Giulia de Angelis: tra le quinte di un’Eterna Giulietta

Giulia de Angelis, talentuosa attrice proveniente da Sorrento, si prepara a interpretare Giulietta nella prossima produzione di “Romeo e Giulietta”. Oltre alla sua carriera teatrale, con una formazione di alto livello e una padronanza di diverse lingue, Giulia è una figura poliedrica. La sua partecipazione al prossimo spettacolo della Compagnia Teatrale Agape promette un’esperienza indimenticabile per gli appassionati di teatro. In questa intervista Giulia ci guiderà nel dietro le quinte del suo ultimo impegno.

Quali sono le tue ambizioni come attrice e cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera nel mondo della recitazione?

Vorrei risponderti raccontando che c’è stato un momento esatto, una scintilla, un click che è scattato dentro di me facendomi capire che avrei dovuto fare l’attrice. La verità però è che ho semplicemente perseguito costantemente quella che per me è un’esigenza, una necessità. L’attrice non è solo ciò che faccio, è ciò che sono e non potrebbe essere altrimenti, per me.

Ci racconti come ti stai preparando per il ruolo di Giulietta in “Romeo e Giulietta” che debutterà a Foligno il 6 e 7 aprile?

Dunque, il mio studio su Giulietta è iniziato un po’ di tempo fa ormai, prima di sostenere il provino a Novembre 2023. In una prima fase ho studiato in autonomia, guardando le varie messe in scena dei più grandi: da Zeffirelli all’ultima versione messa in scena da Martone. Ho arricchito moltissimo il mio bagaglio culturale sull’opera disponendomi a servizio della storia e del personaggio come una spugna. Ho studiato il periodo storico, gli usi e costumi, sono stata a Verona. Poi ho fatto un lavoro più specifico sul personaggio di Giulietta e ora che l’allestimento è iniziato siamo guidati da un regista incredibile che è Francesco Bolo Rossini e stiamo costruendo le relazioni e limando i caratteri di ognuno di questi personaggi eterni.

Come descriveresti la tua Giulietta?

Giulietta è un personaggio incredibile. Ha un coraggio immenso. A differenza di Romeo, non è impulsiva, anzi, è molto cortese e intelligente. È anche molto giovane, per cui nella forma è spesso fanciullesca, ma possiede l’enorme virtù di una grandissima saggezza intuitiva. Dentro ha un’enorme volontà di esperienza, autodeterminazione, emancipazione. Giulietta è un sacrificio vivente. Si sacrifica, con Romeo, davanti a tutta la città. Loro sono dei maestri per gli adulti di questa storia, ma la caratteristica della loro giovane età li rende due stelle luminosissime e, di conseguenza, il triste epilogo diventa ancora più straziante. Giulietta è davvero determinata e forte, tratti che forse nell’immaginario comune della sua figura vengono tralasciati. Ma lo è, è forte per natura, per come l’ha scritta Shakespeare. La dolcezza e l’intelligenza che le appartengono, anch’esse per natura, fanno in modo che lei riesca strategicamente ad affrontare la famiglia e la città come un’eroina. Dall’inizio della tragedia inizia per lei un notevole processo di autoindividuazione, ciò che Nietzsche tradurrebbe con l’emblematica frase “Diventa ciò che sei”: lei è molto giovane, per cui è normale che viva seguendo degli esempi, che le sono necessari perché ovviamente si cresce per modelli imitativi. Ma poi dimostra di avere la maturità di diventare ciò che realmente è, non facendosi influenzare né dal mondo degli adulti, né dalla società e sviluppa il suo pensiero, seguendo la sua volontà nonostante il contesto in cui è cresciuta.

Quali sono gli aspetti più gratificanti del tuo lavoro di attrice e cosa ti motiva a continuare a esplorare nuovi personaggi e storie?

Credo sinceramente che questo sia il lavoro più bello del mondo, perché ho la possibilità di giocare seppur molto seriamente, a vestire forme sempre diverse, che però fanno tutte già parte di me. Il nostro inconscio ospita una folta popolazione di “io”. Come attrice semplicemente entro in dialogo, senza giudizio, con “le infinite possibilità che sono in me”, come direbbe Pirandello.

La voglia di esplorare nuove storie deriva probabilmente dal fatto che le vite di tutti noi assomigliano alle storie meno spesso di quanto vorremmo. È più frequente che la nostra esistenza assomigli a una fila alla cassa, al ticket alla posta, ai biscotti sottomarca. Le storie sono più avvincenti della mia quotidianità e i personaggi a cui metto a disposizione me stessa sono più coraggiosi di me, per questo mi piacciono così tanto.

Preferisci lavorare nel cinema o nel teatro e quali sono le sfide e le soddisfazioni specifiche di ognuno?

Credo che il teatro sia fondamentale per lavorare la materia prima della recitazione. La possibilità di provare che si ha a teatro indubbiamente aiuta in una più profonda costruzione dei personaggi e delle relazioni che li legano, questo spesso manca nel cinema, perché si ha necessità di lavorare con più rapidità. Al cinema, d’altra parte, il racconto può essere più intimo, il pubblico può cogliere tutte le espressioni del volto e questo è un aspetto fondamentale che arricchisce fortissimamente qualsiasi personaggio. Sono due contesti molto diversi che richiedono attitudini di qualità e di tecnica differenti, ma la matrice che anima l’attore è la stessa. Cinema o teatro, credo che il lavoro funzioni se c’è una reale attitudine morale al mestiere al di là dei condizionamenti che questa scelta di vita può portare.

Come descriveresti il tuo approccio alla recitazione cinematografica rispetto a quella teatrale? Ci sono differenze significative nel tuo processo creativo?

Non tanto nel processo creativo, perché la dedizione in fase di costruzione del personaggio per me è la stessa. Mi rendo conto che per qualcuno il mio approccio possa sembrare quasi un’ossessione (chi mi frequenta quando sono in quella fase di lavoro sa bene di cosa sto parlando), ma credo sia anche ciò che mi consente, sotto la sapiente guida di tanti bravi registi che ho avuto la fortuna di incontrare, di lavorare su una grande varietà di sfumature e scendere molto in profondità nell’anima dei personaggi. Le differenze che noto nel mio approccio tra cinema e teatro risiedono fondamentalmente nella tecnica, che non si riduce soltanto a una questione di emissione delle battute, ma una grandissima differenza sta nella gestione dei muscoli espressivi del volto.

Infine, quali sono i tuoi progetti futuri nel mondo del cinema e del teatro e cosa ti motiva ad esplorare ulteriormente entrambe le forme di recitazione?

Ci sono diversi progetti in partenza su entrambi i fronti. Di questo sono molto contenta. Quando credo in un progetto faccio fatica a contenere l’entusiasmo e lo accolgo con enorme gratitudine, sia esso teatrale o cinematografico. Un attore è un attore sempre, e quell’esigenza di cui ti parlavo all’inizio, io la sento sia per il cinema che per il teatro.

Pagina Instagram Giulia de Angelis

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