“Il presepe di Padre Kino” di Luigi Ballarin al Mart di Rovereto sino all’8 gennaio 2023

La grande tela interpreta la narrazione con cui padre Venerabile Eusebio Chini, noneso di Segno e missionario gesuita a cavallo dei Sei e Settecento nella Nuova Spagna, oggi Messico e Arizona, avrebbe potuto raccontare ai suoi Nativi Pima il mistero della Natività e della Sacra Famiglia

Rimarrà esposto sino all’8 gennaio 2023 nel salone di ingresso del Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, “Il presepe di Padre Kino” realizzato dall’artista veneziano Luigi Ballarin. È una grande tela (m 3,60 x 2,40) che interpreta la narrazione con cui padre Venerabile Eusebio Chini, noneso di Segno e missionario gesuita a cavallo dei Sei e Settecento nella Nuova Spagna, oggi Messico e Arizona, avrebbe potuto raccontare ai suoi Nativi Pima il mistero della Natività e della Sacra Famiglia.

L’OPERA IN MOSTRA – Una capanna fatta di pelli, tipica delle tribù del popolo nativo Pima; Maria e Giuseppe nei costumi di quelle parti; un bisonte al posto del bue e un puma al posto dell’asinello; tre capi indiani nei loro abiti coloratissimi che sostituiscono i nostri Re Magi; le donne indios che portano alla Sacra capanna le ceste intrecciate; alcuni giovani in piena danza tribale negli sgargianti costumi delle feste; gli uomini che espongono fieri le ceramiche prodotte con le loro mani; i bambini che giocano… e, sullo sfondo, il Padre a cavallo, il Kino venuto da lontano, che scruta il cielo seguendo con gli occhi attenti il corso della cometa che ebbe modo di studiare nel viaggio per mare con cui raggiunse, appunto, la Nuova Spagna di allora. E laggiù, sulla destra, persa nel blu della notte e appena distinguibile tra le ombre dei giganteschi saguari del desierto de Sonora ecco il profilo della missione di San Xavier del Bac (Tucson, Arizona), una delle ventiquattro costruite dal missionario trentino nel corso del suo apostolato oltre oceano.

“Il “germe” originario della Fede è racchiuso, in fin dei conti, nella nascita di un neonato migrante in terra lontana assieme ai suoi genitori, eppure accolto dalla gente più povera ma anche dai sapienti del mondo di allora come un Figlio importante – spiega Mauro Neri nel suo testo critico – Segno di speranza per i deboli e di conferma per i grandi. Oggi le forme e le armonie cromatiche di Luigi Ballarin entrano nel tempio laico dell’arte moderna e contemporanea del Trentino per raccontare la Natività di duemila anni fa spalmando sulla grande tela gli stessi toni semplici e suscitando la medesima magia che dovettero affascinare il cuore dei Pima nell’ascoltare la narrazione del loro padre Kino. Lo ha capito molto bene l’amico Franco Panizza, che si è prontamente attivato per far sì che fosse proprio padre Chini ad augurare Buon Natale a tutti i visitatori del Mart di Rovereto”.

UN RICHIAMO ALLA SEMPLICITA’ – Di fronte a questa Sacra Rappresentazione ambientata nel cuore arido del deserto più terribile del mondo, che però fa riemergere in ognuno di noi le immagini dei tanti presepi della nostra infanzia, veniamo proiettati a duemila anni fa per rivivere quella stessa sorpresa, quello stesso incanto meravigliato che dovettero provare gli uomini e le donne di Betlemme nel seguire la stella cometa in cielo e nell’arrivare al cospetto di un evento che non può non toccare l’immaginazione delle donne e degli uomini di oggi.

 “Quello di Kino, attraverso l’arte di Luigi Ballarin, è un richiamo alla semplicità di un Natale positivo, sorridente, calmo e magari anche un po’ silenzioso – conclude Mauro Neri – Il silenzio della riflessione su quel che sta accadendo attorno a noi; il silenzio del nostro cuore davanti alle cento e cento guerre che agitano i popoli della Terra; il silenzio di fronte alla gioia infinita di una madre e di un padre che non sanno staccare gli occhi dal figlio appena nato; il silenzio dello stupore ma anche della speranza. Perché in fin dei conti nella notte di Natale non possiamo non sognare che l’Uomo riemerga dal buio della notte e si lasci illuminare dalla luce strisciante di una stella cometa che attraversa il cielo e dalla figura di un uomo vestito di nero in sella al suo cavallo che invita ognuno di noi a seguirlo sulle strette e faticose vie, che però conducono a quella capanna di pelli che si alza dalla sabbia del deserto. In cui tutto ebbe inizio”.

