Fuori da venerdì 22 aprile il nuovo singolo di Moscardi dal titolo Fino in fondo, un pezzo che si propone di trattare il tema dell’accettazione di se stessi in un mondo in cui l’immagine del singolo individuo è più che mai “pubblica”. Moscardi, con la collaborazione del suo amico e collega marasmo, cerca di alleggerire il peso dell’argomento, attraverso un brano pop dalle sfumature funk e rap.
Abbiamo scambiato qualche parola con l’artista:
Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?
Non credo di poter identificare un momento ben preciso. Se penso alle canzoni però, “l’incontro” con cantautori come James Taylor, Cat Stevens, Tracy Chapman ecc.. è stato sicuramente determinante per capire che anche io nella vita avrei voluto scrivere e cantare cose mie.
Raccontaci “Fino in fondo” in qualche riga.
È un ipotetico (ma neanche troppo) litigio tra me e un mio selfie. Da una parte lui che mi fissa in attesa di essere pubblicato e dall’altra io che vedo in lui tutte le mie imperfezioni.
Come cerco di raccontare nella canzone, credo che in questa lotta continua contro sé stessi non ci sia un vero vincitore, forse bisognerebbe solo imparare ad accettarsi un po’ di più.
Qual è l’aspetto della tua musica di cui vai più fiero?
Non saprei, lascio giudicare chi mi ascolta. In ogni caso, penso che la componente ritmica sia quella che mi influenza di più, una sorta di aeroporto da cui decollano tutte le mie canzoni.
Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?
L’elenco sarebbe infinito. Se dovessi dire il primo che mi viene in mente, direi il canto. Ho un rapporto abbastanza conflittuale con la mia voce, ma sto lavorando per farci pace.
Come speri di continuare la tua esperienza musicale?
Scrivendo belle canzoni, che non è poco.