e all’urban rap di matrice UK.

Il relativo videoclip che accompagna il brano, realizzato (regia, fotografia e montaggio) da Daniele Fugarese, è stato girato invece a Bologna, creando così un ponte ideale tra il Regno Unito e il capoluogo emiliano. Cosmopolita, caotica ma allo stesso tempo tranquilla, antica ma con un occhio verso un futuro da proteggere, Bologna rappresenta probabilmente il nostro più vicino esempio di urbanità massiva. Sperimentazione e ricerca di un calore sonoro continuo qui si fondono, creando le circostanze e le similitudini perfette per accostare le due città europee.

“Se Londra ha la brownstone, Bologna ha i mattoni rossi dei suoi portici.
I bus di Bologna, non sono forse rossi?
Scommettiamo che in piazza Santo Stefano trovate delle cabine telefoniche rosse? (ci sono, davvero!)”. 
(Humble)

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Nato da un’idea di Umberto De Candia ed Enrico Zurma, Humble è un progetto musicale che vede un avvicendarsi di urban music collegata da un filo logico che porta ad un R’n’B mescolato con elementi Soul e Funk, senza disdegnare una componente Pop. Il concept altamente “urbano” del progetto si riflette non solo nel sound, ma anche nell’immaginario visivo della band: Nei visual e nelle foto vengono rappresentati e concettualizzati elementi come le luci notturne dei lampioni o i pavimenti in gomma della metropolitana. I soggetti, chiaramente non in posa, compiono azioni semplici e in cui un giovane della generazione Z può ritrovarsi, come mangiare un panino fuori da un fast food, fumare una sigaretta alla fermata del bus, fare rifornimento all’auto in un distributore in periferia.
Elemento principale è il “non luogo”, ovvero il luogo in cui non avvengano scambi comunicativi tra le persone, i cosiddetti luoghi di passaggio. Il concetto è che tutto si trasforma in “non luogo”, tutti siamo soli mentre le altre persone tracciano scie come le luci di una foto ad alta esposizione.

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