 Eusebio F. Chini: l’Apostolo dei Nativi d’America

La figura di padre Kino (Segno in Val di Non, 1645 – Magdalena de Kino in Messico, 1711) è attualissima e si trova a proprio agio nelle sale di un museo di arte moderna e contemporanea. Siamo quindi felici che il Mart abbia accolto la nostra proposta di celebrare il Natale 2022 con il grande quadro di Luigi Ballarin, che prende spunto dalle molteplici caratteristiche di quest’uomo trentino prestato alla missione, ma che fu anche geografo e astronomo, archeologo e matematico, allevatore e costruttore… Noi abbiamo chiesto al Mart di Rovereto di ospitare il ricordo della figura del nostro padre Kino per due importanti motivazioni. La prima riguarda il nostro museo di Segno: chi lo visita resta sempre impressionato dalla quantità di quadri, mosaici, murales e statue donati da molti artisti italiani e internazionali. Sono anni, quindi, che Arte e Apostolo dei Nativi d’America viaggiano mano nella mano. Inoltre pensiamo che i visitatori del Mart, grazie alla loro sensibilità artistica, possiedano la curiosità e l’attenzione che consentono loro di andare al di là delle tele per scoprire e gustare le profonde ragioni che creano tante belle opere d’arte. Bene, il nostro padre Kino è proprio così: un mistero da svelare, un esempio da imitare, una scuola di accoglienza e di condivisione che possono essere, oggi, le leve per arrivare finalmente a un mondo migliore. Buon Natale 2022 e Buon Anno 2023.

(Alberto Chini, Presidente dell’Associazione culturale P. Eusebio F. Chini)

Padre Kino: una vita intera a cavallo della Fede

Padre Eusebio Francesco Chini, più noto come Padre Kino, nasce a Segno, in Val di Non, il 10 Agosto 1645. Compiuti gli studi universitari nella Compagnia di Gesù, va missionario nelle terre d’Oltreoceano della Nuova Spagna, in Messico e in Arizona. Dal 1687 e per 24 anni il padre gesuita percorre migliaia di miglia a cavallo per aiutare le popolazioni indiane – in particolare i Pima del deserto di Sonora – a migliorare le loro condizioni economiche e umane, opponendosi alle prevaricazioni degli spagnoli. Servendosi del messaggio del Vangelo, infatti, e senza imposizioni assolutiste, insegna a costruire le fattorie, ad allevare il bestiame, a seminare e a coltivare la terra canalizzando l’acqua. In qualità di cartografo offre la dimostrazione scientifica in base alla quale stabilisce che la Bassa California è una penisola e non un’isola. Muore il 15 marzo 1711 dopo aver celebrato messa nella missione di Magdalena, città che, in suo onore e dopo il ritrovamento delle sue spoglie mortali (1966), viene oggi chiamata Magdalena de Kino. Nel Famedio di Washington dedicato ai Grandi d’America campeggia anche una sua statua con l’epigrafe che recita: “Esploratore, storiografo, allevatore, costruttore di missioni, apostolo degli indiani”. Nel 1971 l’arcidiocesi di Hermosillo (Messico) avvia il processo di beatificazione di padre Eusebio Francesco Chini, che nel 2021 viene dichiarato Venerabile. Intanto dal luglio del 1992 l’Associazione culturale Padre Eusebio F. Chini è impegnata con molte attività e con la gestione del Museo di Segno a far conoscere il missionario gesuita.

(Silvia Vernaccini)

Luigi Ballarin: i colori della spiritualità

Luigi Ballarin, che nasce nella laguna di Venezia nel 1959, ha fatto del “viaggio” il maggiore stimolo creativo della sua produzione artistica. Di lui così scrive l’orientalista Raffaela Biasi: «Luigi non è vuota apparenza, è sostanza, è modernità supportata dalla tradizione, è l’eterna ricerca dell’uomo di capire l’altro da sé e di capire come l’uomo si rivolge al cosiddetto Dio, che io qui vedrei rappresentato come un Grande Architetto dell’Universo.» Nel 2017 non poteva mancare una sua personale a Cavallino-Treporti, cittadina natale che lo vede esporre anche l’anno seguente. Il 2019 si divide tra Roma, Istanbul, Londra e Trento, dov’è presente con la mostra Anselmo e Meral che dà il via alla collaborazione con lo scrittore trentino Mauro Neri. Nel 2021 espone all’Accademia d’Egitto a Roma con la mostra Sotto il cielo di Tutankamon. Dopo la parentesi della pandemia, nel 2022 espone a Sarajevo (Magnifiche architetture), a Siena (La mossa del cavallo). In queste settimane Ballarin è a Oradea (Romania) con Preghiere di vetro – Fantasie di cristallo, 42 quadri dedicati al prezioso lavoro dei pittori romeni di icone su vetro e all’instancabile impegno girovago dei Klòmeri, i venditori ambulanti della Val dei Mocheni. La sua grande tela (m 3,60 x m 2,40) dedicata al missionario trentino Padre Eusebio Chini è stata scelta dal Mart per festeggiare il Natale 2022 e sarà al centro, nel 2023, di una sua mostra d’arte dedicata appunto alla figura e all’opera di Kino.

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